Scontri di Rieti, nuova testimonianza dopo l’omicidio di Raffaele Marianella del 19 ottobre

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Una svolta decisiva nelle indagini sull’assalto al pullman dei tifosi del Pistoia Basket, in cui perse la vita l’autista Raffaele Marianella il 19 ottobre scorso, è arrivata grazie alla testimonianza di un minorenne. Il ragazzo, coinvolto nel raid degli ultrà della Real Sebastiani Rieti, ha fornito alla polizia un resoconto dettagliato che ricostruisce la dinamica e le responsabilità dell’agguato.

Raffaele Marianella
Raffaele Marianella

L’organizzazione dell’assalto per gli scontri di Rieti

Secondo la deposizione, ad organizzare l’attacco sarebbero stati i vertici del gruppo ultrà “Bulldog”: Manuel Fortuna e Alessandro Barberini (rispettivamente vicecapo e capo), insieme a Giuseppe Aguzzi. Tutti e tre sono ora sotto indagine o colpiti da Daspo.

Il minorenne ha raccontato di essersi ritrovato coinvolto contro la sua volontà. La sera dell’aggressione, dopo la partita al PalaSojourner, doveva essere semplicemente riaccompagnato a casa da un conoscente, S.M. Invece, nell’auto sono saliti anche Fortuna e Barberini.

Il primo obiettivo, dopo che gli animi si erano surriscaldati fuori dal palazzetto, era “vedere dove si trovavano i tifosi ospiti”. Il minorenne ha identificato Fortuna come il più agitato, desideroso di avvicinarsi al pullman per “lanciare qualcosa” e “cercare lo scontro”.

Il piano e l’esecuzione sulla Statale

Quando lo scontro diretto davanti al palazzetto non si è concretizzato, il gruppo è tornato in auto per pianificare l’agguato lungo la strada statale. I presunti organizzatori hanno deciso di anticipare il pullman del Pistoia per attenderlo all’uscita di Contigliano, in unione con altre persone a bordo di un’altra auto guidata da Aguzzi.

Il gruppo ha raggiunto una piazzola, dove si sono radunate in totale 7 o 8 persone a bordo di tre auto. Il testimone riferisce che “alcuni hanno raccolto dei sassi da terra”. Il minorenne, S.M. e un altro ragazzo sono gli unici a non aver partecipato a questa fase.

Quando il pullman è arrivato, l’agguato è durato “pochi secondi”. Il ragazzo ha riferito di aver sentito “colpi forti, ma non ho voluto guardare”. In quel breve lasso di tempo, una pietra ha colpito mortalmente l’autista Raffaele Marianella tra bocca e collo.

Le conseguenze e il clima di tensione

Subito dopo l’attacco, gli ultrà sono fuggiti disperdendosi nei campi. Il minorenne e S.M. sono tornati in macchina e si sono allontanati, incontrando poco dopo una pattuglia della polizia. Il ragazzo è l’unico del gruppo ad essere stato risparmiato dal Daspo.

La sua collaborazione con le forze dell’ordine ha, tuttavia, innescato un clima di tensione. Ieri, sul cancello del PalaSojourner, è apparso uno striscione minatorio: “Nascondetevi infami, sappiamo chi siete”. La sua testimonianza è ora un elemento cruciale nell’inchiesta per fare piena luce sulla tragica morte dell’autista.

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