Nba Gallo e Beli continuano la scalata

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Sorridono gli italiani, per la verità più Gallinari che Belinelli. Gallo è  il collante della sua squadra, 18 punti e quant’altro,  per il  successo n.26 di Denver che salta sicura la trappola di  Houston grazie alla flessione di  Lin  e alla buona difesa sulla meteora dagli occhi a mandorla, una difesa che rende la vita meno facile al martello Harden, che perde ben  sette palle.  Come primo cambio, Belinelli segna solo 5 punti, in verità gli mancano le occasioni in una serata in cui il tiro da 3 è al minimo (3/14) .

Il rientro di Rose  è nell’aria, c’è troppa euforia, chi deve lasciargli in posto è in tensione, come  Hinrich che eccezionale (22 ounti) nella gara precedente è disastroso (0 punti, 0/5)  e per scampare la maledizione dell’United Center i Bulls con l’eroico Noah (18 rimbalzi) a vincere il duello con l’ottimo trio di rimbalzisti di Detroit, Maxiell-Monroe e Drummond) deve   doppiare gli avversari nell’ultimo quarto (28-14) per il successo n.25 . Partita che vale uno spot importante  per  il giovane  Jimmy Butler che con 18 punti e 9 rimbalzi non fa pesare l’assenza di Deng. Importante anche Tai Gibson, stavolta il succo migliore lo danno i lunghi e non le guardie dove c’è minor qualità.

Andrea Bargnani è in panchina, e purtroppo  non fa nemmeno onore agli stilisti italiani come molti colleghi, per primo il suo allenatore Dwight Casey, un figurino da riviste di moda,  presentatosi nell’inverno solatio di Miami in abito chiaro di lino e pochette.  Il guardaroba  del mago romano è scarso,  soliti  jeans e  giacchetta  scura da  saldo di magazzino. I Raptors hanno provato ad offrirlo  ai Grizzlies  assieme a Ed Davis per Gay, proposta respinta al mittente perché intelligentemente Memphis si è tenuta  il suo gioiello, ha sfoltito la rosa mandando a Cleveland tre giocatori per evitare la luxury tax e ha lanciato  Darrell Arthur, giovane ala-alta di 2,08 di Kansas, la sorpresa della serata, MVP con  20 punti e 9 rimbalzi .

Toronto da metà dicembre è una delle squadre più divertenti, ha trovato con l’infortunio di Bargnani e Lowry  (e se vogliamo anche quello di Valaciunas) la formula giusta con la regia di Calderon, le  rotazioni di un gruppo di guardie e ali  giovani, di talento e atleticamente dotate come i vari  Ross, DeRozan, Ed Davis, Jamir Johnson) e la sorprendente metamorfosi di un globetrotter dei campionati europei, quell’Alan Anderson che la Virtus Bologna tagliò troppo frettolosamente  che ha cominciato alla grande ma poi è riuscito a sbagliare 6 tiri nel supplementare dove il match winner è stato Dwayne Wade, non inferiore nella notte della 37esima tripla-doppia di LeBron (con 11 assist !) anche se Ray Allen, grande errore di mercato di Boston, confermandosi il n.1 della Lega nelle triple con un record di 2,79 per gara, ha chiuso  nell’overtime con la tripla del 120-114 una gara che si era fatta complicata.

Ha ragione Maljkovic, uno dei migliori coach europei quando dice le statistiche sono come i bikini, fanno vedere molto ma non la cosa più importante. In effetti osservando le statistiche, con 53 rimbalzi a 28 e 24 liberi su 38, sembrerebbe di aver assistito a un vero massacro, invece con ben 14 triple su 31,  il 5/6 di Calderon e l’ingresso di Anderson che poi nell’overtime è stato dannoso (4 su 12)  e una difesa di squadra energica, anche se Wade e LeBron sono immarcabili quando decidono di darci dentro (67 punti in due, il 60 per cento complessivi), hanno fatto soffrire la squadra campione che ha evitato la quarta sconfitta casalinga. Miami ha tesserato il controverso Chris Andersen ma viste le difficoltà ha preferito non mandarlo in campo, e la gente almeno ha soddisfatto la curiosità di ammirare il suo tatuaggio come se fosse un’opera d’arte.

Il calvario dei Lakers è proseguito a Memphis, e non si potrà più parlare della fortuna (a parte quella economica, perché strappare un triennale dai Lakers a stagione iniziata è  come vincere alla lotteria) di Mike DAntoni. E’ deciso che Pau Gasol sia il sesto uomo e Earl Clark, più atletico, promosso starter, e poi Howard  torna a farsi male alla spalla e deve lasciare il campo dopo 14 minuti e con due soli liberi segnati. Altro scombussolamento, tutto  come prima se non peggio perché  si tratta della quarta sconfitta consecutiva, dalla settima in trasferta e la decima nelle ultime 12 e con 17/24 la squadra alla quale aveva no già assegnato il titolo in estate con Howard elevato a bue api, un totem, rischia con una nuova sconfitta di andare sotto il 40 per cento. E tanto è stato forte il chiasso in estate, e tanto assordante adesso il silenzio  del vertice del club di fronte a un crollo stile Wall Street.

