Basile riparte da Cantù. Bentornato, tiro ignorante

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Piace – e non poco – l’idea di poterlo rivedere nei nostri palazzetti mentre si incunea tra le maglie avversarie e… tu pensi sia lì per passare palla, lui è già proiettato verso il canestro con l’arancio pronto a finire a canestro. Gianluca Basile torna in Italia e, a prescindere dal club che ha la fortuna di averlo in qintetto, la notizia sarebbe già bella così. Perchè è mancato.

Parecchio, sebbene l’esperienza in Spagna – nelle file del Barcellona – ne abbia segnato in maniera assolutamente positiva la carriera nel corso degli ultimi sei anni. Ora, il play si è accasato a Cantù ed è parte integrante della rosa della Bennet che, nel corso dell’ultimo anno, ha conteso alla Montepaschi Siena il tricolore. Ha trentasei anni, dirà qualcuno.

Noi, tuttavia, scegliamo di accodarci a coloro che risponderebbero “ecchissenefrega”. Perchè Basile è Basile. Un talento fattto e compiuto che ha, dalla sua, l’esperienza in grado di consentirgli di colmare alle lacune fisiche dovute all’età.

Potrà faticare sul piano fisico, vero; magari non garantirà un contributo costante nel corso dei quaranta minuti. Il fatto è che di Basile, basta anche un minutaggio parecchio inferiore: lui, la gara è in grado di trasformarla in ogni frangente. Lui, il parquet è in grado di ribaltarlo in un istante. In pochi attimi, sa come infiammare il palazzetto. Poi, il Signor Basile è anche uno che torna a casa dopo aver conquistato un’Eurolega, due scudetti, tre Coppe di Spagna e due Supercoppe. Tanto di cappello.

Per la guardia pugliese si è trattato di compiere una scelta di vita: tradotto, biennale con Cantù, club con cui le trattative erano in fase avanzata già da tempo. Con l’annuncio di Basile, la società canturina può dichiarare ufficialmente conclusa la propria campagna acquisti. Lo conferma il direttore sportive, Bruno Arrigoni:

“Con l’ingaggio di Basile aggiungiamo alla nostra squadra un giocatore di grande classe ed esperienza”.

E se solo dovesse portare in dote l’ammaliante fascino di quei tiri ignoranti cui ci ha abituati (che vengono fuori così, sena pensarci più di tanto e da distanze ragguardevoli) e con i quail cha saputo coccolarci, bhè. Sarà bello. Bello a prescindere.

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