Junio Casale ingaggia Ricky Minard

Junior Casale comunica di aver sottoscritto un accordo con l’esterno americano Ricky Minard. Nato  a Mansfield, Ohio, l’11 settembre 1982, Minard può vantare una ricca esperienza nel campionato italiano, avendo giocato per sei stagioni consecutive in Serie A: nel gennaio 2005 l’esordio con Biella, poi il biennio a Reggio Emilia e quello a Montegranaro, che trascina ai playoff  2008 (15.6 punti e 4.4 rimbalzi nella seconda stagione marchigiana). Quindi l’esperienza alla Virtus Roma, il trasferimento ai russi del Khimki alla corte di coach Scariolo,  poi l’annata all’Unics Kazan con cui trionfa nell’Eurocup 2011.

Ricky arriva a Casale dopo aver disputato la prima parte di stagione in Ucraina al Mariupol (anche sei presenze e 15.2 punti di media in Eurocup). Il presidente della Junior Dott. Giancarlo Cerutti ha voluto incontrare i giornalisti per informarli della firma e annunciare un aumento di capitale deliberato dai soci storici:

“Li ringrazio di cuore per quanto fanno per sostenere la società nelle sue scelte. Si legge di squadre del nostro campionato con difficoltà economiche: Casale ancora una volta dimostra di fare un passo solo dopo essersi coperta le spalle”.

La scomparsa di Gianfranco Benvenuti, al sud i suoi capolavori

Così il general manager Andrea Luchi ricorda il grande coach livornese Gianfranco Benvenuti che portò in A anche la Viola Reggio Calabria e Trapani.

Era il mago delle promozioni, gli scudetti dei poveri. E ha fatto felice il sud portandolo a pieni diritti nel grande basket senza mai far spendere grandi cifre ai suoi presidenti. Stabilità, niente tagli durante la stagione, se prendi un giocatore vai fino in fondo.

Se n’è andato a Livorno, dopo una breve malattia,  Benvenuti il profeta del basket del sud che ha portato in A la Viola Reggio Calabria e Trapani con una doppia promozione, mentre l’ultima è stata con Montecatini. Ha dato alla Libertas Livorno il primo scudetto giovanile della storia, battendo il Simmenthal, e conquistato il bronzo nella sua parentesi con la nazionale femminile a metà Anni 70. Coach dal 1960, ha allenato la Libertas Livorno (2 volte), Udine, Gorizia, Stella Azzurra Roma, Viola Reggio Calabria, Perugia, Trapani (2 volte), Montecatini.

Ex giocatore non eccelso,  livornese di Borgotaro, ha rappresentato la  figura ideale del coach maestro di vita e di fondamentali. Una persona corretta, diretta, esigente,  un padre per i suoi giocatori e un esempio di vita, ma capace anche di essere un protagonista, ritagliandosi un proprio stile (ad esempio i due lunghi, le zone miste, etc)  nella poliforme Serie A, e tanti allenatori dell’ultima leva dovrebbero prendere esempio per  valorizzare i giovani e gli italiani.

Era lo Zeravika italiano,  ovvero Ranko Zeravika il grande coach slavo che si vantava di non aver mai vinto uno scudetto preferendo lanciare tanti fuoriclasse.

Lo ricorda per Pallarancione.com  Andrea Luchi, il gm di Montecatini che giovanissimo con Benvenuti  ha fatto la sua prima esperienza di dirigente arrivando poi al top alla Scavolini e alla Virtus Bologna con l’ultima vittoria europea di una squadra italiana nel 2009.

Alla famiglia, sentite condoglianze.

