Petrucci vincente anche in politica, tornerà al basket?

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Il presidente di lungo corso del CONI eletto sindaco di San Felice Circeo, dopo Londra dovrà decidere se rilanciare la Fip dove Meneghin lascia. Non più rileggibile, in scadenza di mandato dopo le Olimpiadi di Londra del suo lungo ciclo al CONI,  Giovanni Petrucci è stato eletto sindaco nelle amministrative sindaco di San Felice del Circeo, perla turistica in provincia di Latina, per la coalizione del centrodestra. Uomo sa sempre molto vicino al partito di Ferdinando Casini, Gianni Petrucci ha vinto una partita importante.

Il nume del tutelare del basket, al quale si deve il suo lancio dopo un passato come sindacalista CONI, nel ruolo di segretario e poi presidente prima di passare al calcio e alla presidenza del CONI, dove regna da 12 anni ed è stato anche eletto presidente di CONI servizi, non stanco di mietere successi, a 66 anni sembra adesso la punta della colazione politica del Terzo Polo per la conquista del Palazzo della Regione dove aleggia sfiducia nella deludente gestione (leggi impennata del deficit)  dell’ex sindacalista Polverini. E potrebbe anche entrare in Parlamento, e pensare anche in futuro al ruolo di senatore a vita.

Ma in questo tourbillon di successi e prospettive, rimane ancora la possibilità di tornare sulla poltrona di n.1 del basket, come gli è stato chiesto ufficialmente dalla Consulta Regionale della Fip rececentemente a Pesaro? Lui si è  lasciato  naturalmente aperta anche questa porta, dopo aver scelto Meneghin tre anni fa nel ruolo di commissario aiutandolo col suo prestigio a diventare presidente.

Siamo dunque a un Petrucci in odore di Santità, perché – pur col beneficio di inventario riguardo le norme che regolano le incompatibilità fra le cariche di organismi  dello stato di livelli e natura diversi, norme molto elastiche come si sa in virtù delle scappatoie fornite dalla burocrazia italiana – grazie al dono dell’ubiquità oltre a percorrere la nuova carriera della politica, il potentissimop signore dello sport italiano  potrebbe assommare teoricamente 3-4 cariche (come già adesso). Se non di più. Oltre a quella di sindaco, anche quella di presidente della regione Lazio, di presidente del basket e sempre presidente del CDA di CONI servizi, dove gli viene riconosciuto un gettone di presenza di 280 mila euro all’anno. A parte la pensione e i rimborsi, ovviamente, per le spese di rappresentanza. Naturalmente bisognerà anche attendere in merito alla duplicazione delle cariche i pareri dei costituzionalisti, decreti leggi, o provvedimenti nell’ambito di una riforma della Costituzioni o più verosimilmente del CONI da parte del Governo che ha nominato quale commissario speciale per il risanamento Enrico Bondi, in uscita dalla brillante operazione di Parmalat.

A un uomo tanto fortunato (e che deve avere delle qualità…) auguriamo naturalmente ancora tanti di questi successi. Il basket però deve decidere adesso se affidarsi al suo Taumaturgo Doc o cambiare radicalmente la sua struttura, i suoi regolamenti, e naturalmente anche  a “nuovi”dirigenti per risollevarsi e affrontare tempi difficilissimi  che ci attendono nel dopo-Meneghin.

Tempi che non possono certo essere affrontati solamente  (e disinvoltamente!)  richiedendo  ulteriori  sacrifici ai 350 mila tesserati-tartassati, vedi – secondo il bilancio Fip – i 26 milioni di euro fra i quasi 35 milioni del conto d’esercizio 2010 (l’ultimo non è ancora pubblicato) derivanti da “quote degli associati” (per 16.533.789 derivanti da Attività Centrale, e 9.206.006 dalla Struttura Territoriale, mentre 6.958.020 riguardano il contributo CONI, in pratica un prelievo fiscale dalle tasse paganti dai  cittadini). Una pressione fiscale che ormai ha raggiunto il limite, in omaggio all’assonanza curiosa e un po’ sinistra del nome della chiacchierata via dove ha sede la Fip. Siamo tutti, si sente dire nel basket, sotto il torchio di via… Vitorchiano.

Intanto la Finanza è passata ai livelli più alti, stamane mercoledì 9 maggio 50 finanzieri si sono presentati alla sede del Monte dei Paschi, per raccogliere carte utili alla gestione della banca. E passeranno al vaglio, si dicono le agenzie,  tutto il capitolo riguardante la discussa e onerosa acquisizione di Antonveneta, e non le operazioni delle sponsorizzazioni delle squadre sportive.

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