No alla riforma di dilettanti, parte la protesta anti-Fip

La Fip a continuato fare orecchie da mercante nei confronti delle decisioni prese dall’Assemblea dei dilettanti a Legnano, e di fronte alla posizione rigida per far passare la riforma dei campionati  nel Consiglio federale del 13 e 14 aprile la Lega Nazionale Pallacanestro ha proclamato un’azione di protesta  chiedendo alle società  “di partecipare alle iniziative su tutti i campi per le partire del 31 marzo e 1 aprile”

La mobilitazione è stata ufficializzata alle società di A, B e C  con una  lettera del 27 marzo, a firma del presidente Bruttini, della  Lega Nazionale Pallacanestro che rappresenta 224 club.

“L’assemblea generale – dice il comunicato –  ha votato all’unanimità un documento di forte critica alla riforma che il Consiglio  Federale voterà il 13- 14 aprile. Le società non condividono  la decisione del futuro campionato in Gold e Silver che di fatto conservano due distinti campionati e la ingiustificata dequalificazione da nazionale a interregionale della C ,con un irragionevole allargamento a 12 gironi con eguali costi”.

C in rivolta, non vuole diventare regionale

Prima dei lavori del Consiglio federale Il presidente di Lega Nazionale, Fabio Bruttini, ha scritto ai presidenti dei Comitato regionali per opporsi  alla riforma che declassa 144 club. Per il maltempo, Meneghin ha annullato la conferenza stampa. Sposa bagnata sposa fortunata, dice il proverbio. Riforma con nevicata riforma sfortunata.

Sfortunata sì, visto che Dino Meneghin ha annullatola conferenza stampa delle 14.45 di sabato  per le forti nevicate che hanno paralizzato la città eterna nel cui cuore il Direttivo della Fip si è trovato per discutere (si fa per dire…) e votare il progetto che covava da due anni. Speriamo invece che non sia stata stroncata perché  venerdì,  il giorno dell’apertura dei lavori, si Meneghin si è trovato sul tavolo un documento duro di opposizione.

Petrucci invita Meneghin a riformare il mondo del basket

Voglio bene a Meneghin. Credo in Meneghin, e’ un mio amico, però deve sapere che il presidente del Coni ha il dovere di vigilare e di dire la verità. E ora si facciano le riforme. Si annuncino, e da qui a tre-quattro anni si facciano. Questo chiedo al basket“. Il presidente del Coni, Gianni Petrucci, lo ha dichiarato all’ANSA alla presentazione della squadra italiana per i Giochi olimpici invernali giovanili. “Il basket italiano non puo’ avere come punto d’orgoglio di essere nella Top 16′”, ha poi concluso.

Gianni Petrucci torna nel basket come Commissioner?

Terminato il suo mandato al CONI, se l’Italia non avrà le Olimpiadi del 2020, Gianni Petrucci riprenderà il suo ruolo guida ma a capo di Legabasket che a giugno dovrà rinnovare le cariche e soprattutto la sua politica distante dalla gente. Dopo lo scivolone casalingo con Pesaro, Siena torna a guidare il campionato ringraziando naturalmente  Teramo che ha fermato Milano priva di Hairston, giocatore chiave.

Questo non giustifica  l’Armani  che vanta un grande coach per ben due volte campione d’Europa (ma con la Spagna, ovvero l’Invincibile Armata del basket europeo..)  ma il cui gioco potrebbe essere il titolo di una puntata delle  fortunata rubrica di Candidò Cannavò sulla Gazzetta dello Sport. S’intitolava per l’appunto “Fatemi capire..”. Il valore delle operazioni di mercato, fra i più costosi nella storia del basket, non si è ancora espresso in moneta sonante, si ragiona sul ciclo di 3 anni, ma anche a Teramo il punto fermo, gira e rigira,  è stato un giocatore che Sergio Scariolo ha già trovato al suo arrivo, Stefano Mancinelli.