Di Andrea Luchi

Coppa Italia Final Eight, Bennet Cantù-Sidigas Avellino 99-70

Troppo forte Cantù per la pur orgogliosa Avellino, sconfitta anche in semifinale di Coppa Italia dopo il precedente in campionato (90-55). Dopo la semifinale della scorsa stagione (vinta sempre da Cantù) quella di quest’anno dura appena un tempo. Avellino prova a resistere, nonostante le rotazioni limitate di coach Vitucci che perde anche il suo bomber Dean (uomo da 16,9 punti a partita), in panchina con un polso dolorante. La partita perfetta della Sidigas dura un quarto d’ora, fino a quando Green fa quel che vuole andando a canestro da tutte le posizioni e in tutti i modi (13 punti nei primi 10′). Ma appena il piccolo play cala (2 punti nel secondo quarto, 9 nella ripresa) Cantù prende in mano le redini del match. La Bennet allunga con un parziale di 16-2 nel secondo quarto e nel terzo chiude definitivamente i conti con le triple (4/8, 14/31alla fine): Markoishvili (22 con 5/7 dall’arco), Basile e Mazzarino allungano divario e punteggio (69-49) rendendo una semplice sgambata gli ultimi 10′ impreziositi dal lungo applauso che tutto il pubblico del Palaolimpico tributa a Green al momento dell’uscita dal campo. Trinchieri si gode la solita, ennesima grande prova di squadra (6 giocatori in doppia cifra, uno a quota 9) ed il buon debutto di Perkins (6 assist).

Bennet Cantù-Sidigas Avellino 99-70
Cantù: Micov 10 (2/4, 2/6), Leunen 10 (1/2, 1/2), Mazzarino 10 (2/5 da tre), Marconato 6 (3/4), Shermadini 10 (4/4), Markoishvili 22 (3/5, 5/7), Cinciarini 9 (2/3, 1/2), Perkins (0/2 da tre), Brunner 11 (4/5), Basile 6 (0/1, 2/6), Diviach (0/1), Bolzonella 5 (1/1, 1/1. All. Trinchieri
Avellino: Green 24 (4/10, 5/6), Lauwers 4 (1/5 da tre), Gaddefors 4 (2/3, 0/1), Slay 12 (0/2, 2/10), Johnson 4 (2/5), Spinelli (0/1 da tre), Golemac 17 (5/9, 0/1), Soloperto 5 (2/4), Infanti (0/1 da tre), Ferrara, Alborea ne, Norcino ne. All. Vitucci
Arbitri: Mattioli, Lanzarini, Bettini
Note – Tiri liberi: Cantù 17/19 Avellino 16/25. Rimbalzi: Cantù 37 (tre con 5) Avellino 25 (Green 8). Assist: Cantù 23 (Perkins 6) Avellino 11 (Green 5)

Coppa Italia Final Eight, Scavolini Siviglia Pesaro-Umana Venezia 90-70

E’ Pesaro la terza squadra ad ottenere il pass per la semifinale della Final Eight di Coppa Italia. La Scavolini Siviglia travolge Venezia (90-70) e domani sfiderà per un posto nella finale la vincente dell’ultimo quarto tra Cantù e Avellino. Senza ombre il successo dei marchigiani che riscattano la clamorosa sconfitta casalinga rimediata in campionato e ritornano a giocare una semifinale dopo quattro anni (nel 2008 uscirono contro la Virtus Bologna). Pesaro comanda sin da subito, allunga sul finire del primo tempo e nel terzo quarto segna il divario che spegne la partita rendendo l’ultimo quarto una specie di allenamento. La squadra di coach Dalmonte ha giocato una partita di squadra (sei i giocatori in doppia cifra) in cui brilla la prova di James White (17 punti, 5 rimbalzi, 8 falli subiti, 4 recuperi e 6 assist per 31 di valutazione). Il capocannoniere dello scorso campionato é l’assoluto protagonista del match. Molto bene anche Jones (14 punti e 8 rimbalzi), Hickman (15 punti e 6 assist) e Lydeka (13). Ma contribuiscono alla vittoria anche Cavaliero (10) e Cusin (11). Venezia (priva di Fantoni), debuttante alla Final Eight, non riesce ad entrare mai in partita, restando vittima della serata no di Clark (1/7), dei troppi errori in attacco (42% con percentuali aggiustate a partita già chiusa) e delle 19 palle perse.

