La maledizione dei Maya colpisce il Gallo, Denver 0/22 nelle triple a Portland

La maledizione dei Maya per ora  ha colpito solo nel tiro da 3 punti alcune squadre NBA, e dopo aver vinto 92/74  tirando con 0/22 contro Toront, giovedì notte al Rose Garden  nello scontro fra due squadre reduci da 3 vittorie consecutive Portland ha vinto grazie allo 0/22 di Denver nelle triple, fatto da Guinness per la Lega e che mette a nudo questo aspetto del gioco che per i cestisti del Colorado è una mezza croce, perché loro sono la squadra del run&gun, del “corri e tira”. Bisogna dare quindi conto di questa notte agghiacciante, con 0/6 Iguodala, 0/4 Lawson, 0/3 C.Brewer, 0/3 Hamilton, 0/2 Gallinari, 0/2  Miller, 0/2 Fournier .

Sulla natura bugiarda delle  statistiche si permette, vinta la gara in cui la squadra avversaria è stata superiore in tutto, si permette di fare filosofiaTerry Stotts, l’ex giocatore di Cantù scelto per costruire come coach il futuro di Portland e che dimostra di saperci fare, basta guardare all’innesto della matricola Damian Lillard che vanta numeri da bigs della NBA nella stagione d’esordio pur essendo un piccoletto (1,88) che non schiaccia e fa acrobazie e funambolismi. A volte le statistiche si devono gettare nel fuoco,  non importa tanto  quanto si gioca bene, ma il modo in cui gioca.”, dice mentre il collega sconfitto, George Karl, ammette le proprie carenze forse perché ama il nbel gioco vintage: “Il gioco prevede anche il tiro da 3, e se segni col 33 per cento vinci, e noi non ci siamo riusciti”

Senza Bargnani, i Raptors sono alla quarta vittoria grazie a Calderon e alla difesa

Il Natale porta tante  buone notizie ai  Clippers che festeggiano il record delle 11 vittorie consecutive da quando la franchigia ha lasciato la fredda Buffalo per la calda Los Angeles che li vede per la prima volta davanti ai Lakers grazie all’acquisto la scorsa stagione di Chris Paul, il genio della lampada che ha salvato, come sappiamo,  nelle finale delle Olimpiadi il Dream team dalla sconfitta con la Spagna di Colderon, i Gasol e Ibaka.

I Clippers, in una crescita di squadra marcata (“adesso siamo una squadra che può vincere le partite anche con la difesa”, afferma Paul) pi che imperiosa, legata alle sue star,   sono diventati  con 19/6 al primo quarto della stagione  la seconda formazione della NBA raggiungendo i Knicks Antony-dipendenti nonostante la ricaduta di Billups dopo 8 mesi di assenza. L’altra piacevole notizia è arrivata dal tribunale di Los Angeles che ha respinto la richiesta di risarcimento di 17,3 milioni di dollari  di un’attrice che aveva citato per danni  David Sterling, il padrone (di origine ebraica) dei Clippers, per aver perso tutti i suoi effetti personali  causa il difettoso sistema anti-incendio dell’immobile di Hollywood  di cui Sterling è proprietario.

Nba Gallinari superstar, è lui l’italiano dell’anno

Con 28 punti dell’azzurro, Denver batte gli Spurs di Parker-Duncan-Ginobili e sale al 2° posto della sua Divisione.Per Pallarancione.com è lui il n.1 azzurro. Vince ancora Belinelli, senza Bargnani Toronto vince la terza gara consecutiva.

Superstar night, lo definisce l’intervistatore Tv, passandogli il microfono  che tocca  sempre di diritto al MVP della serata. E’ un’altra  serata  importante per il Gallo da combattimento che fa pendere la bilancia  per Denver. Formazione che dimostra di poter battere chiunque e dovunque, vedi i successi in trasferta con le  rivelazioni della stagione, Memphis e Golden State, e contro gli Spurs  ai quali non basta un Duncan senza età  (31 punti, 18 rimbalzi) per  vincere in Colorado  con  Danilo Gallinari in veste di trascinatore, autore delle due bombe consecutive che tagliano le gambe alla rimonta di  una delle quattro  bigs della Lega.