Lo sport cerca la via giusta ai tempi di Mario Monti

Il suo  J’accuse duro di anni fa al calcio affaristico e la  scelta di affidare la delega allo sport al bolognese Piero Gnudi, ex presidente dell’Enel, che entra subito nella vicenda Juve-Inter

  • Ubi maior minor cessat. Più che il basket,  merita  certamente attenzione  massima in questa settimana l’assetto  economico-organizzativo-etico  che Mario Monti potrà dare al paese in funzione di “sviluppo e coesione sociale”. E  di riflesso  all’italico  sport dopo  questi  17 anni  berlusconiani di un calcio affaristico e televisivo che ha  inevitabilmente “favorito” gli scandali (da quello di Moggi alle Scommesse) e la litigiosità ed è una delle ragioni che hanno  svuotato gli stadi. E costretto purtroppo il CONI, vestale dello sport popolare,  a navigare a vista, svuotato ormai dall’aura di  grande accademia dello sport, di culla della “scuola italiana”.
  • Sì il   CONI  pilotato da un tutor influente  ad ogni livello quale Gianni Letta, come si è capito nell’encomio pubblico riservatogli dal presidente Napolitano nel discorso di presentazione del Governo Monti.  Di volta in volta  l’ex direttore del Tempo divenuto il “dominus” del Governo finngendosi “umile tappabuichi”, ha provveduto ai finanziamenti ad hoc, alle celebrazioni, a garantire lo  status quo dell’organismo di gestione per puntare all’Olimpiade del 2020, che adesso potrebbe essere  in pericolo, anche se la votazione sarà nel 2013 e i conti nel frattempo potrebbero essere sistemati. E che Roma non vuole perdere. Non dimentichiamo però, del Governo uscente,  anche un  sottosegretario  volonteroso  e rispettoso, a volte anche troppo nelle sue funzioni di “organo vigilante”, quale il  messinese dottore in farmacia Rocco Crimi.

Basket, delude il sabato in tv. Si cambia orario!

  • IL PUNTO – Poco più di 104 mila spettatori e lo 0,7, il basket  inferiore alle attese  e La7 per  questo  La7 anticipa alle 16.10  dal prossimo sabato volendo un traino forte per il suo Tg. E scende in campo Petrucci: “Basket, devi cambiare!”
  • Ammucchiata in testa. Sarà vero equilibrio?  Solo squadra ancora al palo, la neo-promossa Casale,  anche se accarezza  il sogno di battere una Milano  che trattandosi di Armani è ancora “imbastita”, senza contropiede e intanto si rafforza con Oliver Stevic, 25 anni, 2,05, sloveno di confine in arrivo da Oldemburg.
  • Chi sale al vertice della classifica, soffre della sindrome della “palla avvelenata”.  Nei ranghi era rientrata subito  Cantù a 30 anni dall’ultima volta che aveva guardato tutti dall’alto, è successo altrettanto a Caserta, perché  a Varese  Carlo Recalcati ha sconfitto l’allievo Pino Sacripanti  al quale affidò la Under 20, l’unica squadra azzurra ad aver portato due medaglie nell’ultimo lustro, quello del declino.
  • Caserta è stata perciò  defraudata da un legittimo diritto di figurare come la vera  capolista dopo 4 giornate, colpa non solo del  campionato dispari, della A con 17 squadre, alla faccia del codicillo della discussa Convenzione Lega-Fip che specificava che mai questo sarebbe successo.   Avendo l’Alta Corte di Giustizia Sportiva ammesso a tavolino  in extremis Venezia  – facendo saltare il principio del diritto sportivo acquisito sul campo –  di fronte al pericolo di  una “prospettiva falsata” era scontato che la Lega fornisse per questa stagione il ranking stile America. Puntualmente  sempre in ritardo sui tempi, troppo incardinata su logiche  assai lontane da una “par condicio” a suggello dell’equilibrio competitivo, magari un salary cap che le bigs però non vorranno mai con la scusa della minor rappresentatività nelle Coppe,  questa Legabasket  dovrebbe provvedere opportunamente  a fornire una classifica reale , basata sulle percentuali vittorie-sconfitte. Come fanno gli americani. Si sarebbe evidenziata che  la vera   capolista del campionato dei giganti   dopo 4 turni era  la  Juve del basket, e cioè Caserta. Fatto promozionale di non poco conto. Diritto e premio  rimasto purtroppo  sotto traccia col sistema della classifica legata ai 2 punti,  e  che in  un sistema basato sul valore dell’immagine e il rapporto con gli sponsor, sempre più carenti di questi tempi, contribuire a creare anche un indotto, un valore aggiunto.

Petrucci su Bryant: “Va a Bologna? Bene. Resta in America? Amen”

Ancora non si sa di che morte morire: lo sapremo nei prossimi giorni, anche perchè l’affare tra la Virtus Bologna e Kobe Bryant si può chiudere solo ora. A meno che l’Nba davvero prenda un anno sabbatico.

Nell’attesa di capire e conoscere i destini del 24 dei Los Angeles Lakers, chi si assume la responsabilità di riportare ordine nel cotesto della pallacanestro italiana è Gianni Petrucci che, da presidente del Coni, cerca di riportare l’attenzione su binari tricolori che prescindono dalla presenza o meno in Italia del campione Usa ma tengono semmai conti della visione di insieme del basket nazionale.