Scavolini Siviglia Pesaro-Umana Venezia 90-70
(25-17, 48-34; 76-53)
Pesaro: White 17 (5/10, 0/1), Hickman 15 (4/6, 2/4), Jones 14 (1/3, 4/5), Hackett 5 (1/3, 1/2), Cusin 11 (4/6), Cavaliero 10 (2/4, 2/5), Lydeka 13 (5/6), Flamini 3 (1/2da tre), Urbutis 2 (1/1), Alibegovic ne, Cercolani ne, Tortù (0/2). All. Dalmonte
Venezia: Clark 5 (0/3, 1/4), Young 14 (6/10, 0/2), Bowers 15 (4/9, 2/3), Bryan 2 (1/4), Szewczyk 17 (4/9, 2/3), Slay 7 (3/6, 0/1), Allegretti, Causin (0/1 da tre), Meini 2 (1/1), Rosselli 4 (2/4, 0/2), Tomassini (0/1 da tre), Magro 4 (2/4). All. Mazzon
Arbitri: Cicoria, Filippini, Vicino
Note – Tiri liberi: Pesaro 14/20 Venezia 9/14 Rimbalzi: Pesaro 32 (Jones 8)Venezia 40 (Szewczyk 8) Assist: Pesaro 21 (White e Hickman 6) Venezia 10 (Clark 4)
In tribuna il presidente del Coni Gianni Petrucci

I grandi del basket, Elvin Hayes

Duecentosei centimetri di altezza e 107 chili di peso. Un destino segnato quello di Elvin Hayes, che sin da ragazzo mostrava doti atletiche al di sopra della media ed una capacità realizzativa con pochi eguali tra i coetanei.

Fantastici i suoi tre anni al college, quando con la canotta dell’University of Houston riuscì a stabilirsi sulla media di 30,1 punti a partita. Nell’ultimo anno si tolse anche la soddisfazione della vittoria nella NCAA, battendo il finale la favoritissima UCLA, squadra nella quale militava il giovane Lewis Alcidor, divenuto poi famoso con il nome di Kareem Abdul-Jabbar.

39 punti e 15 rimbalzi per l’ala grande di Houston nell’atto finale del campionato universitario. Una prestazione che non poteva passare inosservata agli occhi dei grandi club, tanto che la chiamata da parte dei San Diego Rockets non tardò ad arrivare.

SPECIAL Final Eight: diario di uno spettatoregista

Se nel campionato, la cosa si era diluita nelle settimane e nei mesi, nella Final 8 che è un evento a parte con un capo ed una coda ,e quindi  la lontananza dai palazzi e dalle regie mobili la sento molto di più. Quando c’è un evento di questo genere tutto comincia settimane prima ed è un crescendo via via che ci si avvicina all’evento. Si parte da discussioni estenuanti con la parte editoriale e quella produttiva mediata dal regista…

Quella editoriale chiede determinate cose, il regista per realizzarle chiede gli strumenti per poter mettere in pratica il tutto e la produzione cerca di ottenere i fondi sufficienti dall’editore venendo il più delle volte ridimensionati.  Risultato? La redazione riduce di qualcosa le pretese, la produzione riduce il budget e alla fine il regista riduce le speranze  di poterlo fare degnamente. Scherzo, così è esasperata la cosa , però diciamo che il principio è quello. Il trucco è chiedere molto di più per  ottenere un meno sufficiente alla bisogna…

Chicago batte Boston, Bulls con il miglior record Nba

Nel corso della regular season Nba del 16 febbraio 2012 si sono disputate tre sole gare, con l’occhio di bueevidentemente proiettato su un classico della pallacanestro americana. Si sono infatti affrontate in casa dei tori i Chicago Bulls contro i Boston Celtics in un duello che contrapponeva due delle squadre più titolate della storia della pallacanestro a stelle e strisce. Nella circostanza si sono imposti i padroni di casa che hanno lasciato i Celtiscs otto lunghezze indietro e si sono presi il miglior record dell’intera Nba.

