I grandi del basket, Alonzo Mourning

Una mole imponente, un futuro già scritto sin da quando muoveva i primi passi alla Georgetown University, portando a spasso quei 2o8 centimetri di altezza. Lui è Alonzo Mourning, uno dei più grandi centri della sua generazione, sebbene la concorrenza negli anni a cavallo del nuovo millennio fosse agguerrita e ben armata.

A puntare sulle sue capacità furono per primi gli Charlotte Hornets, squadra senza troppe ambizioni, ma comunque ben posizionata nella Esatern Conference. L’impatto di Mourning con il mondo dei professionisti fu eccezionale, se si considera la media di 21 punti e di 10 rimbalzi a partita.

Grazie a lui gli Hornets riuscirono a qualificarsi per i play-off ed a superare il primo turno, prima di essere eliminati dai New York Knicks. La stagione successiva non fu proprio esaltante per Charlotte, sebbene Alonzo sfornasse prestazioni al di sopra della media.

I grandi del basket, Glen Rice

Molte canotte indossate in carriera, pochi titoli vinti, ma la consapevolezza di essere uno dei più grandi cestisti cresciuti sui parquet americani. Lui è Glen Rice, cresciuto a pane e pallone a spicchi nella University of Michigan, dove polverizzò un record dopo l’altro, portando il college alla vittoria nella Final Four del 1989.

Ottima capacità realizzativa sia da sotto che da lontano, tanto che nei quattro anni di college riuscì a mettere a segno la bellezza di 2442 punti. Nessuno come lui prima di allora, nessuno come lui negli anni seguenti, tanto che ancora oggi l’istituto sta cercando il suo erede.

Numeri che fanno impressione e che non potevavo non attirare l’attenzione delle franchigie dell’NBA, prima fra tutte Miami Heat, che scelse di puntare sulle sue prestazione alla fine degli anni ottanta. I Miami in quegli anni non rappresentavano il meglio del basket a stelle e strisce e Rice risentì della mancanza di esperienza della squadra. Nonostante ciò, le sue prestazioni furono sempre al top, specie nell’ultima stagione, quando riuscì a mettere a segno ben 56 punti in un solo incontro, con sette triple su otto infilate nel cesto.

Nba risultati 22 febbraio 2012

Nba a go go nel corso della regular season del 22 febbraio 2012: in campo ventisei squadre per tredici partite che hanno saputo offrire settacolo e sorprese. Unico italiano in campo, Marco Belinelli che pare essersi sbloccato in maniera definitiva sulla scia dei netti ed evidenti progressi messi in luce dai New Orleans Hornets, capaci di avere la meglio sui Cleveland Cavaliers, battuti con il punteggio di 89-84.

L’italiano ormai viaggia a medie assolutamente positive e degne di nota: doppia cifra, per lui, per la nona partita consecutiva e apporto decisivo al lavoro del roster. Belinelli chiude con 19 punti (8/13 1/4 2/2), 3 rimbalzi e 1 assist in poco più di 33 minuti spesi su parquet.

Che le sue, a fine gara, siano parole di giubilo, va da sè:

San Antonio a fine corsa, Miami insiste

Miami resta al top avvicinando l’80 di successi (26/7) con LeBron (18 punti) per una sera il 4° marcatore dietro Wade (30), Bosh (20), Mario Chalmers (20) e la conferma della matricola Norris Cole (12, 8,6 di media).

A Portland, piazza notoriamente ostica, San Antonio mette invece in campo le riserve dopo 11 vittorie consecutive, restano in panchina Parker e  Duncan che valgono certamente quei 40 punti di differenza che costituiscono la peggiore sconfitta  della squadra di Gregg Popovic negli ultimi 15 anni.  E non bisogna dimenticare gli assenti  Ginobili e Tiago Splitter che sarà l’All Star Game delle promesse dove per l’Europa ci sarà Ricky Rubio e l’attrazione sarà Jeremy Lin.

Settimana Nba Sky Sport dal 22 al 26 febbraio 2012

Una settimana eccezionale di grande basket su Sky Sport, con due gare della NBA, il week end dedicato all’All Star Game di Orlando con il prologo della partita delle promesse con Jeremy Lin.

Questo il programma: notte fra martedì 21 e mercoledì 22 Grizzlies-Filadlefia (Fed Ex Forum di Memphis)  live ore 2, repliche mercoledì ore 14 e 21 su SS 2HD, 3 di notte fra mercoledì  22 e giovedì  Mavericks-Lakers, repliche giovedì ore 12 e 21.55 Extra HD.

Giovedì  23 il rotocalco settimanale NBA Action 20.30, SS Extra D.

Infine il wek end dell’All Star di Orlando (Amway Center, 24-26 febbraio) con la doppia partita delle stelle con Parker, Nowitzky e Marc Gasol per l’Europa nella gara maggiore e Ricky Rubio in quella delle “promesse”.

