Ben 15 arbitri di A sospesi: l’Aiap verrà sciolta?

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Costa cara la dimostrazione dei fischietti di A inscenata nelle gare dell’ultimo week end. Non sapendo più come puntellare la loro credibilità e per voler sostenere anche la gestione interna che fa capo ai designatori Colucci (consulente pagato della Lega) e Paronelli (rappresenta la Fip ma è appiattito sulle posizioni del collega), l’Aiap aveva deciso di scendere in campo con maglie colorate anziché quelle di ordinanza, di color grigio.

Questo per richiedere l’autonomia e   il rinnovo delle cariche alla fine del campionato, 9 mesi prima dell’assemblea della FIP. Un atto di superbia politica senza precedenti servita solo a dimostrare che l’autogestione degli arbitri è fallita e sconfina in situazioni pericolose per la regolarità dei campionati. Nel comunicato l’Aiap parlava anche di rispetto nei confronti di Lamonica e Creberuch, i due arbitri designati per le Olimpiadi, che si sono ben guardati di dare la loro solidarietà.

La Fip, che avrebbe dovuto immediatamente diffidare gli arbitri comunicandogli le conseguenze ed evitare questa spaccatura, ha quindi sospeso per 7 giorni  ben 15 arbitri di Serie A  da ogni attività federale. Si tratta di MATTIOLI, FILIPPINI, CAPURRO, BEGNIS, POZZANA, SEGHETTI, FACCHINI, GIANSANTI, CHIARI, BIGGI, CAIAZZA, CICORIA, RAMILLI, PROVINI, e il presidente dell’Aiap TOLA.

Erroneamente si è letto  che “gli arbitri hanno manifestato contro le politiche del CIA indossando nelle gare da loro dirette una maglia difforme a quella in dotazione”, hanno invece messo nuovamente la pistola contro la tempia della Fip dopo aver minacciato questa estate di portarla in tribunale.

La Fip avrebbe quindi scelto di adottare la linea dura e  sciogliere l’Aiap nel prossimo consiglio federale. Sarà per questo che capita la tempesta in arrivo il presidente dell’associazione avrebbe parlato di autoscioglimento, un atto ormai formale perché di fatto questa nuova turbativa dimostra che la casta arbitrale praticamente gestisce in proprio le carriere, è al di fuori dal CIA che però a sua volta è un’istituzione zoppicante per quanto il presidente Zancanella stia tentando di lanciare i giovani e promuovere il reclutamento, ma ogni decisione è frutto di compromessi e di scelte politiche territoriali. E anche all’interno della Fip non c’è grandi sintonia con l’attuale gestione che nasce anche una lettura superficiale dei verbali di Baskettopoli e da un buonismo che contrasta col cosiddetto principio di lealtà e correttezza che deve essere la vera divisa di un arbitro.

Il provvedimento  di sospensione è esemplare, però non si capisce perché l’anno scorso la Fip abbia lasciato passare invece la dimostrazione di solidarietà per la sospensione di Fabio Facchini in occasione dei playoff. Sfruttando la presenza della Tv, il presidente dell’Aiap Sabetta e il suo vice Paternicò, quest’ultimo designato al posto di Facchini, si erano presentati in campo col nome di Facchini stampato sulle tute. Per questo Francesco Grotti aveva presentato un esposto, ma il Procuratore aveva assolto gli “agit prop “in servizio permanente scovando il solito cavillo “assolutorio”. Fosse stato un provvedimento esemplare, gli arbitri si sarebbero messi in riga subito, invece c’è stato lo sciopero, poi tanti altri piccoli episodi.

La miglior soluzione, adesso, dato per scontato lo scioglimento dell’Aiap perché lo statuto della Fip non riconosce organismi sindacali, è quello di nominare un commissario ad acta e revocare anche la gestione delle designazioni passando al sorteggio con una lista concordata. Altrimenti converrà ingaggiare arbitri internazionali che saranno ben felici di dirigere le gare della Spaghetti League, e risparmiando sul gettone di presenza l’operazione avrà un costo minimo. Del resto, se c’è la libera circolazione dei giocatori deve essere garantita anche quella degli arbitri che di fatto sono dipendenti della Fip con un contratto a termine.

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