Per i tori si tratta del venticinquesimo successo della stagione dopo la disputa di 32 gare.La buona notizia – norìtiziona nella notizia, direi così – per Chicago sta nel fatto che i Bulls hanno confermato il ritmo nonostante l’assenza di Derrick Rose, fuori per la quarta gara consecutiva per problemi alla schiena. Nel roster di Tom Thibodeau si è distinto Carlos Boozer che ha piazzato 23 punti e 15 rimbalzi ai rivali. Bene anche Luol Deng, con 23 punti e 10 assist, e Joakim Noah (il francese piazza a referto 15 punti e 16 rimbalzi).

NBA più corta, troppi infortuni

Stagione no-stop, quasi tutte le  squadre pagano pedaggio con  infortuni illustri. Sono sempre fermi Bargnani e Gallinari, Col colpo di Lin i proprietari dei Knicks sperano di recuperare il calo del 35 % in Borsa. Stanotte Lin-Belinelli.

E’ l’astro nascente LaMarcus Aldridge, votato starter della squadra dell’Ovest, l’ultima vittima dell’effetto di questa NBA corta e spietata. Colpa  della repentina ripresa dopo  il muro contro muro di 6 mesi  fra giocatori e proprietari perdendo quote di mercato importanti. Addirittura il  34 per cento in meno del gruppo del Madison Square Garden  che adesso sta recuperando grazie al colpo fortunato del “Marziano” Geremy Lin.

Coppa Italia Final Eight, EA7 Milano-Canadian Solar Bologna 82-77

Milano ottiene il pass per la semifinale superando la Virtus 82-77 al termine di un match equilibrato dall’inizio alla fine. Anche a Torino, Milano conferma i soliti cronici difetti. La squadra di coach Scariolo é infatti capace di partire fortissimo toccando anche il +17 al termine di un primo quarto praticamente perfetto, per poi mollare di schianto tanto da permettere a Bologna, nel terzo quarto, non solo di rientrare in gioco ma addirittura di mettere la testa avanti. A quel punto Scariolo ha trovato nelle triple (13/29) la chiave di volta per tornare in vantaggio e ottenere una qualificazione che potrebbe dare il là positivo alla stagione di Milano. Orfana di Mancinelli e con Rocca non al meglio a causa dell’influenza, l’Olimpia ha potuto contare sull’ottima regia di Cook (10 punti e 5 assist), sulla solidità di Bremer (12) e Nicholas (10) e la sostanza di un Bourousis finalmente decisivo (14 punti, 8 rimbalzi e 3 recuperi). Dalla panchina Scariolo ha poi scovato risorse importanti da Melli (11) e Hairston. Priva delle giocate di Poeta, Bologna h aperso la chiave più importante del suo gioco. Vitali é stato al di sotto delle sue potenzialità (-5 di valutazione) e non sono bastati un grande Koponen (23 punti e 8 assist, 3 di valutazione) e un Douglas-Roberts suntuoso nel secondo tempo, ma assente ingiustificato nel primo, per evitare il ko e la terza sconfitta consecutiva dopo quelle in campionato con Milano e Cremona.

EA7 Milano-Canadian Solar Bologna 82-77
(31-14, 45-34; 64-58)
Milano: Cook 10 (2/2, 2/3), Bremer 12 (0/4, 4/7), Gentile 8 (2/4, 1/3), Fotsis 12 (4(8, 1/5), Bourousis 14 (3/5, 1/2), Giachetti, Mancinelli ne, Hairston 5 (1/1, 1/2), Nicholas 10 (2/4, 2/5), Rocca (0/2), Filloy ne, Melli 11 (3/3, 1/2). All. Scariolo
Bologna: Vitali 5 (1/4, 1/5), Koponen 23 (5/9, 4/8), Gailius 2 (1/1), Sanikidze 9 (3/7, 1/3), Gigli 9 (3(5, 1/2), Douglas-Roberts 18 (5/0, 1/2), Poeta ne, Quaglia ne, Lang 11 (5/7), Person ne, Werner ne, Vitali M.. All. Finelli
Arbitri: Cerebuch, Lo Guzzo, Seghetti
Note – Tiri liberi: Milano 9/11 Bologna 7/11. Rimbalzi: Milano 32 (Bourousis 8) Bologna 33 (Sanikidze 8). Assist: Milano 11 (Cook e Bremer 5) Bologna 17 (Koponen 7)

