Ecco i playoff A1, sale l’adrenalina del telecronista

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Il campionato si è fatto più acceso con la sfida a Siena, ma aumenteranno anche i numerini delle Tv? Il Comunicato Fip recita così: “Interessanti i dati di ascolto su Sportitalia 2”.

“Interessanti e soddisfacenti i dati di ascolto della trasmissione (e successive repliche) su Sportitalia 2 della premiazione dell’Italia Basket Hall Of Fame 2011. La trasmissione di lunedì 7 maggio, alle ore 20 ha avuto 137mila contatti totali (audience media di 15mila spettatori al minuto) con uno share del 0,07%.Con le tre repliche dell’8 e del 9 maggio i contatti totali sono saliti a 311mila (media minuto di 25mila spettatori”.

Non sono stati forniti i dati completi dell’ultima replica (13 maggio), ma per dirla con le parole di chi fa sempre la posizione del missionario: mi sembrano comunque i soliti numeri… A parte le battute, effettivamente sono buone cifre. Purtroppo, in assoluto, sono “numerini”. Di sicuro la rete in sè, essendo esclusivamente sportiva, dà maggiori garanzie di una generalista come La7 che ha necessità di far crescere il proprio share o di una costola di carrozzone come RaiSport che viene dispersa all’interno del proprio universo di canali, canaletti e calli.

E’ un po’ come i cercatori d’oro che si mettono a bordo fiume e setacciano, setacciano e setacciano per trovare qualche pagliuzza d’oro. Ti fai venire il mal di schiena per qualcosa che poi ti fa solo sopravvivere  e non certo ti arricchisce né ti da possibilità di migliorare: il setaccio rimane uno solo come chi lo manovra e l’acqua che viene filtrata è sempre la stessa quantità. Finché non ingrandiamo il setaccio e ne aumentiamo il numero, l’oro rimane lo stesso.

Intanto continua la post season televisiva del basket di campionato con buone cose ed altre meno : la scelta modello un pò qui e un po’ li a volte paga con belle partite e a volte meno, come al Superenalotto.

Di buono c’è che la rotazione dei registi si è ridotta e questo fa si che chi ci lavora ne sia più coinvolto e addentro ai temi delle varie serie di partite e quindi possa produrre immagini più pertinenti e migliori. Altra cosa buona è che essendo partite di playoff dove la posta in gioco è del modello “do or die”,  è difficile che non si veda intensità in campo, se non buon gioco (a volte per fortuna entrambi) e questo rende tutto più appetibile. Altra cosa buona è una maggiore attenzione al prepartita con l’inserimento di un pitch reporter (per ora) fisso, che non sia lo stesso commentatore che si sdoppia lanciando spesso interviste fatte da se stesso, per interviste, interventi post time out e lavoro “sul campo”.

I contro? Purtroppo ci sono anche loro: all’aumentare del prepartita e dell’importanza degli incontri, non è coinciso pari aumento di mezzi e qualità tecnica, lasciando al povero regista il compito di fare boia ed impiccato nello stesso tempo con il solito 5+1 da stagione regolare. Per essere onesti questa comunque non è storia solo del basket televisivo, pari problemi ci sono in tutti gli eventi sportivi dove i budget tagliati sono (la crisi c’è anche in tv) all’ordine del giorno, costringendo regie, produzioni e giornalisti a “sforzi creativi” per soddisfare comunque i telespettatori.

Altra pagliuzza (rispetto alle travi iniziali, tutto bene) è il peggioramento di quello che per me rimane il migliore tra i telecronisti di basket (Rai) , Edi Dembinski. Prima misurato e preciso nei racconti delle partite, ora  contagiato dall’aumento dell’adrenalina in campo. Per fortuna non è sempre così, però avendolo ascoltato in momenti più regolari, più suoi, la differenza si nota, eccome.

In compenso, com’era prevedibile, questi playoff sembrano mantenere le promesse fatte all’inizio: a parte lo sbrago varesino di gara 1 con Siena, sono tutte intense e combattute e non sembra esserci quello che era il leitmotiv delle stagioni passate dove tutti pensavano al secondo posto:l’impressione adesso è che si voglia veramente tentare di togliere la corona alla gente del Palio e che non si mostrino al primo strappo di Stonerook e compagni le faccine rassegnate del tipo : “evabbè, anche stavolta è andata così…”.

Emozioni, emozioni, emozioni… l’importante è che passino il teleschermo e arrivino nelle case…

Giancarlo Fercioni – Regista Tv

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