Perché Armani non chiede a Steve Nash di giocare i playoff?

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Poco dopo l’operazione al ginocchio di Jeremy Lin, al Madison era circolata la voce dell’arrivo di Steve Nash per i playoff. Successivamente con una serie di vittorie i Suns sono entrati nel giro dei playoff e oggi sono al 9° posto  (31/29) a 6 gare dal termine della regular season, davanti hanno Houston e Denver (7° e 8° con  32/27), mentre al 10° c’è Utah con 31/30.  Difficile recuperare 2 sconfitte e 1 vittoria, anche se Houston ha smesso di vincere.

E’ successo però  sabato notte un fatto strano. Dopo 5’43 a San Antonio Steve Nash è stato tolto dal suo allenatore e non  è più rientrato. Vero però che il re dell’assist era la brutta copia di se stesso, con 1 canestro su 5 tentativi  e 2 palle perse, come è vero che Grant Hill, il nonno della regia (40 anni a ottobre), appena rientrato dopo 8 partite per un problema al menisco non ha fatto di meglio, 2 su 4, per cui anche lui  dopo 7 minuti ha lasciato il campo e chiuso lì la sua partita.

Grazie alle rotazioni  è tornato a galla Sebastian Telfair, una leggenda da ragazzo ai tempi dell’Abrahm Lincoln High School di Brooklyn col record di 3 successi consecutivi nella competizione interscolastica. Disse no alla borsa di studio di Luoisville passando a 19 anni nella NBA scelto n.13 da Portland, per finire ai Clippers e poi ai Phoenix.

Telfair, 1,83, 25 anni bambino prodigio non è più ma è ancora giovane  pur essendo già al suo 7° anno di NBA. Nella strana notte dei Suns a San Antonio, finita con una sconfitta di 15 punti, il kid di Brrokyn  si è rilanciato. Migliore realizzatore della gara, con 21 punti in 30 minuti contro i 5,4 e 14 di media.

I Suns pensano al futuro più che ai playoff. E se la voce di mercato non fosse vera e fra una settimana Phoenix fosse già fuori dai giochi, Milano non potrebbe offrirgli di giocare i playoff della Spaghetti League? Avendo l’Armani per direttore delle operazioni  non uno dei tanti ex bancari arrivati nel basket  un ex scout della NBA,  ritengo scontato abbia già contattato  il grande play canadese e magari con i buoni uffici del presidente Jerry Colangelo, grande amico di Toto Bulgheroni, per cercare di chiedergli se è interessato a venire l’Italia, se la cosa si può fare. Sarebbe un’occasione  per far riparlare il basket come per i colpi di Gervin, Haywood, McDaniels, McAdoo, Carroll.

Per la cronaca il quintetto iniziale di Phoenix ha segnato in tutto 20 punti sui 91 (105 quelli subiti), e precisamente 6 sono stati i punti di Gortat, Dudley e Brow, 2 di Nash e 0 di Frye.

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