Toronto ai piedi di Bargnani, il Mago stella dei Raptors

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Andrea Bargnani torna a giocare, i Toronto Raptors ritornano a vincere. Il rientro dell’italiano, fermo per sei partite a causa di un problema al polpaccio, coincide con il successo della franchigia canadese capace di griffare la regular season Nba del 24 gennaio con una vittoria importante sul parquet dei Phoenix Suns.

Per il Mago si tratta dell’ennesima consacrazione dopoché i compagni avevano messo in fila una serie di otto sconfitte consecutive, sei da quando si è assentato. Ed è proprio Bargnani, dall’alto dei 36 punti segnati in tabellone, a intrervenire ai microfoni della Lega a match concluso:

“Il merito di questo successo – ha affermato il Mago – è di tutta la squadra che ha fatto bene quel che il coasch le chiede. I compagni mi hanno cercato per tutta la partita e sono stati loro a mettermi subito in ritmo gara dopo un’assenza di sei giornate. Quel che ha deciso lì’incontro contro Phoenix è stato un terzo quarto giocato in maniera incredibile: abbiamo messo a segno un break importante che ha di fatto segnato l’esito del match, io sono stato aggressivo, ma lo ero stato anche nel primo periodo. Rispetto alle condizioni fisiche, dico solo che mi sentivo bene, non avevo problemi per l’infortunio. Non ci ho pensato proprio”.

La gioia di Bargnani è ovviamente doppia perché, in virtù di una prestazione da ricordare, Toronto ha ripreso a marciare:

“Finalmente – continua il Mago – perché eravamo tutti stanchi di perdere. Siamo scesi in campo con grande aggressività. Anche il centro Aaron Gray ha fatto cose importanti in attacco consentendoci di infilare con costanza alcuni rimbalzi offensivi”.

Chi evidenzia la prestazione di Bargnani e ne tesse le lodi e il coach dei Raptors, Dwane Casey:

“Quando c’è lui in campo, è inevitabile un’osservazione consequenziale: tutto diventa più facile per tutti mentre tutto diventa più difficile per gli avversari”.

Elogi per Bargnani anche dall’avversario di giornata, Steve Nash:

“Uno come Bargnani allarga il campo in maniera notevole e poi può attaccare il canestro in penetrazione. Per noi, semplicemente, era troppo per riuscire a fronteggiare più di quanto siamo riusciti a fare”.

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