Nba Gallo marca visita, Bargnani a mezzo servizio, vince Toronto mentre “sciopera” Bryant

Fanno storia LeBron e Kobe, due record opposti, come dire dalle stelle alle stalle comne vedremo più avanti. Il duello italiano di Toronto si gioca in infermeria, George Karl non rischia Gallinari  per una sinusite mentre Andrea Bargnani  rientra dopo l’influenza e avendo saltato gli allenamenti di lunedì e del mattino gioca 17 minuti con 4 punti, 2 canestri su 7, 3 triple a vuoto , 1 rimbalzo, 2 perse.

Da cecchino a problema economico il Mago per il suo club che vorrebbe proponendo lo scambio con Boozer dei Bulls rimasto lettera morta. Con altre 2 stagioni davanti e 22 milioni di dollari di salario all’azzurro conviene sacrificarsi e cercare di riguadagnare credito almeno come giocatore tattico perché la star dei Raptors è ormai Rudy Gay che al suo arrivo  a Toronto ha portato una incredibile  ventata di euforia, con 4 successi nelle prime 6 partite e i canestri della vittoria a Indiana e quello a 4,8 secondi di martedì notte contro i Nuggets. Rimessa, palleggio verso il fondo, arresto e comodo jump  dell’ex Grizzlie con la riverenza di Corey Brewer che ha finito la sua prima gara da starter difficile da scordare, per gli errori al tiro (1/7 nelle triple) e non ha fatto nulla per contrastare il match winner nell’ultima azione.

Nba per Gallinari i complimenti di Garnett, Boston salva per miracolo

E’ superbo il match fra le due squadre più “calde” della NBA, fra continui colpi di scena ne esce un superthrilling di 3 supplementari firmato dopo ben 63 minuti da due canestri di Terry, con Denver che raggiunge Boston con un canestro a 0,8 secondi dal tempo regolamentare, ha l’occasione per vincere nei 3 tie-break ma nel primo Lawson non si ripete e la sua sospensione da 3 va lunga sull’innesto del ferro  col tabellone, nel secondo Gallinari in entrata sulla sinistra non riesce a chiudere il sottomano di tabellone, un tiro che non sbaglierebbe mai e sul quale gli arbitri non hanno visto il fallo, mentre nel terzo Andre Miller ha sbagliato da 3, e non solo il tiro ma anche a voler tirare quando mancavano ancora 8 secondi quando uno tanto geniale nel timing e nel passaggio poteva pensare ad altre opzioni dando quasi per scontato che la boccia  più importante sarebbe arrivata fra le mani del Gallo che oltre ad aver già dimostrato su vari campi di avere la tempra del match winner era carico e concentrato segnando la precedente tripla per il 113 pari a 1’57” dalla fine di una delle gare più belle della stagione che premia troppo i Celtics e castiga troppo i Nuggets che andavano per la decima vittoria consecutiva.

Nba Gallo inarrestabile, Jordan torna in campo a 50 anni

La notizia del giorno nella NBA è il possibile ritorno di Michael Jordan per il suo 50° compleanno, che cade il 17 febbraio, anche se potrebbe slittare di qualche giorno, il 20 in casa con Detroit o il 22 con gli ex Bulls a Chicago, naturalmente con  la maglia dei suoi Bobcats coi quali si allena spesso quando non gioca a golf.

L’aveva promesso il giorno dell’ingresso nella Hall of Fame e se  “His Highness” tornerà davvero a giocare (per una sola gara?)   aggiungere un record alla sua storia, mai dire mai  sulla credibilità di questa operazione quando Antwan Jamison assicura che nell’uno contro uno l’anno scorso Joordan  era ancora imbattibile in allenamento.

Imbattibile è in questo momento anche Denver (15-3 dall’inizio dell’anno) che con lo stop di San Antonio dopo 11 vittorie è la squadra più in vista della NBA. Imbattuta dal 20 gennaio, sabato nottem è passata  con autorità a Cleveland spegnendo gli ardori di Kyrie Irving, giovane neo-alla star,     arrivando con  9 successi a un passo dal record dalle 10 del 2004-2005.

Canestro pazzo, “Gallinari make the impossibile”

Se non il più spettacolare  del turno di martedì 5 febbraio il canestro del Gallo alla fine è stato il più pazzo, un gancio campanile concluso con la mano mancina ma quella destra per evitare lo sfondamento  dell’avversario  che ha già preso posizione. Un gamncio che parte dalla cintola  ed entra carambolando di tabellone, e lui che casca a terra.