Knicks senza pace: Deron Williams “oscura” Lin

L’eroe del turno di lunedì notte è Deron Williams con 38 punti, 8 triple che ha “oscurato” al Madison un Lin  positivo  (21 punti,7 rimbalzi, 9 assist, 4 recuperi, 3 perse, 6 falli) che ha minori colpe dei compagni, a cominciate dal rientrante Melo Anthony (4/11, 11 punti, fuori da 6 gare)  che ancora una volta è riuscito a far impazzire la maionese, metafora del concetto di squadra. L’acquisto  che un anno fa lo strappò ai  Denver in cambio di Gallinari e Mozgov non ha portato i risultati voluti, e Mike D’Antoni è tornato sotto il 50 %  di vittorie (16/17)   la sera dopo aver fermato i campioni di Dallas  anche se con la nuova sconfitta Boston (15/16) è salita al 2° posto nell’Atlantic Division.

I fatti del giorno sono due. Le vittorie in trasferta  dei Nets di Deron Williams che, ricordiamo, durante la serrata si era tenuto in forma giocando in Turchia,  di Orlando a Milwaukee (Howard 28, 10/14 nei liberi, 16 rimbalzi mentre il turco  Yliasova ha catturato ancora più rimbalzi offensivi che difensivi, stavolta 9/6 contro i 13/12 della sera precedente) e l’11.a di San Antonio, la più lunga “striscia” della Lega quest’anno.

Lin ferma Dallas, per D’Antoni ha un cuore immenso

I campioni cedono nel finale, il taiwanese migliore con 28 punti, 14 assist, 5 recuperi. Grande giornata anche degli europei Ersan Yliasova, Ricky Rubio e Marcin Gortat. New Orleans ha licenziato l’ex senese  Summers.

L’IN-cantesimo continua. Nella incredibile  riscossa di New York, Jeremy Lin si conferma il profeta (8 vittorie nelle ultime 9 partite) superando sempre i 20 punti e con una nuova doppia-doppia che ne fa l’indiscussa star, la favola della NBA per essere arrivato a New York con un contratto di 10 giorni, senza potersi pagare l’albergo e la fortuna del merchandising della Lega che non riesce a tener dietro agli ordine di magliette, cappellini, poster, soprattutto da parte del mercato asiatico dove il taiwanese è diventato un mito. Sfuma il confronto con Ya Jianljan, star cinese dopo il ritiro di Yao Ming, oggi ricco imprenditore grazie ai milioni guadagnati coi Rockets, che il coach di Dallas ha recuperato dalla D-League ma non manda in campo, con grande dispetto della stampa per favorire il disgelo delle due Cine.

San Antonio 10 e lode, scivolone casalingo dei Bulls

Si sgonfia di colpo la Lin-Mania per le 9 palle perse contro gli Hornets di Marco Belinelli, the show must goes on, il gioco va avanti e il piccolo turno del sabato s’inchina agli Spurs che battono nuovamente i Clippers,  stavolta però nei supplementari. E grazie a “Sua Immensità”  Tony Parker (30 punti, 10 assist,8/11 nei liberi)  a due canestri da 3 di Gary Neal, il fuggiasco della Benetton ed ex capocannoniere della Spaghetti League, e con la complicità di Chris Paul  che perde palla con i Clippers avanti di 3 punti a 9” dalla fine  e Gary Neal, lo specialista da 3 punti, mette dentro 4” il missile per andare all’overtime dove si ripeterà.

“Ho giocato la peggior partita da quando sono nella NBA”,

Con Belinelli storico record italiano al Madison

Per ben 3 volte in 40 giorni i 3 tenori italiani della NBA hanno vinto nel tempio dei Knicks, Lin (9 palle perse e 26 punti) non basta  contro gli Hornets in formazione d’emergenza. Intanto New York richiama dalla Cina il tiratore  JR Smith. Venerdì 17 sfortunato per il n.17  più acclamato della NBA, Jeremy Lin che dopo aver firmato vittorie consecutive ha la colpa di aver fatto una buona gara e aver usato male la sua misteriosa magia, come dimostrano le palle perse. Sfiorando di entrare nella storia della NBA con una doppia-doppia originale, 26 punti e 9 palle perse che, in ogni caso, rappresentano un record…

A proposito di record, il titolo di questa puntata potrebbe essere “Italians make history in New York”. Nella tempio sportivo della città di Fiorello Laguardia, di Sinatra e Cuomo c’è  gloria quest’anno per i giganti italiani, e il 17 febbraio Marco Belinelli  segnando 17 punti e i due liberi che gelano i Knicks di Lin completa  un trittico promozionale fantastico (iniziato da Bergnani e proseguito con Gallinari) per il nostro basket che  a Torino cerca visibilità senza riuscire a prendere i telespettatori   con le Final Eight che prevedono per oggi al Palaolimpico  le semifinali Siena-Milano e Cantù-Pesaro.

