Torna Gallinari e Denver vola, Walker in rovina

Andrea Bargnani si ferma per la terza volta per l’anno problema al polpaccio sinistro  e i Raptors perdono con onore (e 14 assist di Josè Calderon) a Indiana dello scatenato ex Leandro Barbosa (14 punti) mentre  il  rientro di Gallinari, fuori dal 19 di marzo per la rottura del pollice sinistro contro Dallas, contribuisce al successo casalingo di 39 punti di Denver  contro Golden State.

Serata stellare al Pepsi Center, di buon auspicio nella volata per i playoff che vede ben 7 squadre lottare per 2 posti. Infatti insistono Phoenix (+24 a Minnesota) e Utah (che ha fermato dopo 11 vittorie San Antonio per aver fatto riposare Parker, Duncan e Ginobili).

Nba, Anthony rilancia i Knicks che puntano su Steve Nash

Derrick Rose torna dopo 12 gare per uno stiramento inguinale segna 29 punti ma sbaglia due liberi e l’ultimo tiro in sospensione del tempo regolamentare e il canestro da sotto della vittoria dei Bulls nell’overtime che incassano al Madison la sconfitta n.14 quando sul 91-86 hanno la gara in pugno ma non riescono a chiudere contro i Knicks portati al successo dal miglior Anthony d’annata che segna da 2  e poi da 3 dai 9 metri e ripete lo stesso tiro nel supplementare, quando la sua squadra si trova nuovamente indietro 95-99.

Il turno pasquale fa stare  dunque sui carboni ardenti Chicago con 9 gare ancora da giocare da qui al 26 aprile, vede Oklahoma tornare al successo contro Toronto di Bargnani (7 punti) dopo 3 scivoloni consecutivi mentre  Miami riprende quota senza l’infortunato Wade  che James Jones con 6 bombe su 8 e 18 non fa rimpiangere. Ma dal Texas  la valanga San Antonio travolte anche Utah e con  l’11° successo consecutivo tocca le 40 vittorie (40/14) e  attacca il primato assoluto dei  Bulls (43/14)  che questa settimana hanno la possibilità di chiudere la partita o di rimettersi in gioco  ospitando martedì  i Knicks e giovedì gli Heat  per far visita domenica ai  Detroit Pistons.

Miami e Oklahoma brusca frenata, San Antonio in testa all’Ovest

Chiamiamolo effetto-panchina, non bastano le grandi star per costruire grandi squadre. Lo spettacolo è sovrano, ma il basket è uno sport di squadra e alla fine esiste un processo di livellamento. Questo il messaggio che manda la NBA col  clamoroso passaggio di consegne  all’Ovest a tre settimane dal termine della Regular Season dove San Antonio con 10 vittorie su 10 (39/14)  ha scavalcato Oklahoma (40-15).

Ma ancor più brutta della sconfitta dei Thundercity a Indiana, che ci poteva stare contro  Granger e c., protagonisti di una bellissima stagione che li vede al 3° posto all’Est e dominatori ai rimbalzi (50), è quella casalinga di Miami. Memphis, la squadra dove il pilastro è Marc Gasol,  a conferma di una stagione sorprendente (e da formichina risparmiosa…) interrompe una serie di 17 vittorie consecutive di Miami nella sua arena e getta ombre e dubbi sulla possibilità di vincere il sospirato titolo in una stagione convulsa che ha subito perso per strada i campioni di Dallas contro i quali gli Heats avevano perso la passata stagione in finale.

NBA, Dwight Howard vuole la testa di coach Van Gundy!

Alla vigilia del rientro di Derrick Rose dopo 12 giornate per lo stiramento inguinale, successo scacciacrisi  casalingo dei Bulls  dopo un accenno di crisi  per due sconfitte consecutive contro i Boston Celtics, una delle squadre più brillanti dell’ultimo mese. Doc Rivers  non ha nascosto perrò la delusione e storto il baso per l’impegno mentale non certo all’altezza delle tradizioni della leggenda di questa squadra dalla quale sembra aver invece preoa ispirazione proprio Chicago.

I Bulls a 10 partite dal termine sono saldamente al comando (43/13), e difficilmente potranno perdere il 1° posto e il vantaggio del campo, e dei molti sold out dei 22.340 posti dello United Center che riecheggia ai fasti della squadra dei 6 titoli di  Michael Jordan.

NBA: nella serata di LeBron (41), Bargnani torna a segnare 30 punti

Due vittorie esterne, l’ottava consecutiva di San Antonio di Parker e Duncan, stavolta di 35 punti contro Cleveland col problema di salute di Kyrie Irving,  che ormai è fra le quattro bigs (37-14)  e se la può giocare con tutte, e di Phoenix a Sacramento che tiene vive le speranze di acciuffare l’8° posto dei playoff anche se davanti ha Utah con una squadra giovane e brillante e Houston che ha vinto nel turno precedente sul campo dei Bulls.