Siamo nel finale di Denver-Milwaukee, match tradizionalmente sfavorevole  per i Bucks che hanno vinto solo 8 volte su 34 in Colorado. Samuel Dalembert si regala una serata da Guinness, lui alto e  grosso e non molto veloce ma coordinato che da 5,7 punti di media finisce  a 35. Si trasveste da Chamberlain, il gigante caraibico di Haiti firma  il record  nella carriera del 32 e  anche della stagione fra tutti i colleghi del suo ruolo.

Nba Gallinari e la gran scalata da record

Anno nuovo, Gallinari migliore. Chiuso con 7 punti contro Memphis il  bel 2012 che l’ha visto in veste di trascinatore  nell’imbattuta qualificazione europea  della  nazionale azzurra e spuntare un rinnovo di contratto da 8 milioni per stagione, riconoscimento per il buon affare fatto dal club quando arrivò dai Knicks nel giro di Anthony,  il 2013 non poteva iniziare nel migliore di modi perché  nelle 17 gare dall’1 dell’anno ad oggi   ha sempre chiuso in doppia cifra  partendo dai 15,8 di gennaio per  raggiungere  il tetto da quando nel 2008 sbarcò nella NBA con  17,1  punti di media grazie ai  22  di martedì notte contro Milwaukee, una  delle squadre in  forma in cui si è fatto notare come l’emulo di un certo LeBron.

In questo mese  incredibile per Denver che con 17 vittorie e 3 sole sconfitte, in serie vincente da 7 partite, è oggi  la sesta formazione della Lega col 63,3  avendo superato Golden State e messo il fiato sul collo a Memphis (63, 8) il Gallo ha toccato una media-record di  23 punti nel trittico fra il 13 e 16 gennaio (23 Cavs, 21 Warriors, 25 portland)  salando a 24 nelle ultime 3 gare (27 Indiana, 27 Houston, 22 Bucks) e oggi oltre a essere con questa continuità il miglior cecchino della sua formazione è arrivato  al 28° posto guadagnando ben 9 posizioni. In questa scalata palmo a palmo,  si è lasciato alle spalle grandi giocatori, come Howard, e staccato Nicolas Batum per essere il n.2 europeo dietro l’inarrivabile Tony Parker, e il sogno di arrivare all’All Star Game non è lontano.

Nba Gallo si ripete, 27 punti spazzano via Houston

Ancora  in versione  superstar il Gallo che ripete i 27 punti  della gara precedente, 54 punti  in 96 minuti sono lo specchio della sua crescita esponenziale  e l’impatto sulla squadra e nella NBA e potrei fare un taglia e incolla del commento post-Sacramento di 48 ore fa  per ribadire senza impeti sciovinisti che il lodigiano è oggi fra le prime 3 ali bianche della Lega professionistica col suo gioco del tutto simile, come interpretazione di leader  della gara totale, difesa e attacco, a quella di Lebron.

Danilo sveglia  nuovamente la squadra, succube ai rimbalzi tutti catturati dalla piovra turca  Asik  dall’omerico nome ma dal’incarnato latteo, i riccioli ramati, quando capisce che bisogna intervenire in prima persona. E riesce a  rovesciare una situazion che poteva precipitare   fra la fine del 3° quarto  e i primi 5 minuti di quello finale, da 77-85 al 24-3  con una serie di triple pesanti e tiri spettacolari, 12 punti nell’ultima frazione per incassare la vittoria n.29 con una settimana ricca di prospettive perché  dopo le 5 vittorie consecutive che fanno della squadra di Karl la vera novità con i Warriors , anche se Javale McGee, la torre della squadra, è fuori ci sono ottime prospettive grazie al calendario con altre 3 gare casalinghe davanti, venerdì con New Orleans, mercoledì con Milwaukee e il 7 febbraio con i Bulls di Belinelli.

Nba Denver successo thrilling, Gallinari è il Lebron bianco

Meritavo forse pernacchie quando scrivevo che il Gallo era un degno aspirante per l’All Star Game di Houston?  E che, fermo Kevin Love, è oggi fra le prime 3 ali bianche della NBA,  una corta incollatura dietro David Lee, il mancino che con 28 doppie-doppie è parte della sorpresa dei Warriors?

Non voglio dire eresie, ma oggi, sotto i 25 anni, è arrivato a essere l’uomo-chiave della sua squadra e è un pò, con le dovute proporzioni, il LeBron bianco, lo vedi dappertutto, il tiro più importante è suo, interviene per mettere una pezza e per quando c’è bisogno di un gesto di coraggio. Senza un grandissimo Gallinari, miglior marcatore (27 punti) del turno di lunedì notte,  Denver non avrebbe potuto battere Indiana, salire al 6° posto nelle vittorie (28). E da parte sua  Iguodala non avrebbe festeggiato il suo 29esimo compleanno col tiro libero della vittoria nel rocambolesco finale di una partita da rivivere in flash back.

