Gallinari resta a Milano che va anche su Tiago Splitter

I giocatori portano in tribunale la NBA che reagisce cancellando le partite dall’1 al 15 dicembre, ripresa a febbraio? Si riapre il mercato europeo, Casspi torna al Maccabi, Pau Gasol dice sì al Barcellona, che fanno Bargnani e  Belinelli?

  • Un altro lunedì nero per il basket,  salta ancora l’accordo con la NBA  che offre il 47 per cento degli utili mentre i giocatori sono irremovibili sul 52 per cento, e adesso la partita più difficile nella storia della Lega Professionistica si giocherà nel  tribunale del lavoro mentre  la NBA si è dovuta arrendere annullando  tutti gli incontri dal 1° al 15 dicembre, per cui  ormai  tanto mutilata la stagione potrebbe essere cancellata.
  • Dopo 3 mesi e mezzo di muro contro muro nella trattativa per il rinnovo del contratto con i proprietari della NBA, decisi a non mollare, soprattutto a cominciare da Micheal Jordan padrone dei Charlotte Bobcats,  i giocatori hanno deciso ufficialmente  di mettere fuori gioco il  loro sindacato  scioltosi a causa di un “disclaimer of interest”. Si tratta di una   formula  di risoluzione che in pratica   si adotta in presenza dell’impossibilità  di assolvere il proprio mandato.  Spezzatosi il rapporto fiduciario col sindacato, guidato da Billy Hunter, i giocatori hanno deciso di adottare le  stesse tattiche negoziali intraprese  con successo l’11 marzo scorso dal football americano (NFL). E adesso creano  un’associazione di categoria allo scopo di  intraprendere un’azione giudiziaria appellandosi alla Legge Antitrust che tratta le vertenze in cui una parte si sente schiacciata da un potere monopolistico in materia di diritto al lavoro.
  • In questa azione, i giocatori hanno puntato su due prestigiosi avvocati protagonisti su sponde opposte dell’ultima vertenza  contrattuale riguardante la NFL, ovvero Jeffrey Kessler  che rappresentava i giocatori e David Boies  che rappresentava invece  i proprietari e la Lega in una vicenda non meno spinosa di quella del basket.

Roma, l’elementare Baccarini fa basket in via Sforza: “Ridateci la palestra”

Bambini, maestri e genitori in strada: si fa basket in via Sforza – zona centrale di Roma – perchè la scuola elementare Baccarini non ha più la palestra. Improvvisare una sfida di pallacanestro per strada è stato il modo per protestare rispetto alla mancanza della struttura e chiedere

“la restituzione degli spazi adibiti a palestra, attualmente all’interno di una caserma situata dentro lo stesso edificio, destinata ad essere dismessa e venduta”.

Megafono in una mano, palla arancione nell’altra: le motivazioni della protesta sono prestoi esplicate.

“La scuola Baccarini – affermano genitori e professori – è frequentata da circa 200 bambini che non hanno nè una palestra, nè aule destinate ad attività didattiche alternative. Sono costretti a far ginnastica in un’aula al pianterreno priva di attrezzature ed è negato loro il diritto ad una didattica completa. Senza parlare delle strutture: la scuola ha il tetto da riparare e ultimamente si è anche allagata”.

AAA regalasi Virtus Bologna, parola di Claudio Sabatini

Il miraggio Kobe Bryant che ha tenuto banco per un paio di mesi e già annunciato ufficialmente da alcune Tv lascia il posto a una Virtus che naviga in acque agitate col patron che vuole nuovamente passare la mano. E Claudio Sabatini,  si dice pronto a regalare la società, paventando pure il peggio,  ovvero per sua stessa ammissione, di chiudere bottega, forse pressato dall’esposizione per l’acquisto dell’Arena di Casalecchio.

Non è la prima volta che Sabatini lancia il grido di dolore, e puntualmente quando la piazza è scontenta dei risultati e delle prospettive vedendo invece altri grandi club investire (Armani e Mps Siena).