Toronto (19-35) ha vinto con Charlotte, la squadra di materasso che fa disperate il suo proprietario, un certo Michael Jordan, con 30 punti di Bargnani. Il Mago ha giocato spesso in 1 contro 1, è andato a cercare il tiro da sotto, e da tempo non riusciva a esprimersi con questa continuità. Ha giocato 34 minuti con 11/22, 2/6 da 3, 6 liberi su 6, 3 rimbalzi, 1 assist, difesa di contenimento, per i Raptors il rimpianto di non averlo avuto in campo nel periodo cruciale della stagione per un risentimento delò problema al polpaccio, quando con lui la squadra di coach Casey avrebbe potuto ottenere quella decina di vittorie in più per diventare una squadra da giro dei playoff.

NBA: lo sloveno Dragic firma il 2° ko consecutivo di Chicago

Lunedì notte da dimenticare per  le due bigs della NBA in un turno corto , pazzo, con 5 vittorie esterne su 6, e soprattutto contro il pronostico come  quelle di Houston a Chicago e di Memhips a Oklahoma.

Le due sconfitte delle uniche due squadre che hanno già in tasca il biglietto per i playoff e guidano all’Est e all’Ovest  hanno in comune un fatto che nella spettacolare NBA sembra secondario, e invece può fare la differenza. Le palle perse, passaggi errati, infrazioni, violazioni disciplinari. Chicago e Oklahoma hanno mostrato anche in questo di avere un gran campionato, e sono stati 19 turnovers per Chicago e 18 per i Thundercity, oltre per quest’ultimi  anche la serata-no nel tiro  di Durant (8/20, 2/8 da 3) e particolarmente di Westbrook, 19 punti, 5/16 con 0/3 dall’arco e ben 5 palle perse da parte del cervello della squadra.

NBA: Oklahoma ferma Chicago, giochi riaperti?

Serata di tiro da dimenticare per le  bigs della Eastern Conference.  Ancora  senza Derrick Rose, Chicago  segna 78 punti con  30/91, 33%  dentro l’area (Noah 1/8) sciupando il vantaggio ai rimbalzi (48, di cui ben 18 in attacco) a Oklahoma nella gara più attesa dell’1 aprile che i primi della classe dell’Ovest archiviano con 26 punti e 10 rimbalzi di Durant e 27 punti di Westbrook  staccando il biglietto sicuro per i playoff e riducendo le distanze dai Bulls, 2 vittorie in meno dei “tori” che devono ancora giocare 12 partite.

Bulls traditi da Luol  Deng (4/13) e con John Lucas III da fucilazione: si è preso ben 20 tiri, il sostituto di Derrick Rose, segnando 7 canestri, di cui ben 5 su 13 tentativi da 3. Oklahoma ha difeso bene, anonimo Derek Fisher, scaricato dai Lakers, 0 punti e 2 tiri in 19 minuti.

Jeremy Lin, favola spezzata: operazione al ginocchio

Si chiude con una gran tristezza la favola di Jeremy Lin, frattura del menisco, operazione al ginocchio e sei settimane per tornare in campo, se New Yok all’8° posto riuscirà a far bene nei playoff.

Chicago sfiora l’80% di vittorie, ha vinto 14 partite su 19 anche senza la sua star Derrick Rose e conserva un consistente vantaggio, a 15 gare dal termine, su Miami e Oklahoma all’Est, mentre Dallas ha vinto a Orlando, terzo incomodo all’Est, toccando le 30 partite (ma le 23 sconfitte sono troppe per i campioni in carica).

Nba, steccano Bargnani e Belinelli, Chicago e Miami ko

Marco BelinelliAndrea Bargnani: la regular season Nba del 26 marzo 2012 non ha riservato gioie alla piccola pattuglia azzurra d’oltre oceano, visto che tanto i New Orleans Hornets quanto i Toronto Raptors rimediano due sconfitte contro i Los Angeles Clippers e gli Orlando Magic. Corsari i Denver Nuggets che, senza Danilo Gallinari, espugnano Chicago.

Con ordine. Solo 8 punti per Bargnani nella sfida casalinga contro Orlando. Lo score del Mago, stavolta, non è dei più entusiasmanti: in 23’11” di gioco, otto punti in tabellone con 3/11 al tiro (0/1 da 3 punti) e 3 rimbalzi. Ai canadesi, privi di DeMar DeRozan, non basta la serata positiva di Gary Forbes, che chiude con 21 punti all’attivo mentre ai Magic servono come il pane i 28 punti di un fenomenale Ryan Anderson che chiude con 8/13 da tre punti. Bene anche Dwight Howard che chiude con 23 punti e 10 rimbalzi. Le parole del Mago, a fine gara, fotografano in maniera chiara il match:

Nba, dagli Oklahoma Thunder lezione ai Big Three di Miami

Per molti si è trattato della finale anticipata della Nba 2012 e, fosse così, i rapporti di forza nella circostanza sono parsi a senso unico in favore degli Oklahoma Thunder che restano la miglior squadra della Western Conference.

