Il terremoto Howard non è ancora finito, ricaduta dei Lakers

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L’onda lunga prosegue con le sconcertanti sconfitte della squadra di Mike D’Antoni, l’ultima  domenica firmata dal  22enne montenegrino Vucevic che ha preso il posto della star dei Magic. New York scopre il personaggio Chris Copeland pescato in Europa: perché l’Armani ha preso il ben più costoso Hendrix ?. Ecco gli ultimi trasferimenti.

E’ in fase di assestamento tellurico il terremoto provocato dal trasferimento estivo di Dwight Howard che ha fatto scorrere un flusso di migliaia e migliaia di dollari  segnato il destino di una ventina di giocatori e rispettive famiglie, e di nomi importanti, come il dreamer Andre Iguodala ritrovatosi a Denver per lasciare il posto ai Sixers a Andrew Bynum il quale ha provocato anche il trasferimento del promettente  Nikola Vucevice, centro montenegrino e passaporto svizzero, ritrovatosi nel più ingrato dei compiti: sostituire ai Magic l’idolatrato Dwight Howard,  come centro titolare nella ricostruzione di Orlando dopo 8 stagioni vissute sul mito di “Superman” e la vana speranza di inserirsi nella lotta per il titolo.

Bene, come sempre beffardo, il destino ha fatto sì che Vucevic (9,5 punti e 7,9 rimbalzi di media) , come scrivevo tempo fa  notevolmente irrobustito da una decina di chili di muscoli, quelli che mancano al nostro Bargnani, diventasse uno dei protagonisti della clamorosa ricaduta dei Lakers dopo la festosa serata contro Denver terminata con la seconda tripla di Howard nella sue carriera, e  festeggiato come un eroe da una platea di divi e personaggi fra cui Jack Nicholson e Serena Williams. Tutt’altra atmosfera si è respirata  invece allo Staples Center nella notturna di domenica 2 dicembre, seconda gara del micro turno in attesa di vedere lunedì notte al Pepsi Center di Denver  (e anche su Sky Tv) la sfida azzurra fra Gallinari e Bargnani, quando  i Magic-in-progress di coach Jacque Vaughn nel quarto tempo  hanno demolito con 40 punti, parziale 40-26 nell’ultimo quarto, i Lakers ai quali la NBA aveva riservato una passerella iniziale di ben 12 incontri in casa, per riscaldare la voglia di vincere dei tifosi.

E’ successo invece, nel frattempo che i Lakers non hanno  vinto una sola  partite di pre-season,  cambiato 3 allenatori in 17 gare (Mike Brown, Bernie Bickerstaff e Mike D’Antoni) , perso 5 gare su 12 in casa e 4 su 5 in trasferta (quindi 8/9 per il 47%, esattamente come la percentuale nei liberi di Howard il quale domenica ha comincia con 7 errori su 9 dalla lunetta per finire con 7 su 14 nel 4° finale e un totale di 9/21) e ancora  non sanno quando Steve Nash potrà tornare in campo (microfrattura al ginocchio) mentre si apprestano a un raid natalizio di ben 9 trasferte nei prossimi 10 incontri. Che saranno o la rinascita di una formazione che è solo al 3° posto della Pacific Division e sarebbe fuori dai playoff, destino simile a quello dell’Armani, o la tomba di questa squadra e dello show-time di Mike D’Antoni il quale ha vinto solo 3 delle 7 partite, e quindi anche lui  in media con quel 47 per cento (il numero della cabala del morto che parla…) quasi fosse una maledizione.

Ai Lakers sostenuti da un tifoso d’eccezione, David Beckham reduce dal titolo della Soccer League con i Los Angelkes Galaxy, non hanno avuto le prove generose della gara precedente di Jamison e Meeks e non sono stati sufficienti i 34 punti di Bryant (ma con 27 tiri di cui 12 realizzati, e 10 liberi su 11) per consentire a Orlando di vincere per la seconda volta fuori casa, e chiudere definitivamente la stagione di Howard. Il vero show time sono stati i 40 punti dei Magic nell’ultima frazione, con la firma di Afflalo (30 punti) sacrificato da Denver  (segnava ben 15,2 punti)  per far posto a Iguodala, quindi anche lui coinvolto nell’affare del secolo, e le doppie-doppie dei lunghi Glenn Davis e Vucevic e del play Jaamer Nelson, 19 punti e 13 assist in un duello impari col povero Darius  Morris (2 punti, 1 /5, 2/15 nelle ultime 3 gare col 38%).