Non si possono scordare le famosa  “lettera dei 57”, il volantinaggio dei “tifosi per il bene della Virtus”,  mentre da ultimo è comparso lo striscione dei FBV, la storica quinta colonna della società. Difficoltà e delusioni a parte, quella della società in regalo e l’invito ad Alfredo Cazzola (col quale ha avuto spesso polemiche aspre) a rientrare  l’idea di regalare il club è una cosa a metà strada fra la boutade e la provocazione. Sempre con un secondo fine… Spegnere la contestazione…

Montegranaro, Sutor cambia il Gm: via Vacirca, c’è Crovetti

Difficoltà ai vertici di Montegranaro, con la Sutor che ha dovuto prendere atto delle dimissioni del General Manager Giammaria Vacirca: il presidente Tiziano Basso ha cercato di capire quali fossero le motivazioni alla base della decisione e dopo aver provato a ricucire lo strappo con Vacirca

(“Stiamo cercando di valutare tutto per cercare di definire la questione nel più breve tempo possibile. Le difficoltà ci sono è chiaro, ma questo è il tempo di essere compatti e uniti. Le dimissioni di Vacirca sono una vera e propria tegola”)

ed essersi reso conto dell’impossibilità di portare a casa il rientro delle dimissioni stesse, ha optato per la nuova nomina di Alessandro Crovetti, scelta dettata dal principio di

“continuità rispetto al passato. Abbracciando con affetto Gianmaria, riconoscendogli di essere stato molto di più di un general manager, bensì un amico con il quale è statao fatto un percorso denso di soddisfazioni che hanno coinvolto tutto il variegato mondo della Sutor Montegranaro”,

si dà il benvenuto a Crovetti nelle vesti di Gm fino al giugno 2012.

Milano, tifosi Armani aggrediti: “Ricordatevi i Bucchi Boys”

Vai a vedere una delle partite della stagione – EA7 Milano-Maccabi Tel Aviv – e ti ritrovi al Policlinico di Milano a farti curare ferite e segnare giorni di prognosi. E’ accaduto lo scorso 20 ottobre (ma la notizia è trapelata solo poche ore fa) a due avvocati milanesi di 37 anni, tifosi della squadra meneghina e abbonati da anni. All’uscita dal Forum di Assago, alla coppia di amici è acacduto di essere picchiati con calci sulla testa. E’ andata pegggio a uno dei due, cui hanno tagliato la parte superiore dell’ orecchio. Si tratta di E.G. e M.E. che, lasciati malconci e doloranti davanti all’automobile di uno dei due, si sarebbero sentiti dire dal gruppo di assalitori: “Ricordatevi i Bucchi Boys“.

Perché l’aggressione

Le prime ricostruzioni portano a dire che i due, da anni in prima fila (il loro posto è dietro la panchina) durante le gare di Milano, abbiano forse pagato – qualora la versione dei fatti denunciata ai carabinieri trovasse riscontro – la presa di posizione contraria nei confronti di Piero Bucchi:

Basket A1, Acea sponsor Virtus Roma

Messo in archivio il rischio di una scomunica simbolica, la Virtus Roma ha trovato il suo sponsor per la stagione 2011/2012: si tratta di Acea, come reso noto dalla società di basket e dall’azienda attraverso un comunicato congiunto in cui manifestano

“grande e reciproca soddisfazione per aver raggiunto un accordo di sponsorizzazione dell’azienda capitolina con la società di pallacanestro per la stagione sportiva 2011/2012”.

Le parole di patron Claudio Toti sono di soddisfazione evidente:

“Considero un privilegio il poter legare il nome della Virtus, nella quale per anni io e la mia famiglia abbiamo profuso passione ed impegno, con quello prestigioso dell’Acea, una società che opera ai massimi livelli di credibilità e di successo nei settori dell’acqua, dell’energia e dell’ambiente, valori facilmente correlabili al mondo dello sport. Sono certo che insieme Acea e Virtus sapranno ben rappresentare il nome di Roma ad ogni livello: di spettacolo e risultato, di etica, di messaggio positivo per i giovani. Dopo alcuni anni in cui Acea ci aveva già affiancato come co-sponsor ha deciso con nostra grande soddisfazione di compiere il passo per diventare main sponsor e title sponsor”.