Nba Denver del Gallo vince più dei Knicks di Melo Anthony

Con l’ottava vittoria San Antonio di San Parker  (a proposito: l’altra notte ha voluto tornare in campo con un taglio sopra l’occhio)  rafforza il suo primato, 36 vittorie, e ora sono due più di Oklahoma (34/10) che  pur di un soffio guida  ancora il campionato più planetario di tutto lo sport e che ormai tiene sveglia anche l’Europa.

Nel suo piccolo, Denver  che ha fatto gli straordinari come gli Spurs (45 incontri contro 47 degli stakanovisti texani)  ha stritolato Sacramento, tradita dal lunatico Cousins (3 punti), riuscendo a  esibire  la miglior  rappresentazione  della sua positiva stagione per  portarsi  al 6° posto assoluto come vittorie, ben 27. Significa essere dietro oltre che a Oklahoma, San Antonio e Clippers in frenata brusca (0/4)  per il  problema al ginocchio del suo genio Chris Paul, a -1 da Miami e Memphis ma aver superato – udite, udite –  tutte le squadre dell’Est (Knicks, Bulls, Pacers, Nets) che hanno incassato  26 successi come i Warriors i quali dopo aver battuto Durant e c. a metà settimana si sono un po’ scaricati.

Nba Gallo e Beli continuano la scalata

Sorridono gli italiani, per la verità più Gallinari che Belinelli. Gallo è  il collante della sua squadra, 18 punti e quant’altro,  per il  successo n.26 di Denver che salta sicura la trappola di  Houston grazie alla flessione di  Lin  e alla buona difesa sulla meteora dagli occhi a mandorla, una difesa che rende la vita meno facile al martello Harden, che perde ben  sette palle.  Come primo cambio, Belinelli segna solo 5 punti, in verità gli mancano le occasioni in una serata in cui il tiro da 3 è al minimo (3/14) .

Il rientro di Rose  è nell’aria, c’è troppa euforia, chi deve lasciargli in posto è in tensione, come  Hinrich che eccezionale (22 ounti) nella gara precedente è disastroso (0 punti, 0/5)  e per scampare la maledizione dell’United Center i Bulls con l’eroico Noah (18 rimbalzi) a vincere il duello con l’ottimo trio di rimbalzisti di Detroit, Maxiell-Monroe e Drummond) deve   doppiare gli avversari nell’ultimo quarto (28-14) per il successo n.25 . Partita che vale uno spot importante  per  il giovane  Jimmy Butler che con 18 punti e 9 rimbalzi non fa pesare l’assenza di Deng. Importante anche Tai Gibson, stavolta il succo migliore lo danno i lunghi e non le guardie dove c’è minor qualità.

Nba Gallinari, riesce l’impresa di fermare Super-Durant

Fermare di questi tempi la lanciatissima Oklahoma è un’impresa, ci riesce Denver  nell’overtime per 2 punti, va lungo il tiro per il pareggio di Durant che segna 37 punti con 20-21 dalla lunetta dopo i 52 e 23/23 liberi  della gara precedente e 36 di Westbrook  con 8 rimbalzi e 9 assist, devastante al pari del fenomenale compagno.

Denver non dà mai per vinta, arriva a condurre più volte, non riesce a concludere, vince perché è determinata, rischia, non perde mai la testa, il jolly è Corey Brewer, che non sbaglia nulla, Gallinari  lascia il segno ogni volta che la squadra lo chiama, 18 punti valgono oro per questo successo, ma Denver vince la battaglia ai rimbalzi (52/39) e ben 7 giocatori finiscono in doppia cifra, per Faried stupendo fighter e Koufos, sorprendente, il premio di una doppia doppia. Denver superiore anche nel tiro da 3 e negli assist, il dato che da un valore anche al gioco.

Mister Stern, tutta l’Italia chiede Gallinari all’All Star Game

Parliamo della prossima partita delle stelle.Con 1.591.437 voti Kobe Bryant ha battuto con meno di 7000 voti  LeBron James (1.583.648) nella votazione  per il 62° All Star Game che si giocherà il 17 febbraio al Toyota Center di Houston con le riprese di TNT che raggiungeranno oltre 200 paesi  di 40 lingue.

Sarà la 15esima presenza consecutiva e Kobe eguaglierà Jerry West, Karl Malone e Shaquiller O’Neal. Sono 15 partecipazioni anche per Garnett, il record assoluto è di Jabbar con 19.

