Squadre storiche: Chicago Bulls ’91-’98

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Nella rubrica delle squadre storiche di basket non poteva certo mancare una menzione per i Chicago Bulls dell’era Jordan, quando la franchigia della Central Division conquistava tutto il conquistabile, grazie alla personalità del suo uomo migliore ed un quintetto tra i migliori mai scesi su un parquet.

Siamo agli inizi degli anni ’90, Michael Jordan è già una stella internazionale, con record personali conquistati con una facilità impressionante. Eppure i Chicago Bulls non avevano riuscivano a portare a casa la finale NBA, uscendo battuti sempre sul più bello.

Ma nella stagione 1990-’91 il vento cambiò ed i Bulls si apprestavano a diventare una delle squadre più forti di tutti i tempi, capaci di conquistare due three peat in meno di un decennio. 61 vittorie in quella stagione magica per i Chicago Bulls, che valevano l’accesso alla finale di Conference e poi alla finalissima contro i Lakers di Magic Johnson.

Era l’anno giusto per salire per la prima volta sul trono d’America e Jordan & Co. lo sapevano fin dall’inizio, tanto che quella finale non ebbe storia e si concluse con un umiliante 4-1. Il numero 23 dei Bulls si aggiudicò il titolo di MVP sia per la stagione che per i play-off, ma la storia era appena iniziata ed ogni appassionato di basket era consapevole dello strapotere dei neo-campioni, destinati a non fermarsi più.

Nel ’91-’92 altra stagione straordinaria, altri record da frantumare con ben 67 vittorie nella stagione regolare e solo due squadre da battere per sollevare il secondo titolo consecutivo. Le vittime sacrificali nella finalissima furono i Portland Trail Blazers, sconfitti per 4-2, mentre Jordan si confermava miglior giocatore della stagione e dei play-off. L’anno successivo arrivo il three peat, il terzo titolo consecutivo, al termine di una stagione straordinaria culminata con il 4-2 rifilato in finale ai Phoenix Suns con un tiro di John Paxson sul suono della sirena.

Una squadra che marciava ad un ritmo impressionante e che sembrava destinata a vincere ancora a lungo. Ma un fulmine stava per abbattersi sulle teste dei tifosi dei Bulls, allorché Jordan annunciò il ritiro, qualche mese dopo la tragica scomparsa del padre.

Seguì una stagione non all’altezza delle precedenti per i Bulls, che comunque continuavano a contare sull’apporto di giocatori come Scottie Pippen, Will Perdue, Horace Grant ed il rookie Toni Kukoc. E nel marzo del 1995 arrivò la notizia che nessuno si aspettava: Jordan era pronto al rientro, deciso a riprendere da dove aveva lasciato. I Bulls riuscirono a qualificarsi per i play-off, ma poi dovettero arrendersi di fronte a quelli che di lì a qualche settimana sarebbero diventati i campioni Eastern Conference, gli Orlando Magic.

Ma ormai i tempi erano maturi per tornare grandi e – anche grazie all’acquisto di Dennis Rodman – i Bulls riuscirono a riconquistare il titolo, al termine di una stagione che li vide sconfitti solo 10 volte in 82 partite. Stagione straordinaria, bissata immediatamente con 69 vittorie e 13 sconfitte, prima di strapazzare gli Utah Jazz John Stockton e Karl Malone nella serie finale. E nel ’97-’98 arrivò il secondo three peat in pochi anni, al termine di una stagione regolare fatta di 62 vittorie e culminata con la finale ancora contro gli Utah Jazz, battuti per 4-2.

Finisce qui il periodo d’oro dei Chicago Bulls, una delle squadre più forti che abbiano mai calcato un parquet.

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