Identico entusiasmo anche per Giancarlo Cremonesi, presidente di Acea:

Ultimatum della NBA, giocatori spaccati!

La decisione mercoledì: una cinquantina di giocatori sostenuta dai superagenti pronta a sciogliere il sindacato mentre i bigs sono sulla linea dura di Derek Fisher

  • E’ scattato l’ultimatum della NBA e i giocatori hanno tempo fino a mercoledì per rispondere  e sembra che per l’ennesima volta diranno no. Il presidente del sindacato giocatori Derek Fisher ha detto che non  voterà l’offerta dei proprietari, anche se molti media statunitensi sostengono che si prevede un ribaltone con la riunione dei 30 leader sindacali dei club prevista per oggi. Anche se i giocatori hanno ancora 24 ore di tempo,, hanno già cominciato a muoversi per il grande golpe.
  • Secondo ESPN  gli ‘indignati’ hanno cominciato la raccolta di firme per raggiungere quel 30% tenuto a presentare la proposta di scioglimento  al  Comitato Nazionale di Lavoro degli Stati Uniti. In totale 130 giocatori necessari per formalizzare questo atto  per iscritto, cosa che Paul Pierce pensa di poter ottenere in due giorni  anche se per ora i dissidenti sarebbero  una cinquantina.

Basket, delude il sabato in tv. Si cambia orario!

  • IL PUNTO – Poco più di 104 mila spettatori e lo 0,7, il basket  inferiore alle attese  e La7 per  questo  La7 anticipa alle 16.10  dal prossimo sabato volendo un traino forte per il suo Tg. E scende in campo Petrucci: “Basket, devi cambiare!”
  • Ammucchiata in testa. Sarà vero equilibrio?  Solo squadra ancora al palo, la neo-promossa Casale,  anche se accarezza  il sogno di battere una Milano  che trattandosi di Armani è ancora “imbastita”, senza contropiede e intanto si rafforza con Oliver Stevic, 25 anni, 2,05, sloveno di confine in arrivo da Oldemburg.
  • Chi sale al vertice della classifica, soffre della sindrome della “palla avvelenata”.  Nei ranghi era rientrata subito  Cantù a 30 anni dall’ultima volta che aveva guardato tutti dall’alto, è successo altrettanto a Caserta, perché  a Varese  Carlo Recalcati ha sconfitto l’allievo Pino Sacripanti  al quale affidò la Under 20, l’unica squadra azzurra ad aver portato due medaglie nell’ultimo lustro, quello del declino.
  • Caserta è stata perciò  defraudata da un legittimo diritto di figurare come la vera  capolista dopo 4 giornate, colpa non solo del  campionato dispari, della A con 17 squadre, alla faccia del codicillo della discussa Convenzione Lega-Fip che specificava che mai questo sarebbe successo.   Avendo l’Alta Corte di Giustizia Sportiva ammesso a tavolino  in extremis Venezia  – facendo saltare il principio del diritto sportivo acquisito sul campo –  di fronte al pericolo di  una “prospettiva falsata” era scontato che la Lega fornisse per questa stagione il ranking stile America. Puntualmente  sempre in ritardo sui tempi, troppo incardinata su logiche  assai lontane da una “par condicio” a suggello dell’equilibrio competitivo, magari un salary cap che le bigs però non vorranno mai con la scusa della minor rappresentatività nelle Coppe,  questa Legabasket  dovrebbe provvedere opportunamente  a fornire una classifica reale , basata sulle percentuali vittorie-sconfitte. Come fanno gli americani. Si sarebbe evidenziata che  la vera   capolista del campionato dei giganti   dopo 4 turni era  la  Juve del basket, e cioè Caserta. Fatto promozionale di non poco conto. Diritto e premio  rimasto purtroppo  sotto traccia col sistema della classifica legata ai 2 punti,  e  che in  un sistema basato sul valore dell’immagine e il rapporto con gli sponsor, sempre più carenti di questi tempi, contribuire a creare anche un indotto, un valore aggiunto.