Final Eight Coppa Italia, Montepaschi Siena-Banco di Sardegna Sassari 70-60

Come da pronostico é la Montepaschi Siena la prima semifinalista della Final Eight di Coppa Italia. Nel primo quarto di finale in programma, i campioni in carica di coach Pianigiani, saliti a Torino per il quarto successo di fila, superano 70-60 il Banco di Sardegna Sassari, sin qui la vera sorpresa della stagione. In semifinale Siena troverà la vincente dell’altra sfida di questa sera tra Bologna e Milano. Alla squadra biancoverde é bastato il minimo sindacale per avere la meglio sui sardi (decima vittoria di fila in Coppa Italia), appena un paio di parziali (decisivo ai fini della vittoria risulterà il 16-0 messo a segno nel primo quarto), un Mc Calebb “normale”, un positivo Andersen (13 punti, 9 rimbalzi e 3 assist sul referto finale) ed un cecchino Moss dalla distanza (4/6 nelle triple) in una gara che non ha regalato le emozioni attese alla vigilia. A parlare del resto sono i numeri: dopo i 41 punti del primo tempo, i campioni d’Italia nel secondo hanno rallentato vistosamente segnandone appena 29. Il minimo necessario per non farsi superare. Esce comunque a testa alta, invece, la Dinamo, che arrivava a Torino reduce dalle cinque vittorie consecutive. Va comunque elogiato lo spirito della formazione sarda, che seppur priva del suo leader Travis Diener, portato in panchina solo per fare numero ma non utilizzato da coach Sacchetti, resta in partita fino alla fine grazie ai canestri di Hosley (15 punti, 9 rimbalzi, 5 recuperi e 3 assist) e dell’altro Diener, Drake, arrendendosi solo ad un minuto dalla fine quando Hosley fallisce la tripla del possibile -3 che avrebbe sicuramente reso alquanto emozionati gli ultimi sessanta secondi.

Montepaschi Siena-Banco di Sardegna Sassari 70-60 (22-12, 41-33; 53-45)
Siena: Mc Calebb 15 (6/9, 0/3), Moss 16 (2/5, 4/6), Carraretto (0/2, 0/1), Stonerook 2 (0/1, 0/1), Andersen 13 (5/11, 0/1), Zisis 4 (1/3), Rakocevic 2 (1/4, 0/3), Thornton 2 (1/2, 0/1), Ress (0/3), Michelori 6 (3/4), Lechthaler ne, Aradori 10 (2/3, 2/2). All. Pianigiani
Sassari: Pinton 1 (0/1), D. Diener 12 (3/7, 0/4), Hosley 15 (2/7, 2/7), Plisnic 12 (2/8, 2/4), Easley 10 (4/10), Devecchi (0/1), Metreveli, Binetti ne, T. Diener ne, Sacchetti 8 (1/4, 2/3), Vanuzzo 2 (1/2, 0/1). All. Sacchetti
Arbitri: Sahin, Taurino, Begnis
Note – Tiri liberi: Siena 10/11, Sassari 16/20. Rimbalzi: Siena 35 (Andersen 9), Sassari 45 (Easley 10). Assist: Siena 12 (Andersen 3), Sassari 13 (Pinton 9). Usciti per falli: D. Diener

Yao Ming ha la Linsanity

Ormai è passato – e tutto in poche settimane – da oggetto del mistero a rivelazione fino a essere considerato autentica conferma tra i più grandi campioni del basket Nba della regular season in corso. Jeremy Lin non va più scoperto, semmai atteso gara dopo gara, applaudito gesta dopo gesta: a incoronare sponsorizzare il play di origine taiwanese, dopo le recenti prestazioni, c’è anche la voce dell’ex cestista Yao Ming che ha chiuso antitempo la propria carriera di giocatore per problemi a un piede. L’ex Huston Rockets, a proposito di Lin, ha dichiarato:

“Se continua a giocare così, potrebbe diventare un All Star. Lin sta gestendo la situazione in maniera perfetta, in campo e fuori. I tifosi qui in Cina sono elettrizzati per le imprese di Jeremy, i titoli sono tutti per lui. La sua storia è in prima pagina su tutti i giornali: non è stato scelto al draft, ha firmato un contratto minimo, nel primo anno nella lega ha giocato pochissimo. Poi, ha un’opportunità e in una serata diventa il padrone di New York”.