Nba primo stop casalingo dei Knicks, fermati i Bulls di Belinelli

Il lunedì, il giorno della famiglia nella NBA, è triste per le squadre dell’Est, perché New York paga l’assenza di Anthony con la prima sconfitta casalinga contro Houston di James Harden e  Jeremy Lin, l’ex meteora che l’anno passato fu l’emblema della riscossa dei Knicks di Mike D’Antoni e fece deflagrare la “febbre gialla”, quando si apprestava a toccare l’80 % di vittorie, Chicago perde a Memphis e non c’è nulla da fare per Detroit coi lanciatissimi Clippers che con 10 successi consecutivi migliorano il primato dal club da quando si spostò da Buffalo a Los Angeles.

Per l’Est vince solo Orlando (11/13)  che perso Dwight Howard non si è stracciata le vesti e non manca di afferrare le occasioni propizie con i collaudati Glenn Davis e Jameer Nelson e la bella sorpresa di Nikola Vucevic, il giovane  svizzero-montenegrino che nel giro dei pivot che ruotava attorno a Howard a Los Angeles sembrava il pezzo meno importante, sacrificato dai Sixers assieme a Iguodala per avere Andrew Bynum che non ha ancora messo piede in campo  mentre il 2,13 di sangue slavo, figlio di un ex giocatore-globetrotter e poi coach, è un secondo anno che corre per il titolo del Giocatore Più Progredito (Most Improved Player).

Senza Bargnani, Raptors sulla strada giusta: fine della storia?

Andrea Bargnani ha lavorato per tutta la gara con le mascelle masticando chewing-gum, che in fisiognomica significa nervosismo, e con il Mago fermo per una contusione al gomito destro, c’era anche Kyle Lowry per una contusione alla spalla. Senza due titolari da 32-33 punti per gara,  i Raptors hanno fatto meglio nelle ultime due uscite vittoriose, cosa che non capitava da otto mesi, e soprattutto si sono comprese realtà che per amor di patria e interessi economici non si dicono, perché i due contusi e delusi sono un capitale da 50 milioni di dollari  e credo che i Raptors cerchino di salvare l’investimento e la faccia e stiano cercando di piazzare almeno uno dei due,  e il primo sarebbe certamente l’azzurro che ha ancora 3 anni di contratto, che significa 30-35 milioni, il quale avrebbe dovuto fare faville dopo la sua prima estate dedicata al recupero fisico per il problema al polpaccio e presentatosi con l’atteggiamento di colui che non crede in questa squadra, che capisce forse che in questa squadra ha fatto il suo tempo, come ha manifestato nell’intervista che ha sorpreso Dwight Casey e i suoi dirigenti nella quale ha manifestato palesemente i suoi dubbi affermano “che la situazione è critica, più  o meno siamo l’ultima squadra della NBA”.

Belinelli per una sera fa dimenticare Rose, da riserva a match winner dei Bulls

La maglia n.8 dei Bulls porta fortuna a Marco Belinelli. Da Persiceto, periferia di Bologna, a match-winner del leggendario club di Micheal Jordan coi suoi  6 titoli, orgoglio e vanto di Chicago con 23 mila spettatori a partita all’United Center . Solo 3 settimane fa stava attraversando un momento difficile, la stampa lo dava per declassato, Butler gli era passato davanti come cambio delle guardie, 6 minuti e nessun punto il 21 novembre a Houston, 4 minuti e 2 punti il 28 a Milwaukee, 16 minuti e 1 punto a Dallas, 2 punti e 11 con Filadelfia con 3 vittorie della squadra e il terrore di non farne più parte. Il 4 dicembre i Bulls perdono in casa con Indiana, gioca 24 minuti con 6 punti, forse è un piccolo segnale, la sera dopo, 5 dicembre, con l’infortunio di Rip Hamilton, il giocatore più nevigato della sua squadra, afferra al volo l’opportunità,  segna 23 punti  a Cleveland, da quel momento diventa titolare, è fisso in doppia cifra, fa 22 punti e contribuisce a stoppare New York che fila come un treno, arrivano 5 vittorie nelle ultime 6 gare.,  è un viaggio nel sogno che vale una vita, 19  punti di media in una squadra con due tiratori come Boozer e Deng significa essere un big.

Sulla strada di D’Antoni un altro Melo-show

Per il ritorno al Madison fischi e sfottò  per l’ex coach he subisce 22 punti dal suo ex giocatore nel 1° quarto e incassa la quinta sconfitta con i Laker mancanti di Nash e Pau Gasol.