Con uno spot di Brook Lopez, il centro con più punti nelle mani perché va a che a tirare da 3, hno spot  utile per entrare nelle 7 riserve della squadra dell’All Star Game  annunciata nelle prossime ore,  Brooklyn ha vinto a Minnesota, successo n.26, uno più dei Knicks che però rimangono al 1° posto dell’Atlantic Division. Non c’è stata storia per la formazione di PJ Carlesimo (10 vittorie su 12 per il coach italo-americano) contro  i resti di una squadra priva della sua star Kevin Love e  di altri 3 titolari, con Rubio reduce da 9 mesi di stop . Ma qui bisogna aprire anche una parentesi: credo che lo spagnolo sia  sopravvalutato,  perfetto (forse..)  optional con la squadra al completo, ma incapace il Peter Pan di mettersi la squadra sulle spalle per il fisico, la mancanza di un tiro da fuori, un arresto e tiro, di giocare anche guardia, la tigna che ad esempio permette alla trottola portoricana Barea di fare sempre qualcosa di buono.

Oklahoma mantiene il 1° posto (33-10)  perdendo  a Golden State con 42 punti soli nel 2° tempo e 19 palle perse e  perché Curry-Lee segnano 53 punti contro i 43 del duo micidiale, anche se per la verità Kevin Durant è all’altezza della sua fama (33 punti, 9 assist, 11/12 nei liberi, 3 stoppate e si perdonare 6 palle perse) e Westbrook riesce a stento a segnare 10 punti, 3 soli canestri su 16 tiri, 5 padelle da 3, 6 perse e appena 4 assist).  I Warriors sono la nuova realtà, riescono a vincere anche con un centro di riserva l’africano Ezeli che  come attaccante vale ancor meno del connazionale “senese” Eze, San Antonio è la prima ad arrivare alle 34 vittorie e passa al 2° posto assoluto (75,6%) vincendo la 15esima partita casalinga  senza Tin Duncan e coach Gregg Popovich, con Tiago Splitter  MVP e annunciando l’ingaggio dell’australiano Aaron Baynes, 2,10, 25 anni, visto in Euroleague con l’Olimpia Lubiana (13,9 punti, 9,8 rimbalzi).

Il cambio di panchina, col debutto nella NBA di Lindasy Hunter, ex guardia vincitore di due titoli, ha provocato una forte reazione a Scaramento  di Phoenix, Scola a Gran Dragic i più motivati, mentre i Kings sono stati traditi dalla pessima serata di tiro del loro piccoletto,  Isiah Thomas.

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Risultati mercoledì 23 gennaio: Houston-Denver 95-105 (23 J.Harden, 5/5 tl, 7 pe, 6 Asik + 13 r; 20 W.Chandler, 18 Gallinari); Chicago-Detroit 85-82 (18 J.Butler, 9 r, 10 Noah + 18 r, 5 Belinelli , Hinrich 0/5; 13 B.Knight, 6 Maxiell + 11 r); Miami-Toronto 123-116 OT (35 Wade, 9/15 tl, 31 L.James , 6/7 tl, 10 r, 11 as, 12 Bosh + 12 r, 2 Haslem + 10 r; 20 Al.Anderson, 4/12 da 3, 17 Calderon, 5/6 da 3); Charlotte-Atlanta 92-104 (27 Sessions, 6/6 tl, 2 Biyombo + 10 r; 30 Josh Smith + 13 r, 21 Korver, 12 Ivan Johnson + 15 r); Memphis-Lakers 106-93 (20 Arthur, 9 r, 19 Conley, 12 Gay + 11 r, 12 Z.Randolph + 10 r; 29 K.Bryant, 7/8 tl, 15 Artest, 13 P.Gasol, 2 Howard, 0/4, 2 r, 14 minuti); Minnesota-Brooklyn 83-91 (15 Kirilenko, 11 Barea, 8 a; 22 Br.Lopez, 10/16, 18 Joe Johnson , 18 Deron Williams, 8 a); San Antonio-New Orleans 106-102 (25 T.Splitter, 10/11, 5/6 tl, 7 r, 24 T.Parker, 13 a, 0 Diaw in 27 minuti; 17 E.Gordon, 16 Ryan Anderson, 15 Vasquez + 11 a, 8 A:Aminou + 12 r); Utah-Washington 92-88 (16 Millsap + 15 r, 15 Hayward, 10 Jefferson + 11 r; 15 M.Webster, 6 Okafor + 12, 14 Wall); Sacramento-Phoenix  96-106  (16 T.Evans, 15 Cousins + 15 r, 12 T.Robinson + 14 r; 21 Scola, 7 r,  19 M.Beasley,  12 G.Dragic + 11 a) ; Portland-Indiana 100-80  (27 Aldridge, 20 Lillard, 14 JJ Hickson + 13; 22 George , 7 r, 21 D.West), Golden State-Oklahoma 104-99 (31 Curry, 3/14 da 3, 6/6 tl, 7 a, 22 D.Lee + 12 r, 20 Landry; 33 Durant, 11/12 tl, 9as, 3 st, 6 pe, 16 Martin, 10 Westbrook,  3/16, 0/5 da 3, 4 a, 6 pe)

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