Pare che, a detta di Ming, lo stato cinese sia in preda a quella che si è ormai soliti definire la Linsanity (la follia per Lin)In Cina:

I grandi del basket, Elgin Baylor

Ancora un grande del basket a stelle e strisce, ancora un campione del basket che fu, quello con le canotte aderenti ed i pantaloncini che somigliavano a slip. Elgin Baylor non ha avuto gli onori che avrebbe meritato, né ha messo in bacheca titoli a ripetizione, ma chi lo ha visto giocare al fianco di Jerry West giura che i Minneapolis Lakers (poi Los Angeles Lakers) devono molto a quella che è considerata una delle migliori ali piccole della sua generazione.

31,3 la sua media punti all’università, sebbene il ragazzo avesse cambiato molte scuole per via della scarsa propensione allo studio. Ma la franchigia gialloviola non ebbe dubbi quando si trattò di scegliere nel draft del 1958, facendo di tutto per portare Elgin Baylor in prima squadra.

Nella notte magica di Lin ecco Marco Belinelli bum-bum

Nella Lin-mania, diventato in pochi giorni un  prodotto di largo consumo, ormai assurto quasi a gloria nazionale, tanto che il presidente Obama, anch’esso un  illustre meticcio,  gli ha mandato i complimenti dopo aver visto in Tv il suo canestro della vittoria a Toronto a mezzo secondo dalla fine, c’è una serata di gloria anche per Marco Belinelli.

Con 22 punti e 6 bombe, un solo errore dall’arco in tutta la gara, a Milwaukee la guardia bolognese  riporta al successo gli Hornets dopo oltre un mese di sconfitte (ultima vittoria il 9 gennaio) mentre sono ancora fuori  gli altri due azzzurri. Bargnani ha giocato solo 13 partite su 31 per lo stiramento al polpaccio e poteva far comodo sia contro i Knicks  che per arrestare mercoledì notte la marcia dei San Antonio (9° successo consecutivo firmato manco a dirlo da Tony Parker, 34 punti con 12/12 dalla lunetta e 14 assist). Il  Galli tornerà invece  fra 20-25 giorni per il problema della caviglia, è molto dura  l’assenza del suo giocatore-collante per Denver che ha fuori anche Nenè e Mozogov e segnato solo 84 punti a Dallas. La squadra di Nowitzky  inanella successi su successi anche se davanti ha San Antonio che adesso vince anche fuori pareggiando  il bilancio on the road (8/8), e toccando per la prima volta il 70% di successi  passa al 4° posto mentre Oklahoma (33 di Durant) battuta di un punto dalla mina vagante Houston (96-95) perde il 1° posto che torna ad essere Chicago (24/7, 77,4%, nonostante i guai alla schiena di Derrick Rose)  e Miami (23/7, 76,7) è seconda ma in serie positiva.

Legadue, a Forlì stipendi congelati dopo il k.o. di Bologna

Il pesante tonfo di domenica a Bologna contro la Conad, ha lasciato non pochi strascichi in caso MarcoPoloShop.it. Dopo la riunione del direttivo di ieri, il club romagnolo ha rinnovato la fiducia a coach Nenad Vucinic: i provvedimenti sono stati presi nei confronti della squadra, così  come si apprende nel leggere un comunicato della società:«Il consiglio ha rinnovato la fiducia al coach, definendo in pieno accordo con il settore tecnico il nuovo assetto della squadra e le determinazioni di mercato che verranno annunciate entro mercoledì prossimo. Contestualmente il consiglio ha deciso la sospensione temporanea di parte degli emolumenti dei giocatori». Appare inoltre molto probabile taglio di Brad Wanamaker (21 punti ma anche 8 palle perse contro la Conad) a favore dell’ingaggio di un lungo americano.