New York invece se la ride e sfrutta invece il calendario promozionale  inanellando successi interni e avvicinandosi ai livelli dei famosi Knicks di 40 anni fa, come ricordano gli statistici. Ma quella era uno squadrone, questi Knicks vivono sulle lune di Melo Anthony, notevolmente ispirato nelle ultime uscite e visto persino tuffarsi goffamente come un leone marino per tentare di catturare una palla vagante. I suoi 34 punti hanno marcato all’inizio la differenza, poi nella seconda parte della gara  i Suns che non sono niente di speciale con 18 punti e 10 rimbalzi di Marcin Gortat, il miglior centro europeo con Marc Gasol e Nikola Pekovic, hanno ridotto le distanze e con un parziale di 27-17 nel 4° tempo hanno chiuso a meno sette.

Si è rivisto al Madison Stoudemire pronto al rientro, Felton ha diretto bene, senza perdere una sola palla (7 in totale, 4 di Melo e 4 dell’argentino Pablo Prigioni), senza senso l’ostinazione di coach Woodson di iniziare col quarantenne Thomas Kirt, 1070 partite. Approfittando del 300° tecnico di  Rasheed Wallace, espulso dopo 1’25” per proteste, e dell’1 su 11, ha avuto il suo primo momento di notorietà Chris Copeland, ala look rasta-intellettuale  (e difatti è è insegnante di psicologia delle arti) pescato dai Knicks in Europa.

Finiti gli studi in Colorado, ha giocto in Germania e Belgio, strano che se lo siano fatto scappare le squadre italiane, magari l’Armani avrebbe risparmiato 3 volte la cifra spesa per Hendrix per questo moro col volto da star dello schermo, che in Europa viaggiava a 15 punti e 6 rimbalzi per gara ed è stato la rivelazione del camp estivo dei Knicks. Dopo 11 gare ha sfruttato l’occasione, con 8 punti (suo record personale), 3 rimbalzi, 2 assist ma col rientro di Stoudemire e più avanti quello di Shumpert, è difficile che riesca a scardinare le gerarchie volute da Anthony, che di questa squadra è il vero allenatore.

Per quanto riguarda i  trasferimenti, i club stanno sfoltendo la loro formazione fatta una prima valutazione del rendimento dei giocatori, e li mandano nelle squadre satellite della D-League. Brutta sorpresa dell’ultima per Nando De Colo, matricola francese dopo aver segnato 15 punti come starter a Miami e giocato contro Memphis gli Spurs l’hanno mandato agli Austin Toros. E’ stato invece scaricato dai Raptors Dominic McGuire provato in quintetto, per puntare sull’esperienza di dell’esperto francese Mickel Pietrus l’anno scorso ai Boston.  I Warriors hanno mandato l’ala-centro Jeremy Thyler a Santa Cruz, gli Hawks invece la guardia John Jenkins e l’ala Mike Scott a Bakersfield, mentre Houston ha richiamato da Rio Grande Valley l’ala-centro lituana Donatas Motiejunas (ex Benetton) che piace a Siena mandando l’ala Terrence Jones e per la seconda volta la guardia Scott Machado.

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Risultati domenica 2 dicembre: New York-Phoenix 106-99 (34 Anthony, 23 Felton, 15 Chandler + 13 r; 18 Gortat + 10 ri, 17 S.Brown); LA Lakers-Orlando 103-113 (34 K.Bryant,, 10/11 tl,  21 Howard + 15, 9/21 tl; 30 Afflalo, 23 G.Davis + 12 ri, 19 Jam.Nelson  + 13 a; 17 Vucevic + 12 ri)

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