Contro i Miami Heat, il collettivo locale mette in scena una prestazione maiuscola e liquida LeBron James e compagni con il punteggio netto di 102-87. Gran prova di squadra per Kevin Durant (28 punti, 9 rimbalzi e 8 assist) e compagni nonostante il turno sottotono di Russell Westbrook (13 punti con 4/16 al tiro). Impeccabile, nella circostanza, il contributo dalla panchina di James Harden (19 punti) così come risulta impeccabile il lavoro di Serge Ibaka (19 punti e 10 rimbalzi) e Kendrick Perkins (16 punti e 6 rimbalzi).

A Chicago Bargnani sbaglia due rigori, vittoria n.40 per i Bulls

La soffertissima vittoria n.40 l’ha firmata Luol Deng, anglo-sudanese che alle  Olimpiadi  guiderà la Gran Bretagna, artigliando un air ball di Watson trasformato in canestro nell’ultima azione.

Mai sconfitta fu più ingiusta di quella  ai supplementari dei Raptors a Chicago, all’indomani dello stop inflitto ai Knicks “nuova gestione”.  I media parlano infatti di “immoral loss”, da parte sua Tom Thibodeau non riesce nemmeno lontanamente a festeggiare il risultato che gli assicura 5 vittorie in più di Miami. Si tratta infatti di una solidissima poteca sul 1° posto all’Est a 16 giornate dal termine della regular season, ma anche quanto mai gradita essendo  la sua superstar, Derrick Rose, MVP dell’ultima stagione,  assente da 6 partite per un’infiammazione inguinale.

NBA, da Oklahoma grande basket…with Love

I 51 punti, nuovo record personale di Kevin Love (quello stagionale, 57 punti, è di Deron Williams dei Nets), oltre a una sorprendente tripla-doppia  del 6° uomo, il portoricano Josè Barea (25 punti, 10/22, 2/5 da 3, 10 rimbalzi, 14 assist), non sono stati sufficienti per vincere a Oklahoma nella partita più lunga e spettacolare della stagione con 289 punti totali, due tempi supplementari “per la gioia dei tifosi del basket e dei giocatori tranne che per il sottoscritto” ha commentato col cuore palpitante Scott Brook il coach della miglior squadra dell’Ovest reduce da alcuni passi falsi e mancante di un grande big man.

Ma ci hanno pensato Westbrook (45 punti) e Durant (40 oltre a 17 rimbalzi,  record personale), e  a riportare la fiducia firmando  la vittoria (senza dimenticare il solito Haren con 25 punti), perché a distanza di 16 anni, quando  il 18 febbraio 1996 Jordan e Pippen segnarono più di 80 punti (41 per Michael, 40 Pippen) le due star dei Thundercity hanno saputo fare meglio.

Belinelli affonda i Clippers, Del Negro sotto accusa

Ben 19 errori nel tiro da 3 negli ultimi 19 tentativi, un raggelante 5/27 in totale (18,3%), 11 punti di vantaggio gettati alle ortiche nel quarto tempo: questa la cronaca di  vero harakiri dei Clippers che per la prima volta perdono tre partite consecutive e sentono arrivare aria di bufera.

Il ritorno di Paul a New Orleans è stata una camminata sui carboni ardenti, 16 punti, 9 assist ma 5/14 al tiro, con 1/5 dall’arco esattamente l’1/5 di Young e  Butler mentre  Foye ha fatto ancora di peggio (1/8). Per quanto riguarda gli Hornets,  Kaman (20 punti) ha fatto la partita dell’ex e Marco Belinelli sempre starter  ha dato un grosso contributo  al successo con una gara quasi perfetta (15 punti, 5/7, 1/1 da fuori, 4/5 ai liberi, 5 rimbalzi e 4 assist.

Rilancio dei Knicks, Lin fa affari d’oro

Non bastano 5 rimbalzi e 6 assist di Andrea Bargnani in versione tuttofare in una serata in cui il tiro proprio non funziona (2/10, 0/3 da 3,  8 punti) per fermare la corsa dei Bulls che ancora senza Derrick Rose (problema inguinale) vincono la sesta gara consecutiva in trasferta (record stagionale della NBA) e si apprestano a tagliare domenica le 40 vittorie giocando nuovamente con i Raptors ma all’United Center. Chicago ha vinto con una doppia-doppia di Luol Deng e il solito quarto tempo micidiale di John Lucas III, 13 punti, oltre rimbalzi e difesa.

Senza Gallinari Denver ha vinto a fatica contro Detroit che ha avuto 45 punti da Ben Gordon e mantiene il 7° posto all’Ovest avvicinando Dallas che ha perso in casa contro Lakers trascinati da Bryant (30 punti), Pau Gasol (27) e l’effetto-Session, la guardia che ha preso il posto di Derek Fisher il quale grazie al  buyout (clausola d’uscita) con Houston ha debuttato con la maglia di Oklahoma segnando 3 punti ai Clippers, deciso a vincere a 37 anni (e il 16° di NBA) il suo sesto titolo.