Treviso a lezione da Enrico Campana: il Diritto dello sport

E’ penna di fama nazionale, profondo conoscitore della pallacanestro e professionista in grado di sviscerare del basket anche gli elementi più nascosti. Il lustro di Enrico Campana parla ormai da sè.

Eppure, la competenza di uno dei giornalisti più autorevoli in materia è tale da sorvolare spesso e volentieri l’esclusivo rapporto con la palla arancione per indagare a 360 gradi l’intero contesto sportivo.

La penna di punta di questo blog, infatti, nell’ambito degli incontri con personaggi ed esperti del mondo dello sport con gli allievi del Masters in Strategie per il Business dello Sport di Verde Sport-Benetton a Treviso, giovedì 3 novembre terrà una relazione sul “diritto sportivo”, per far luce sulla cosiddetta giustizia sportiva e le sue particolarità rispetto alla cosiddetta giustizia ordinaria.

Il Masters prepara ogni anno i futuri manager dello sport  in collaborazione con l’Università Ca Foscari di Venezia, prevede lezioni e incontri con i campioni e viaggi d’aggiornamento all’estero per visitare grandi organizzazioni sportive.

Una NBA con 82 partite non serve a nessuno!

Lo dice il Commissioner David Stern dopo una nuova rottura nella trattativa accusando il legale del Sindacato dei Giocatori.

Non è ormai più possibile offrire una stagione completa. Non ci può essere ormai una stagione degna di una vera NBA, mancano i presupposti. Ci scusiamo con i lavoratori, i tifosi e gli imprenditori colpiti “.

Il giorno di Halloween, la tradizionale vigilia dell’inizio del campionato professionistico che cade il 1° novembre, David Stern non poteva essere più esplicito  dopo il fallimento dell’ultimo incontro tra i proprietari e il sindacato giocatori per cercare di chiudere la vertenza per il rinnovo del contratto che va avanti dal 1° luglio. Quattro mesi di lotta sindacale aspra e che nemmeno l’intervento di  Barack Obama, grande appassionato di questo sport, è riuscito a sbloccare anche se la cima sarebbe vicina perché l’accordo balla su un 2% cento che sembra più, a questo punto, una questione di principio più che di sostanza.
Preoccupatissimo, il Commissioner della NBA  ha accusato  Billy Hunter, il legale del sindacato giocatori, per la nuova rottura:

Billy è uscito dalla stanza e se n’è andato dicendo  che non scenderà di un centesimo sotto il  52%. Abbiamo provato a fare un’ultima offerta ma ci ha risposto  che ormai era finita“.

Lockout Nba, non si gioca fino al 30 novembre

Nba ancora in alto mare: il lockout non si ferma e la Lega americana cancella iulteriori due settimane di regular season, visto che – è ufficiale – non si giocherà almeno fino al 30 novembre. Il che equivale a dire addio ad almeno un altro dato: le 82 partite che normalmente danno vita alla fase regolare nonle si potrà giocare tutte.

Altro niet dopo tre giorni consecutivi di trattative: lo scoglio insormontabile, tra giocatori e proprietari, è sempre quello, la ripartizione delle risorse, altrimenti noto come Basketball Related Income (BRI). I primi non scendono oltre il 52% (dal 57% precedente) degli introiti, i secondi puntano al 50-50.

Il passaggio eventuale dal 57% al 52% comporterebbe per i cestisti oltre 1,5 miliardi di dollari di perdite in 6 anni; dall’altro lato, i proprietari affermano che la divisione a metà porterebbe alle franchigie di recuperare una parte consistente (280 dei 300 milioni) delle perdite accumulate nell’annata passata. David Stern, commissioner Nba, ha affermato:

Dino Meneghin al convegno “Cultura sportiva tra governance, società ed impresa: un secolo di basket in Italia” all’Università di Siena

