Marco Bonamico, è giusto che Legadue chiuda bottega ?

Spread the love

“In effetti ha una sua dimensione, sacrificabile solo per un progetto ambizioso dei nostri club. Come dice Monti, bisogna fare sistema”

Intervista a cura  di Enrico Campana

La grande transition, il passaggio a nord-ovest della situazione sarà la fusione fra Legadue e DNA in un campionato a 36 squadre, e Marco Bonamico sarà uno dei traghettatori, ruolo ingrato perché in fondo è riuscito a create un campionato-laboratorio arrivato per primo sui telefonini

Bonamico, per l’addio della Lega due al basket avete fatto le cose in grande, quasi un funerale alla napoletana…

“Prima era A2..poi Legadue, e siamo cresciuti come presenze nei palazzetto, audience tv e stampa. Non mi sembrava il caso di ordinare la carrozza nera e il tiro da otto, considerato che se noi è Legapallacanestro sapremo cogliere questa opportunitá potremo fare molto bene”

-Perché mai, si chiede la gente, deve chiudere il campionato che unisce l’Italia, dalle Alpi alla Sicilia

“In effetti Legadue ha una sua dimensione, sacrificabile solo per un progetto  ambizioso per i nostri club”

– Questa chiusura del campionato “dalle Alpi alle  Piramidi” è farina del sacco della Federazione o una progressivo schiacciamento da parte di Legabasket?

“La Federazione ha voluto questa riforma, noi lavoreremo per renderla sostenibile ed appetibile per tifosi media e sponsor
 La differenza fra i vostri club e quelli della A in sostanza qual è, a parte non avere Roma e Milano?

“In Italia siamo il primo tra i secondi campionati, le nostre società hanno un radicamento fortissimo sul territorio, per molti Legadue è la giusta dimensione per fare basket ad alto livello, e poi Napoli, Trieste, Verona, Bologna e Brescia non sono pizza e fichi…”

–   La NBA si espande, l’Euroleague si espande, il basket italiano rimpicciolisce, colpa dei funesti tempi, o per fare gli americani abbiamo perso l’identità?

“Parafrasando Monti, non riusciamo a fare sistema, ciascuno guarda il proprio orticello , la crisi è reale ma non deve diventare una scusa per tutto”

-Quanta è la responsabilità del sistema, o della classe dirigente?

Ovviamente le responsabilitá principali sono di noi dirigenti”

– – In questa sua specifica esperienza, ci può far capire se Legadue è un piccolo pianeta velleitario, una scopiazzatura di grande basket,  o solo sconosciuto ai più?

Tutto il basket é poco conosciuto e poco presente sui media nazionali, tv comprese, noi abbiamo cercato, per quanto possibile di ampliare la nostra esposizione utilizzando le nuove tecnologie, partite sul web e da quest’ anno interviste online entro 30 minuti dalla fine delle partite”

–  Tre ragioni per un epitaffio di lusso a questo campionato?

Nessun epitaffio…siamo ben vivi”

–  Senza Legadue ne soffrirà anche la Lega maggiore e tutto il basket, anche se forse troppo semplicisticamente la riforma prevede la nascita di una A virtuosa saldando Legadue e dilettanti?

“Una delle funzioni del secondo campionato è quella di preparare le societá alla serie superiore, continueremo a farlo”

– Questa saldatura che non si sa se a caldo o  a freddo, può provocare contraccolpi, rigetti e sparizione di altri club?

“Potrà succedere, anche se credo che il peggio sia passato”

– Quale è stato nella sua gestione il  maggior problema?

“Convincere qualcuno dell’ importanza di marketing e comunicazione”

-.Quale invece  la scoperta piacevole?

“Risposta facile: lo staff di Legadue”

– La sua molla è stata un buono stipendio e una larga autonomia?

“La seconda…ma sono comunque un privilegiato”

– Si  rimprovera qualcosa?

La lista é lunga..direi non essere riuscito a convincere il consiglio federale e leghe che la wild card era una sciocchezza”

– Cosa siete riusciti a fare di vostro nel …vostro piccolo, che vi contraddistingue?

Sponsor del campionato, doppia copertura televisiva, crescita di pubblico audience e spazi sui giornali, partite online…ma sopratutto un campionato mai scontato.”

–  Pensate di aver dato un contributo tecnico importante,o di aver vissuto in un clima da riserva indiana per giovani italiani un po’ delusi e un parking per giocatori stranieri, tipo la D-League americana?

“Ex  americani di Legadue popolano i migliori campionati europei ed anche la NBA…brave le nostre squadre a sceglierli e farli crescere”

– Perché è mancato un “dialogo sociale” fra istituzioni  del basket in questi anni, eppure  Meneghin fu salutato come il salvatore della patria.