I quintetti saranno per l’Est LeBron James (Heat), Carmelo Anthony (Knicks), Kevin Garnett (Boston), Dwayne Wade (Heat) e Rajon Rondo (Boston) il quale festeggia per la prima volta come starter.

Nba Gallinari mette la sua firma nella scalata di Denver

Il canestro decisivo con Portland è di Winston Chandler, ma nell’overtime c’è anche la solita zampata di  Gallinari  e il suo forte imprinting sul risultato con 25 punti, principale riferimento  della sesta vittoria consecutiva che proietta Denver fra le prime 8 squadre (24/16) , perché oltre a essere il top scorer è il migliore anche da 3 (3/6) e nei liberi (6/8) e il più utilizzato (42,25 minuti) da George Karl in una gara difficile da condurre in porto perchè  Portland  con un quintetto supoer ha dimostrato di essere una delle piacevoli novità di questa stagione. Il piccoletto  Damian Lillard, il rookie n.1,non ha tirato molto bene sbagliando la tripla per il 2° supplementare dimostrando comunque   di avere stoffa, con 16 punti, 8 rimbalzi, 5 assist.

Con  Mirza Teletovic  protagonista del break del primo tempo con 2 triple consecutive e 10 punti in 5 minuti e  meritatosi la fiducia nel finale giocando da flash pivot, Brooklyn  ha incassato la settima vittoria, il miglior record, ma Denver dopo aver perso  la seconda volta in casa il 3 gennaio contro Minnesota, la notte dell’infortunio bis di Kevin Love,  ha iniziato una serie di 6 successi  con Utah, Lakers in trasferta, Orlando, Cleveland, Golden State e Portland.

Nba il Gallo becca, scambio Bargnani-Rudy Gay?

Rientrato Howard dopo 3 giornate e sempre fuori Pau Gasol che potrebbe andare sul mercato, i Lakers nel mirino dei bigs “Anni Ottanta”  dopo le 6 sconfitte consecutive,  sono tornati al successo contro i Cavs  privi di Anderson Varejao, miglior rimbalzista della stagione, e bersagliati dagli infortuni  che  hanno vinto solo 9 partite e  banco di prova poco attendibile.

Se la vittoria è stata facile, con 30 punti di scarto come vantaggio massimo che sono diventati 20 alla fine, il segno del nervosismo e del gioco sono le 22 palle perse, ma D’Antoni con 16/21 e 43 partite davanti  ai playoff  ci crede ancora, e  per superare lo shock della pesante sconfitta casalinga con Oklahoma,  ha spronato  la squadra fiducioso:  “La nostra stagione comincia adesso”.

Howard   sostituito  dal velleitario Robert Sacre,simpatico clown ma  tutto da sgrezzare, ha sfruttato le ingenuità della matricola Zeller, e con l’infortunio di Jordan Hills D’Antoni ha riproposto come Sesto Uomo l’esperto  Jamison  ultimamente sentitosi un pò trascurato che  ha compensato la serata-nodi Artest (1/4 da 3, 8 punti).

Nba Gallinari e Belinelli protagonisti, Lakers a rischio playoff

Italiani sempre protagonisti nella lunga notte di venerdì con 22 squadre su 30 in campo, Gallinari 23 punti, top scorer di Denver con  la tripla decisiva a 34” secondi (94-89), mentre Belinelli entrato a un minuto dalla fine del 1° quarto per Rip Hamilton che stava giocando bene è stato tenuto in campo dal suo allenatore e  al Madison ha nuovamente  risposto alla fiducia con 12 punti, contributo di personalità e gioco per la vittoria n.20 dei Bulls che dopo il 3/0 nei con fronti diretti con i Knicks  adesso puntano a riprendersi la leadership della Central Division  essendo a sole 2 vittorie di Indiana e con la prospettiva del ritorno della  sua star Derrick Rose.

Oklahoma ha vinto sul campo dei Lakers, svanito l’effetto-Nash rimangono i problemi di formazione per gli infortuni di Pau Gasol, Dwight Howard e Jordan Hills ed è difficile vincere con Mr.Inaffidable (al secolo Robert Sacre,  simpatico spilungone di Syracuse per ora senza arte né parte) starter al posto di Superman. Mike D’Antoni ha riattivato Jamison e scoperto Earl Clark ma gli ha voltato le spalle la fortuna che gli aveva permesso di battere sul filo un concorrente per la panchina per il grande Jackson, il più titolato coach dell’ultimo ventennio di NBA, invocato dal pubblico.