I grandi del basket, Elvin Hayes

Duecentosei centimetri di altezza e 107 chili di peso. Un destino segnato quello di Elvin Hayes, che sin da ragazzo mostrava doti atletiche al di sopra della media ed una capacità realizzativa con pochi eguali tra i coetanei.

Fantastici i suoi tre anni al college, quando con la canotta dell’University of Houston riuscì a stabilirsi sulla media di 30,1 punti a partita. Nell’ultimo anno si tolse anche la soddisfazione della vittoria nella NCAA, battendo il finale la favoritissima UCLA, squadra nella quale militava il giovane Lewis Alcidor, divenuto poi famoso con il nome di Kareem Abdul-Jabbar.

39 punti e 15 rimbalzi per l’ala grande di Houston nell’atto finale del campionato universitario. Una prestazione che non poteva passare inosservata agli occhi dei grandi club, tanto che la chiamata da parte dei San Diego Rockets non tardò ad arrivare.

Chicago batte Boston, Bulls con il miglior record Nba

Nel corso della regular season Nba del 16 febbraio 2012 si sono disputate tre sole gare, con l’occhio di bueevidentemente proiettato su un classico della pallacanestro americana. Si sono infatti affrontate in casa dei tori i Chicago Bulls contro i Boston Celtics in un duello che contrapponeva due delle squadre più titolate della storia della pallacanestro a stelle e strisce. Nella circostanza si sono imposti i padroni di casa che hanno lasciato i Celtiscs otto lunghezze indietro e si sono presi il miglior record dell’intera Nba.

Per i tori si tratta del venticinquesimo successo della stagione dopo la disputa di 32 gare.La buona notizia – norìtiziona nella notizia, direi così – per Chicago sta nel fatto che i Bulls hanno confermato il ritmo nonostante l’assenza di Derrick Rose, fuori per la quarta gara consecutiva per problemi alla schiena. Nel roster di Tom Thibodeau si è distinto Carlos Boozer che ha piazzato 23 punti e 15 rimbalzi ai rivali. Bene anche Luol Deng, con 23 punti e 10 assist, e Joakim Noah (il francese piazza a referto 15 punti e 16 rimbalzi).

NBA più corta, troppi infortuni

Stagione no-stop, quasi tutte le  squadre pagano pedaggio con  infortuni illustri. Sono sempre fermi Bargnani e Gallinari, Col colpo di Lin i proprietari dei Knicks sperano di recuperare il calo del 35 % in Borsa. Stanotte Lin-Belinelli.

E’ l’astro nascente LaMarcus Aldridge, votato starter della squadra dell’Ovest, l’ultima vittima dell’effetto di questa NBA corta e spietata. Colpa  della repentina ripresa dopo  il muro contro muro di 6 mesi  fra giocatori e proprietari perdendo quote di mercato importanti. Addirittura il  34 per cento in meno del gruppo del Madison Square Garden  che adesso sta recuperando grazie al colpo fortunato del “Marziano” Geremy Lin.

Yao Ming ha la Linsanity

Ormai è passato – e tutto in poche settimane – da oggetto del mistero a rivelazione fino a essere considerato autentica conferma tra i più grandi campioni del basket Nba della regular season in corso. Jeremy Lin non va più scoperto, semmai atteso gara dopo gara, applaudito gesta dopo gesta: a incoronare sponsorizzare il play di origine taiwanese, dopo le recenti prestazioni, c’è anche la voce dell’ex cestista Yao Ming che ha chiuso antitempo la propria carriera di giocatore per problemi a un piede. L’ex Huston Rockets, a proposito di Lin, ha dichiarato:

“Se continua a giocare così, potrebbe diventare un All Star. Lin sta gestendo la situazione in maniera perfetta, in campo e fuori. I tifosi qui in Cina sono elettrizzati per le imprese di Jeremy, i titoli sono tutti per lui. La sua storia è in prima pagina su tutti i giornali: non è stato scelto al draft, ha firmato un contratto minimo, nel primo anno nella lega ha giocato pochissimo. Poi, ha un’opportunità e in una serata diventa il padrone di New York”.

Pare che, a detta di Ming, lo stato cinese sia in preda a quella che si è ormai soliti definire la Linsanity (la follia per Lin)In Cina:

I grandi del basket, Elgin Baylor

Ancora un grande del basket a stelle e strisce, ancora un campione del basket che fu, quello con le canotte aderenti ed i pantaloncini che somigliavano a slip. Elgin Baylor non ha avuto gli onori che avrebbe meritato, né ha messo in bacheca titoli a ripetizione, ma chi lo ha visto giocare al fianco di Jerry West giura che i Minneapolis Lakers (poi Los Angeles Lakers) devono molto a quella che è considerata una delle migliori ali piccole della sua generazione.

31,3 la sua media punti all’università, sebbene il ragazzo avesse cambiato molte scuole per via della scarsa propensione allo studio. Ma la franchigia gialloviola non ebbe dubbi quando si trattò di scegliere nel draft del 1958, facendo di tutto per portare Elgin Baylor in prima squadra.