  • In occasione dei Novant’anni dalla nascita della Federazione Italiana Pallacanestro, l’Università degli Studi di Siena ha organizzato per venerdì 28 ottobre il convegno “Cultura sportiva tra governance, società ed impresa: un secolo di basket in Italia” a cui parteciperà anche il presidente della FIP Dino Meneghin. Il Convegno, a cura della Facoltà di Scienze Politiche, si terrà dalle 9.00 presso l’Aula Magna del Rettorato (via Banchi di Sotto 55) e dalle 15.00 presso la Facoltà di Scienze Politiche (via Mattioli 10).
  • Il Convegno sarà concluso dalla Tavola rotonda “Il basket nel nuovo millennio” (inizio ore 16.30). Parteciperanno anche il presidente di Lega Nazionale Basket Fabio Bruttini, il CT della nazionale Pianigiani, gli ex CT della nazionale Sandro Gamba e Valerio Bianchini che cura l’angolo tecnico di “Sottocanestro”, rotocalco settimanale del venerdì di La7 (ore 24, nel prossimo numero illustrerà il gioco del pick and roll).  Per quanto riguarda il Comune di Siena, Massino Bianchi terrà una relazione sulla storia di questo sport a Siena che data dal 1907. I lavori saranno introdotti dal rettore dell’Università di Siena Angelo Riccaboni e dal preside della Facoltà di Scienze Politiche Luca Verzichelli.

Toti tradisce Bargnani. Amen

Sempre di tradimento si tratta anche se, stavolta, non ha nulla a che vedere con patti vincolanti e assunti in maniera duratura. Claudio Toti avrebbe dovuto comunicare in giornata se accogliere la proposta di ashleymadison.com e accettare il milione e mezzo pronto a essere messo sul tavolo per garantire alla Virtus Roma l’acquisto temporaneo di Andrea Bargnani. Alle 13.30 la comunicazione del patron del club capitolino: da una parte le pressioni della Santa Sede (con il Vaticano a un tiro di schioppo) e l’aurea sempre vigile di quel che è moralmente giusto; dall’altra cash e uno sponsor canadese che stimola e organizza appuntamenti extraconiugali. Non si avevano dubbi sulla scelta di Toti, che ha confermato:

“La sponsorizzazione avrebbe giovato dal punto di vista economico, ma avrebbe messo in discussione alcuni principi. Non tradirò i valori dello sport. Anzi, attraverso la fondazione Silvano Toti aiuteremo ancor di più chi non ha avuto fortuna nella vita. Cercheremo uno sponsor che abbia valori sportivi ed etici”.

Evitato l’imbarazzo, si torni al rosario di una ricerca spasmodica dello sponsor. Magari Edizioni San Paolo. Per carità, nulla da dire: è una scelta che ci sta. Ma il contrario, ecco, non avrebbe scandalizzato: perché o moralisti sempre o mai. Men che meno per convenienza. Vabbè: almeno la Messa è finita molto prima di quella cui ci sta facendo assistere Sabatini con Bryant.

Toti: Bargnani o il Vaticano?

Quanto c’è di vero e a che punto sono le trattative che portano l’Nba Andrea Bargnani verso la Virtus Roma? Le voci si rincorrono da giorni: l’ex Stella Azzura, attualmente in quota ai Toronto Raptors, gravita in orbita Virtus anche per la concomitante estensione del lockout Nba. Il nome di Bargnani era stato precedentemente accostato anche a Montegranaro: la Fabi Shoes aveva messo gli occhi sull’ala pensand che un eventuale ingaggio potesse essere sostenuto economicamente grazie al concomitante accordo commerciale tra il quasi 26enne (Bargnani compie gli anni i prossimo 26 ottobre) e l’azienda produttrice di scarpe. Il player avrebbe spalancato il mercato Usa all calzaturificio italiano. Non se n’è fatto più nulla.

Bargnani e Roma, il contatto

Premessa d’obbbligo: Bargnani sta attendendo gli sviluppi delle riunioni fiume tra proprietari dei club e cestisti Nba in Italia. Si sta allenando presso il centro sportivo della Stella Azzurra e, ogni tanto, esprime i prprio pensiero e i prorpi auspici inerenti alla serrata in corso via twitter. In un clima di attesa costante, si è insinuato un rumors capace di farsi largo con il pasare dele ore. Ci sarebbe uno sponsor – un sito che favorisce inconti extaconiugali – in grado di garantire il denaro utile per assicurare a Roma la presenza temporanea di Bargnani.

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