Nba Gallinari e la gran scalata da record

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Anno nuovo, Gallinari migliore. Chiuso con 7 punti contro Memphis il  bel 2012 che l’ha visto in veste di trascinatore  nell’imbattuta qualificazione europea  della  nazionale azzurra e spuntare un rinnovo di contratto da 8 milioni per stagione, riconoscimento per il buon affare fatto dal club quando arrivò dai Knicks nel giro di Anthony,  il 2013 non poteva iniziare nel migliore di modi perché  nelle 17 gare dall’1 dell’anno ad oggi   ha sempre chiuso in doppia cifra  partendo dai 15,8 di gennaio per  raggiungere  il tetto da quando nel 2008 sbarcò nella NBA con  17,1  punti di media grazie ai  22  di martedì notte contro Milwaukee, una  delle squadre in  forma in cui si è fatto notare come l’emulo di un certo LeBron.

In questo mese  incredibile per Denver che con 17 vittorie e 3 sole sconfitte, in serie vincente da 7 partite, è oggi  la sesta formazione della Lega col 63,3  avendo superato Golden State e messo il fiato sul collo a Memphis (63, 8) il Gallo ha toccato una media-record di  23 punti nel trittico fra il 13 e 16 gennaio (23 Cavs, 21 Warriors, 25 portland)  salando a 24 nelle ultime 3 gare (27 Indiana, 27 Houston, 22 Bucks) e oggi oltre a essere con questa continuità il miglior cecchino della sua formazione è arrivato  al 28° posto guadagnando ben 9 posizioni. In questa scalata palmo a palmo,  si è lasciato alle spalle grandi giocatori, come Howard, e staccato Nicolas Batum per essere il n.2 europeo dietro l’inarrivabile Tony Parker, e il sogno di arrivare all’All Star Game non è lontano.

Traducono quel che dicono di lui  i colleghi americani dopo il successo con i Bucks che è arrivato con un 19-4 finale negli ultimi 6 minuti, quando il Gallo ha sollevato l’ascia di guerra e la sua formazione ha vinto ancora una volta con la difesa:

“E’ stato decisivo in questa serie vincente e nelle ultime 6 partite ha segnato 21 punti di media, con 5 rimbalzi, facendosi notare per la forte mentalità offensiva”.

In effetti, nell’arco delle ultime 5 partite ha segnato più di Kobe Bryant, mil maggior cecchino in attività e con quella media sarebbe all’8° posto del ranking con Stephen Curry, dietro solo i grandissimi che naturalmente hanno molti più tiri a disposizione.

Denver che non vinceva 7 partite consecutive da 2 anni e 2 mesi si è trovata sorprendentemente  sulla propria strada un giocatore dato per declinante, e che ha giocato a 32 anni  la partita della vita. Arrivato in estate a Milwaukee dopo 8 stagioni importanti coi Sixers, e poi le ultime due a Sacramento e Houston, arrivato da Haiti  in America con un bel fisico di 211 centimetri per essere sgrezzato  Seton Hall, l’università di Nicos Galis e Kaunenas,  Samuel Dalembert è stato il principale protagonista della notte al Pepsi Center con una doppia pesantissima, 35 punti e 12 rimbalzi.

“Tutto mi veniva facile”,

ha dichiarato Samuel  che fino ad oggi  aveva avuto un flash di notorietà in questa stagione solo per aver segnato la sua prima tripla di una valida carriera.  Più forte sotto canestro con Dalembert e Larry Sanders, il nuovo re della stoppata, e il turco  Ilyasova in penombra, i Bucks hanno pagato la difesa  aggressiva dei Nuggets sulle guardie Monta Ellis e Jennings tenuti sotto il 50% del loro standard.

Con Howard fermo da 3 gare i Lakers hanno vinto a Brooklyn  la terza gara consecutiva  e non bisogna essere maligni su questa correlazione, a parte il trentello di Brook Lopez e un Williams sotto il suo standard, la squadra tradita dalla panchina e da Wallace e Johnson non ha sfruttato un grande vantaggio ai rimbalzi. Mike D’Antoni è stato premiato dalla sua scoperta Earl Clark, unica doppia, Bryant è tornato a tirare molto e sono calati gli assist, Jamison ha sostituito nel quintetto lo squalificato World Peace il quale agganciato al collo Knight per prendere un rimbalzo sembrava non volesse più mollarlo e avrebbe meritato per più di una giornata di squalifica.  Gasol non è stato convincente e il suo coach l’ha chiamato in panchina nel finale, utile flash del pittoresco Sacre nel secondo quarto ma Lakers inferiori al rimbalzo . Nash è stato importante, ma i Nets hanno fatto di tutto per perdere questa partita, il &/23 e 1 solo assist dei cambi dice tutto.Sconcertato e deluso PJ Carlesimo che aveva rilanciato la squadra prendendo il posto di Avery Johnson: “Da quello che ho visto non sono per niente incoraggiato”.