Battuti  i Raptors nonostante il poco invidiabile record di 20 triple sbagliate su 20, i Trailblazers  prendono coraggio e battono una delle bigs, San Antonio, che perde la sua seconda partita consecutiva e nel giro di sole 48 ore perde pure il sua leadership che aveva toccato lo zenith con l’81,7 per cento (17/4) prima di mettersi nuovamente in viaggio e incappare in due match-trabocchetto contro i sorprendenti Utah Jazz di Millpsap e Jefferson e  fare le conoscenza dell’indiavolato gioiellino dell’Oregon,  Damian Lillard, la miglior matricola della stagione alla sua definitiva  consacrazione  con un  record personale di  29 punti  e la 13sima partita sopra i 20 punti.

Nba non basta Belinelli bomber, Gallo decisivo a Detroit

I Lakers di D’Antoni rilanciano anche i Cavaliers della pulce Irving (28 punti e 11 rimbalzi), e oggi sono solo la 21ma squadra della NBA.

La squadra che avrebbe dovuto far tremare il mondo, costruita attraverso un mercato durato quasi due anni, un tempo maggiore di certe spinose  trattative diplomatiche degne di maggior causa della palla a spicchi,  ha riservato a Mike D’Antoni la settima sconfitta su 11 gare. Mike non ha trattenuto una boccaccia di disgusto, durante l’amara gara, nel vedere i suoi Lakers bombardati dall’alto dai Cavaliers, con Varejao che riceva la palla, finta e sul secondo passo d’entrata schiaccia sul capo di Howard e Artest e orchestrata dalla pulce atomica Kyrie Irving che ha scritto 28 +11 assist al rientro dopo la frattura di un dito, costata  un’assenza di 11 giornate.

Bargnani infortunato, i Raptors toccano il fondo

Solito crollo finale, – 18 contro Portland rimaneggiata e protagonista di un record di 0 triple su 20. Squadra sfiduciata, difficile trovare chi si accolli il contratto da 35 milioni di dollari del Mago.

Con 74 punti  i Raptors avevano vinto a Indiana, unica trasferta positiva sulle 15 di  questa stagione . Con 74 punti hanno invece  perso al Rose Garden di Portland  la gara n.14 in una serata a dir poco disgraziata, quando potevano approfittare del record negativo  dei Blazer nelle triple, con 0 su 20, e delle assenze dei titolari Wesley Matthews e Nicholas Batum che hanno costretto Terry Stott a richiamare precipitosamente  dalla D-League lo spagnolo Victor Claver (trovatosi a sorpresa nel quintetto) e Will Barton, lanciare i giovani (interessante la matricola Meyers Leonard, gigante bianco di 2,16 dal fisico armonico arrivato da Illinois,  3 canestri e  in 11 minuti) e puntare su Alekandar Pavlovic (29 anni, 2,01) in ala. Con 10 punti, 5/7 in area, 7 rimbalzi e 5 assist ha ripagato la fiducia del  suo coach il meno quotato dei tre montenegrini della NBA arrivato in Oregon per la sua nona stagione da sopravissuto (5 punti e 1,8 rimbalzi, con la nuova maglia 1,8 e 1,2) passando da Utah, Cleveland, Minnesota, Dallas, New Orleans e Boston.

Gallinari fa tremare i Knicks, Artest rovina D’Antoni

Con 21 punti, 9 rimbalzi, 9 liberi rivaleggia con un Anthony determinato (34 punti), e Denver perde il comando delle operazioni quando Karl lo lascia in panchina. Bergnani 12 punti e nessun libero, i Raptors beccano 15 punti nel 4° tempo.

Un Gallo spettacolare,  da combattimento , fa tremare  nel 3° quarto (16 punti, 23 alla fine)  i Knicks che nel loro Madison  devono sudare le sette camicie  per evitare la prima sconfitta aggrappandosi al rientro di Melo Anthony (34 punti dopo le due gare fuori per una ferita a un dito) e alle unghie e al cuore dell’eterno Jason Kidd (17 punti, record stagionale per il nonno della regia). Andrea Bargnani, ormai  “Mister Indifferenza”  più che Mago, partecipa invece con 12 punti (33 minuti, 5/15, 2/5 da 3, 0 liberi, 2 rimbalzi, 2 assist) alla sconfitta n.11  nelle ultime 12 gare maturata  col solito crollo finale (10/25 nel 4° tempo) contro i Clippers. No, pardon,  contro le scatenate riserve della squadra di Vinnie Del Negro il quale alla sua seconda stagione sta acquisendo personalità,  e per vincere la sesta partita consecutiva  decide di mettere  in panchina i titolari nel 4° tempo, come aveva fatto nella gara precedente con Phoenix.