Kobe Bryant? Petrucci sembra volerlo dire – ma chissene – salvo esternare il concetto ina maniera più istituzionale e formale:

Italia, Petrucci: “Ripartire da Pianigiani”

Se dopo la sconfitta contro Israele, Simone Pianigiani si è messo a disposizione della Federazione italiana con cui vi sarà un confronto franco per capire come e se proseguire il percorso formativo dell’Italia cominciato dal tecnico ex Montepaschi, la Federazione pare avere già le idee chiare. Coach Pianigiani ha fatto sapere che potrebbe anche valutare l’opzione di dimettersi qualora non vi sia la massima fiducia e il medesimo impegno da parte della Fip; il presidente del Coni, Gianni Petrucci si è immediatamente speso a favore di Pianigiani:

“Abbiamo un grande commissario tecnico, sono convinto che con lui si possa ripartire. L’ho detto anche a Dino Meneghin, sono convinto che il basket abbia dentro il Dna le risorse per ripartire”.

Nonostante l’amarezza per l’esclusione immediata dall’Europeo in corso di svolgimento in Lituania, Petrucci si è quindi schierato con Pianigiani al quale fa sapere che il basket italiano deve ripartire proprio dalle considerazioni che a freddo saprà fare il commissario tecnico:

“L’eliminazione è un grande dispiacere, gli altri sono stati più bravi di noi però si deve ripartire da Pianigiani con grande fiducia, libertà assoluta su tutto. Mi auguro che dica qual è la realtà del basket italiano, sarà lui a dover dire quello che dobbiamo fare”.

Lega Basket, Petrucci: “Dobbiamo prenderci cura dei giovani”

Gianni Petrucci, in conferenza stampa, ha voluto definire le strategie per arrivare ad un nuova riforma del basket italiano:

Tanta imprenditoria, poco sport
Il nuovo è sempre segno di vitalità, se declinato con i tempi, i modi, gli scopi. Questo progetto è molto pragmatico, quasi gelido, non cita mai la Fip come referente e vigilante, parla di sfuggita di interesse per i campionati giovanili, non cita l’intenzione di inglobare gli arbitri e trasformarli in lavoratori dipendenti come sarebbe auspicabile, sorvola sull’incombente normativa europea.
Mi pongo una domanda: se si vuole aprire una strada, anzi in questo caso un’autostrada, non si può dare l’ordine a tre ruspe potenti di spianare le colline, bisogna approntare prima lo studio ambientale, il piano finanziario, trovare le garanzie, sentire e coinvolgere tutti i soggetti della comunità che ne fanno parte.
E in questo caso si tratta non di imprenditoria pura, ma ma soprattutto di sport, di ordinamenti che certamente hanno bisogno di essere adeguati ai tempi, in uno scenario di casi speciali, all’italiana. Non dico borbonicamente, amo infatti Garibaldi e al pari i Borboni che, grazie a uno statista trascurato come il casentinese Bernardo Tanucci e ai favori della Spagna e dell’Inghilterra di Nelson hanno creato industrie nel Settecento prima dei francesi e la prima ferrovia.

Lo sport italiano, un vero labirinto
Sì, casi speciali, magari anomalie, come il rapporto fra Federazioni, soggetto ibrido, teoricamente privato dalla Riforma Melandri e il pubblico, attraverso il finanziamento dal Governo attraverso le annuali e sempre più travagliate finanziarie. Mettiamoci anche i consorzi professionistici (Leghe), che si reggono quasi esclusivamente sui diritti Tv, e sopra tutto una duplice autorità vigilante, quella del CONI che dal CIO e dalle Federazioni Internazionali ha la delega di gestione dello sport e delle nazionali, e quella politica espressa dal sottosegretario governativo (Rocco Crimi).
Queste cose, già molto complicate, bizantine, sono difficili da spiegare, la gente vuole parlare di gioco, di personaggi, di squadre. E purtroppo lasciano spazio agli azzeccagarbugli e ai causidici, fanno parte di un ordinamento sportivo che deve rispondere sempre più a quello civile (da qui una Magistratura sempre più sollecitata a intervenire per dirimere questioni riguardanti le nostre leggi), e anche della normativa europea che interviene, episodicamente, con stoccate micidiali come è stato per la Bosnam e l’ultimo altolà alla Lega spagnola che marcia col nostro stesso sistema ibrido.