Chi invece è stracontento della sua squadra è Frank Vogel. Dopo aver perso a Denver per una brutta serata di tiro, Indiana è arrivata sul tetto della Central Division davanti ai Bulls di Belinelli smentendo la nomea di squadra con pochi punti  e passando da una media di 90,6 a 106. “La mia è una squadra motivatissima, divertente da vedere e da allenare”, ha detto il coach che con l’assenza di Danny Granger ha fatto di Paul George una stella, un giocatore vicino ormai ai bigs come capacitò di essere determinante e fare spettacolo.

Infine, con 23 triple su 40 tiri, Houston ha toccato 140 punti coi Warriors, record eguagliato . Orlando aveva segnato 23 tiri su 37 a Sacramento nel 2009. Il bombardamento porta la firma di Jeremy Lin che dopo alti e bassi ha giocato la miglior partita. Guarda caso il mito del giocatore dagli occhi a mandorla sbocciava proprio un anno fa quando gli affidò i Knicks, malmessi come i Lakers di quest’anno. La favola  del ragazzo filiforme e intelligente di una famiglia di immigrati taiwanesi  che da sconosciuto  arriva nella Grande Mela con un contratto di 10 giorni, costretto a dormire su l divano di un amico,   trasforma i Knicks e riaccende l’entusiasmo del Madison prosegue con un contratto da oltre 10 milioni di euro.

E la conferma che non si è trattato di una meteora. Nelle pieghe della sua incredibile storia ha trovato conferma anche una notizia da noi data un anno fa, che ormai deluso dall’America aveva già firmato un pre-contratto con Teramo, per soli 100 mila dollari. Mentre aveva la valigia in mano gli arrivò la chiamata di D’Antoni che ha la vista lunga del talent scout come dimostra il lancio di Earl Clark, per un soffio Houston non ha battuto il record delle triple che era a portata di mano senonchè, incredibile ma vero, sotto di 30 punti, il coach dei Warriors gliel’ha impedito ordinando il fallo sistematico.

Altro che finzione, a volte la NBA è una vera giungla. Intanto sono stati eletti giocatori della settimana Nate Robinson  (Bullks) e David  Lee (Warriors) mentre il discusso talento  Michael Besley (Phoenix) dovrà rispondere in tribunale per guida senza patente, gli è andata meglio a Memphis nonostante abbia fatto davvero poco per aiutare Phoenix a vincere una gara che segna una risalita  del club dell’Arizona dall’ultimo al terz’ultimo posto all’Ovest grazie al nuovo allenatore Lindsay Hunter e alla manovalanza  di lusso europea, vale a dire l’asse centro-play del polacco Gortat e lo sloveno Goran Dragic.

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Turno martedì 5 febbraio:  Indiana-Atlanta 114-103 (29 P.George, T3 5/9, 8/9 tl, 8 a, 15 G.Hill, 14 L.Stephenson; 24 J.Teague, 8 a, 9 Horford, 4/12 + 10 r); Brooklyn-LA Lakers 83-92 (30 B.Lopez, 8/10 tl + 11 r, 15 D.Williams, 5/13,  6 r, 6 a, 5 pe, 4 R.Evans + 11 r; 21 Bryant, 9/24, T3 0/2, 8 r, 4 a, 14 E.Clark + 12 r, 17 Nash, 8 a); Memphis-Phoenix 90-96 (29 Bayless, 11/15, T3 ¾, 21 Z.Randolph + 13 r, 6 M.Gasol, 2/8, 3 r, 6 pe; 20 Gortat, 7 r, 17 Dragic, 5/5 tl); Houston-Golden State 140-109 (28 Kin, 10/16, T3 5/8, 9 a, 18 Harden, T3 ¾, 16 Parsons T3 4/8, 8 a, 11 Asik + 15 r, 12 Patterson + 10 r; 30 Jack, 18 D.Lee, 8/10); Denver-Milwaukee 112-104 (22 Gallinari, 7/14, T3 43/6, tl 5/7, 6 r, 5 f, 22 Lawson, 9/11 tl, 20 C.Brewer, 7/9,  13 Faried + 10 r, 7 W.Chandler + 10 r; 25 Dalembert + 12 r, 12 L.Sanders, 7 r, 5 st, 12 M.Ellis 6/21 T3 0/5, 12 Jennings + 10 a)

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