Notte da star per Belinelli in maglia Bulls

La guardia azzurra segna anche da metà campo e con 22 punti Chicago ferma la corsa dei Knicks reduci da 5 vittorie. Stop casalingo di Memphis, adesso n.1 del ranking  è San Antonio (17/4).

Super-Belinelli  ferma i Knicks reduci da 5 vittorie consecutive, indiscussi leader della Atlantic Division  e protagonisti nei giorni scorsi di  una vittoria importante con i campioni di Miami. Paga ancora la mossa di coach Thibodeau di puntare come starter sulla guardia bolognese (che ha scelto la maglia n.8, come Gallinari)  nel prestigiosissimo club dei 6 titoli di Michael Jordan.

Il terremoto Howard non è ancora finito, ricaduta dei Lakers

L’onda lunga prosegue con le sconcertanti sconfitte della squadra di Mike D’Antoni, l’ultima  domenica firmata dal  22enne montenegrino Vucevic che ha preso il posto della star dei Magic. New York scopre il personaggio Chris Copeland pescato in Europa: perché l’Armani ha preso il ben più costoso Hendrix ?. Ecco gli ultimi trasferimenti.

E’ in fase di assestamento tellurico il terremoto provocato dal trasferimento estivo di Dwight Howard che ha fatto scorrere un flusso di migliaia e migliaia di dollari  segnato il destino di una ventina di giocatori e rispettive famiglie, e di nomi importanti, come il dreamer Andre Iguodala ritrovatosi a Denver per lasciare il posto ai Sixers a Andrew Bynum il quale ha provocato anche il trasferimento del promettente  Nikola Vucevice, centro montenegrino e passaporto svizzero, ritrovatosi nel più ingrato dei compiti: sostituire ai Magic l’idolatrato Dwight Howard,  come centro titolare nella ricostruzione di Orlando dopo 8 stagioni vissute sul mito di “Superman” e la vana speranza di inserirsi nella lotta per il titolo.

Memphis perde la grande occasione a San Antonio

Avanti di 13 nel 4° tempo, viene raggiunta da Ginobili e  con Bayless sbaglia il tiro della vittoria.

Miami ferma Brooklyn, i Bulls non hanno bisogno di Belinelli (2 punti), Houston basket-machine, 124 punti a UtahChicago la mette sulla difesa per respingere l’attacco dei Sixers, squadra brillante che riesce a tenersi a galla in attesa che faccia il suo debutto Andtew Bynum, e riesce a spuntarla  grazie anche a un’ottima serata del suo trio Deng-Boozer-Noah mentre coach preferisce ormai come primo cambio delle guardie Butler a Belinelli che, stavolta grazie anche a un Taj Gibson meno deludente rispetto al contratto multimilionario firmato questa stagione,  ha solo 11 minuti e chiude con 2 punti e 1 su 4. Difficile giocare pochi minuti e sempre sotto esame.

Nel big match del sabato notte che riguarda le prime due del Soutwest, evidentemente scossa dal multone di 250 mila euro e gli strali di David Stern per non aver mandato i suoi quattro bigs a Miami, in una partita attesissima anche dalla Tv,  San Antonio vince per la seconda volta in stagione al supplementare dove stavolta ci arriva a fatica grazie alla tripla mancina dall’angolo dell’eroico Manu Giboli, recuperando 13 punti, parziale 27-14. Memhips, arrivata a Fort Alamo col miglior record, 85%, 2 sconfitte di cui la prima in trasferta coi Clippers nella giornata inaugurale e poi quella casalinga con il Gallinari-show, non riesce a chiudere, e organizza male anche l’azione finale, Mike Conley non se la sente di infiltrarsi in area cercando il fallo e passa la palla  della possibile tripla della vittoria al compagno sbagliato, perché affidarsi a Bayless che ha 1/7  e finisce con 0/4 dall’arco è un suicidio.

Nba per Bargnani altro 4 in pagella, voto alto per il Gallo

Nel lungo venerdì notte i Lakers col nuovo trio Howard-Jamison-Meek  respinge Denver , i Raptors vincono con Phoenix senza aver bisogno del loro cecchino, è un segnale isolato?

Contro il suo maestro D’Antoni che l’ha portato ai Knicks  Gallinari si presenta con un costa to cost con schiacciata mancina, e finisce con19 punti, top scorer della sua squadra fin dal 1° quarto (13 punti, 3/3 dopo 22 minuti, 4/7 alla fine) ,  prova ottima  se pensiamo che non ha avuto molte palle perché la squadra (alla terza sconfitta) ha cercato quasi sempre Iguodala  senza successo.