Dino ha avuto un peso fondamentale nella rifondazione delle nostre Nazionali e nel marketing della federazione. Non dimentichiamoci che agli europei in Lituania ci ha qualificato lui e non gli azzurri…e si è trovato tra le mani i problemi arbitrali che conosciamo…Il basket semplicemente non puó prescindere dalla sua figura. Il ritorno di Gianni Petrucci consentirá al nostro sport di avere due assi di briscola…Questa volta la partita dobbiamo vincerla”

– Con 8 stranieri per squadra, il basket italiano non è più riconoscibile, non conviene liberalizzare e creare un campionato italiano ad hoc, di produzione?

“Conviene rendere economicamente appetibile far giocare gli italiani e su questo stiamo lavorando”

– Il presidente dei giocatori ha parlato di disastro sociale, molti dirigenti di vertice hanno pubblicamente ribadito più volte che uno straniero costa di meno di un italiano, di chi è la colpa di questa disoccupazione, centinaia di posti di lavoro che vengono a mancare, i capitani delle ultime due nazionali che faticano a trovare posto

Il sistema non ha risorse sufficienti per oltre 100 squadre i cui componenti, giocatori e staff vivono con i proventi del basket. Agli alti livelli per trovare posto basta abbassare le pretese. L’ obbligo degli under ha poi creato ulteriori problemi. Stiamo lavorando per premiare chi utilizzerá i giovani italiani, ma per il futuro senza obblighi”

– Avrebbe una proposta fattibile più che intelligente in generale per risollevare il basket?

In due  parole fare sistema. Abbiamo bisogno di manifestazioni che attirino l’interesse di pubblico e media, se ci sará interesse torneranno i grandi sponsor”

– Parliamo della nuova A-2 come sarà, come si chiamerà, cosa vorrà?

“Il nome sará importante, pensiamo al calcio, Lega pro è chiamata da tutti C1e C2, perchè non chiamarci semplicemente Serie B e Serie C? È poi non cambiamoli piú”

– Quale sarà il meccanismo di selezione?

La  FIP ha approvato 2 gironi  verticali con 2 extracomunitari per  squadra, la formula é quella che mi preoccupa di piú, non amo particolarmente i playout, credo siano poco interessanti. Le formule devono essere di facile comprensione e non roba da iniziati”.

Quanti saranno gli stranieri, 1, 2 o 8 anche qui?

“Ad oggi gli extracomunitari saranno 2, andrà valutata con attenzione la posizione dei cittadini italiani non formati in Italia”

– Possibile mettere un limite d’età?

“Nessun limite di etá ma importanti incentivi per chi fará giocare i giovani”

–  Sarà professionistico o semiprofessionistico?

Saremo fuori dalla legge 91 e sará un vantaggio
– Perché non fare due conferences ben strutturare, con norme inflessibili, per selezione naturale poi si può arrivare a un unico campionato?.

Ad oggi sono previsti 2 gironi di 16 squadre ciascuno, con interscambio playoff-playout, ma anche nella DNA di quest’anno erano previsti 2 gironi e ne è rimasto uno. In pratica penso che la formula dovrà  tener conto condizioni economico-finanziare dei club”

– Chi gestirà questa B-League o come la si vorrà chiamare, Legadue o la LNP?

“L’importante è che la struttura sia snella e che abbia l’ autonomia organizzativa per crescere, formula, calendari, comunicazione e marketing dovranno essere gestiti internamente, con una gestione sportiva autonoma per i diversi campionati, in accordo con la Federazione
Sarebbe poco lungimirante non sfruttare le competenze che i collaboratori e dipendenti di Legadue hanno dimostrato sul campo, i presidenti vanno eletti e la palla sarà in mano alle società”
– Sarai lei il presidente o avrà l’incarico di  “uomo marketing”?. Se il presidente non sarà lei,  chi proporrà  e perchè?

“Non è una questione di nomi ma di risultati della gestione, quelli di Legadue non devo essere io a giudicarli. Legadue mi ha chiesto di essere presidente e direttore generale. In questo momento penso che la politica debba ascoltare le esigenze delle parti sociali, nello sport come nella vita di noi cittadini. Se potrò portare avanti quanto costruito in questi anni sarò disponibile”.
– Le riforme fatte a tavolino sono sempre teoriche, basta guardare alla A dilettanti con le tre wild card..
“La vera riforma la farà la situazione economica, il mondo è cambiato ma qualcuno pare non se ne sia accorto. E non sto parlando dei giocatori che stanno vivendo la crisi come i club. Tutto pesa sulle spalle dei club che devono fronteggiare un calo dal 30 al 50% negli introiti pubblicitari. Non adeguare tassazione, contributi e stipendi alla realtà condannerebbe molti club alla sparizione.
– Cosa hai detto alla presentazione a Napoli per scaldare gli animi?
“Faceva già abbastanza caldo…Battute a parte, siamo il campionato che dalle Alpi arriva alla Sicilia, in cui gli italiani sono protagonisti, visibile a tutti su Rai , Tv Private , Web e da quest’anno anche smartphone e tablet…Il nostro pubblico è in continuo aumento, anche nei palazzetti, abbiamo sponsor e partner che credono nel nostro modo di comunicare,questa è la dote che vogliamo portare nel futuro”

[email protected]

Riproduzione Riservata

Lascia un commento