Questo il comunicato pubblicato sul sito di Lnp alla chiusura delle primarie alle ore 22 di lunedì 17 dicembre, per il voto richiesto a tutti i presidenti dei club di A, B e C dilettanti (si è votato dalle 10 di sabato mattina alle 22 di lunedì, in via telematica“).
La consultazione on line, promosso dal Consiglio Direttivo di LNP per fornire un orientamento ai delegati per l’elezione del Consigliere Federale in rappresentanza delle società nazionali, ha avuto il seguente esito: 76 voti Marco Tajana, 12 voti Marco Petrini “.
Impropriamente Lnp definisce il voto una “consultazione” e l’esito dello stesso un “orientamento”. Si tratta forse di un errore di forma di chi ha redatto il comunicato o del vertice dell’organismo che magari non l’ha controllato e soppesato e non ha demandato il proprio legale una verifica e la più appropriata stesura , per soppesare bene i fatti e usare le “locuzioni” per il loro esatto valore e significato, ma è stato chiarissimo l’esito del voto delle primarie-lampo volute dal direttivo di Lnp ricompattatosi alla fine di fronte a un’autocandidatura esterna del tutto anomala. Con la stima che si deve a ciascun individuo che desideri portare il suo contributo, deve però presentarsi prima all’istituzione prima di fare certi passi.
Il verdetto serve comunque a capire in termini di cifre che questo voto taglia la testa al toro, anche se c’è chi va dicendo da tempo di avere il 70% delle deleghe in tasca e di voler andare fino in fondo a questa Opa ostile targata Toscana, magari senza averne la rappresentatività doc., perché non ci risulta che il Comitato Regionale con l’ottimo presidente uscente, il quale dicono abbia lasciato un tesoretto di 140 mila euro, o un cartello o associazione abbiano presentato la candidatura ufficiale di Marco Petrini sottolineando anche gli scopi o il programma di questa discesa in campo.
Mi sembra che si sia stato una sorta di “faidate” realizzato “con destrezza”, prendiamolo pure positivamente, ma la realtà è che al voto sono stati chiamati i presidenti delle 176 di A, B e C dilettanti . E che il 76 per cento, in sole 60 ore con un week end festivo pre-natalizio e senza nessun preavviso, vale un risultato schiacciante. Ed è stato smentito chi aveva messo in giro, artatamente, la voce che nessuno conosceva il candidato ufficiale della lega, il dottor Marco Tajana ignorando il valore di quello che da anni sta facendo con la sua società, in testa alla classifica anche quest’anno, il suo progetto leader dell Altomilanese, e il contributo dato a marzo con l’organizzazione di una Coppa Italia, un vero e proprio festival del basket con un clinic di 550 allenatori per la quale si è assunto anche l’onere di creare un ambiente adeguato, con una ristrutturazione costosa dell’impianto di Castellanza non adeguato a un evento di basket.
Il capitolo è quindi riaperto, nel senso che è… chiuso definitivamente con un risultato schiacciante, e lo conferma il rapporto di gradimento diretto in una votazione allargata che magari doveva pensata prima, come da noi suggerito con le Primarie, è del l’86,37 contro il 13,63. E quindi non si può ipotizzare deleghe volatili, voti in libertà, bisogna prendere atto del risultato e ricondurre il tutto a una logica di democrazia reale. Ovvero: una votazione ufficiale in cui 88 società hanno votato sono giusto la metà che pende solòo da una parte soprattutto valgono più di un rastrellamento di deleghe esterno, del tutto gioco poco corretta alla vigilia di un’assemblea. E senza avere un placet dalla Lega e soprattutto non averla informata , e presentata negli ultimi due mesi con numeri gonfiati creando una preoccupante turbativa ai provlemi più urgenti della società.
Si sgonfia quindi la meteora-Petrini, una persona che non discutiamo ben conosciuta alla Fip, che potrà essere utile al movimento in vari ambiti. La Fip ha mille modi per dare alla Toscana quella visibilità che il Granducato chiede, uno strapuntino. Può dimostrargli la sua stima investendolo della carica di presidente della Consulta, considerato che la Puglia ed altri hanno ufficialmente chiesto al milanese Enrico Ragnolini di farsi da parte, e quindi cooptando direttamente il presidente della Regione lombarda con più voti fra tutti i colleghi nell’esecutivo di Petrucci per elevarne la rappresentatività. O rimane anche la carica di presidente del CIA, anche se penso sia di diritto per le capacità e per il lavoro ottimo come vice-commissario di Guglielmo Petrosino.
Oggi abbiamo un “marco forte” e un “marco debole”, quindi una spaccatura con questi numeri del voto può essere pericolosa. E indubbiamente porterebbe a un parto tormentatissimo del nuovo campionato con la fusione della A dilettanti con l’attuale A e Legadue che ha già fatto sapere, da parte sua, di non considerare certo nel Petrini il suo rappresentante. Insomma, se mai i 12 delegati che voteranno prima del’assemblea elettiva di Roma gennaio per mettere il rappresentante nella squadra di Petrucci – in virtù del rastrellamento nonj corretto delle deleghe ad hoc prima dell’assemblea- avessero davvero la maggioranza come continuano imperterriti a sbandierare, sicuri di ribaltare questo voto ufficiale e veritiero, bisogna che chi gestisce la barca del basket e vuole farla navigare in acque sicure prenda atto di questo voto e del diritto alla sovranità e alla correttezza istituzionale. Altrimenti se all’interno dei 12 delegati la sfida spregiudicata verrà portata alle estreme conseguenze, il mondo dei dilettanti si spaccherà in due, nascerà una nuova lega che non riconoscerà il rappresentante in consiglio federale estraneo al suo voto Rappresentate che magari,presentando le sue credenziali bal nuovo soggetto (Campionato di A riformato), si sentirà chiedere: “ma lei chi è,l ‘usciere della Federazione?”.
E’ tutto molto imbarazzante. Non abbiamo nulla contro Marco Petrini, prendiamo atto del decennale lavoro per il suo Comitato Regionale, nulla contro la persona, siamo i primi a dire inoltre da sempre che la Toscana sui giovani fa un gran lavoro e che Firenze ha numeri interessanti ma un vertice in Firenze che davvero poco la rappresenta come risultati, da anni, col Palasport e ,l’aiuto del Comune gigliato.
Questo che questo voto sia stato chiarificatore e non si sfida, ha sgonfiato l’avventurismo, e giustamente, come ha detto in una sua nota Marco Tajana “sono con tento perché questo voto viene dalle società e legittima il consiglio di Lega, per cui in modo corretto mi ritengo il candidato delle società”. Non ha parlato di sfide o rivoluzioni col forcone, è stato il modo migliore per riaffermare quel fai play sfoggiato alla vigilia, quando disse: se perdo mi dimetto. Ma oggi in Italia il bello è che non si dimette mai nemmeno chi perde!
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