Nba Miami e Lebron grandi anche nello spavento

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Si capisce bene che la  fifa di tutti i compagni si trasferisce  sull’inesperto  C.Miles incaricato della tripla finale del possibile pareggio. E anche lui ormai col “braccino”.  Sembrava profilarsi un  clamoroso crollo di Miami a Cleveland dopo 23 vittorie consecutive ma la mancanza di  Irving e Waiters  alla fine si è fatta sentire e  i Cavs  che non riescono a tradurre in punti il buon mercato e la qualità del gioco per il buon lavoro di coach Byron Scott, non sono riusciti a gestire un vantaggio di 27 punti.

Così, trascinati da LeBron James che con l’ex squadra ha perso solo una volta da quando ha cambiato maglia, gli Heat oltre a un nuovo record, quello dei minuti di terrore, sono riusciti per l’ennesima volta a trasformare una situazione di inferiorità tecnica (rimbalzi)  e panico in un’impresa che fa comunque notizia.

E se il crollo è il peggiore nei 43 anni di storia dei Cavs che hanno gettato al vento la superiorità ai rimbalzi (42-36 con 15 offensivi) e in area (46-34 punti) e nel contropiede (16 contro 13) ,   il recupero di un tale svantaggio  aggiunge  un altro record per Miami che tocca così  con l’aiuto della sorte le 24 vittorie consecutive  e sono a un passo dalle 80% vittorie (53-14)  con 13 partite ancora da giocare.

The Chosen, Il Prescelto, è stato all’altezza della sua fama e messo la firma  alla gara con la quarta tripla-doppia della stagione, la 13esima alla Qicken Loans Arena anche se la  precisione  di LeBron non è stata il massimo (8/22 ma 3/7  nelle triple) con  25 punti, 12 rimbalzi, 10 assist e 3 recuperi .

Che dire dell’incredibile metamorfosi  nelle ultime due partite di Oklahoma, quando sembrava sul punto di superare gli Spurs per il problema di Parker, e battuti negli ultimi due big-match contro Denver in casa e mercoledì  sera  a Memphis in un drammatico supplementare, 7 punti a 6 per la squadra di casa che vince con un rabbioso tap in a 0,8 secondi dalla fine di Marc Gasol su un tiro sbagliato del frustratissimo  Zach Randolp (6/23!)?

Dopo aver combattuto per tutta la partita dobbiamo accettare il risultato, questa è la NBA”.

Con queste parole Scott Brook dispensa l’indulgenza plenaria  ai suoi peccatori e cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno dimenticando i problemi emersi in queste due gare, il crollo nel tiro da 3 col 16% con i Nuggets e addirittura l’11% coi Grizzlies, il momento no inspiegabile di Ibaka che pareggiava i duelli con i lunghi avversari e portava punti che Perkins non assicura da una vita, il basso rendimento della panchina nonostante il ritorno di Fisher, del tutto inutile, e soprattutto l’immaturità di Russel Westbrook che deve affinarsi come regista e  lavorare sul cervello con un buon psicanalista come ha fatto LeBron.

Dopo essere stato messo nel sacco da quel volpone di Andre Miller, un giocatore ancora del Secondo Millennio, Westy  ha padellato senza misura (18 errori di tiro su 25, 0/6 dai 3 punti)  decidendo masochisticamente  di fregiarsi del titolo di MTP della giornata, Most Tragic Player,  in occasione della trasferta a Memphis che costa anche il passivo nella serie .

Non pago degli errori tecnici, l’elastico e irascibile moro   con 2 falli tecnici , il primo all’inizio e il secondo nel momento più delicato della gara,  si è fatto buttare fuori  per eccesso di protagonismo fuori luogo, e dovrà meditare a lungo sui questa gara. Durant top scorer della Lega  non è stato sufficiente, 30 punti dopo i 48 minuti, ma ottenebrato nell’overtime, con un solo canestro su 5 da sotto. Dall’altra parte  Memphis ha vinto la prima gara della stagione di 1 punti e ritrovato il tutto esaurito.

Oltre al dominio al  rimbalzo (54-46) con le due torri  (o pugilisticamente pesi massimi…) Gasol e Randolph,  e la superba difesa che ha neutralizzato il contropiede e tenuto di 15 punti sotto la media il miglior attacco della lega,  si sono esaltati Conley (24 punti, massimo stagionale) e Bayless, altrro errore dei Raptors, che non ha sbagliato un tiro nei momenti decisivi, tiri liberi e la tripla da 3 punti che ha evitato la sconfitta alla squadra di Lionel Hollis, un coach con grandi meriti in questa scalata di Memphis che conferma il 3° posto (46-21) ma deve stare attenta ai Clippers, tornati a vincere, e Denver  con 47-22 a 13 turni dalla fine della regular season. A proposito di Denver, il calendario è favorevole con 8 gare casalinghe contro 5 esterne e 4 punti a portata di mano fra stanotte con i Sixers e il 23, sabato, con Sacramento sempre al Pepsi Center  con la prospettiva di allungare la striscia-record arrivata  a 13 vittorie.

Discorso chiuso per il 1° posto della conference, ma ancora teoricamente  aperto  per il primato generale grazie alla risposta, forte  dell’incredibile vitalità, di San Antonio (52-16)  ha 2 sconfitte in più e una vittoria in meno dei rivali ma ha ripreso a vincere  salvando il primato nella conference di maggior qualità (all’Est, ad esempio, albergano le uniche squadre sotto il 30%, Orlando e Charlotte che si riconferma maglia nera ma è riuscita a battere Toronto che cerca di dare spazio con successo a Valanciunas che ha segnato per la secoinda gara consecutiva 18 punti)  nonostante la prolungata assenza di Le Roi, al secolo Tony Parker.

E pazienza se il lancio di Corey Joseph, prima scelta due anni fa con limiti di fisico e di personalità,  dopo due anni di tirocinio nella lega minore  incontra difficoltà, vedi lo 0 in casella del giovane play canadese  che ha permesso alla matricola francese di origine italiana Nandino Decolò  di farsi notare, ennesima dimostrazione della grande risorsa della panchina alla base del 29esimo successivo consecutivo  davanti al proprio pubblico.

“In effetti abbiamo vissuto qualche minuto d’imbarazzo, ma poi abbiamo cambiato qualcosa”,

dice  gonfiando il petto Eric Spolestra  uno dei candidati di punta per il titolo di Coach of The Year, anche se i favori sembrano indirizzarsi su Georke Karl per la grande stagione di Denver ricostruita alla grande dopo la cessione di Melo Anthony per Gallinari e Winston Chandler dai Knicks, il trade Nenè-McGee con Washington  e il regalo dei Sixers con Iguodala, una delle tante vittime dell’affare Howard, serviti a portare freschezza e coesione.

I Cavaliers che dall’inizio della stagione mancano del brasiliano Varejao, primo rimbalzista con 14 punti, ma hanno trovato nella matricola Tyler Zeller un valido sostituto, hanno chiuso il primo quarto 32-24, Miami ha accusato la mancanza del centro, ma è riuscita a fare ancora peggio segnando solo 10 punti  nel 2° quarto quando con un 19-0 Cleveland si è portata avanti  di 21 punti prima di subire la rimonta dei campioni, con 22-34, 19-30.

Importante successo dei Nets, le newyorkese hanno ripreso a vincere e Brooklyn  ha chiuso definitivamente la saracinesca sugli ultimi sogni di Dallas vincendo fuori casa con tre giocatori al top, Brook Lopez (38 punti), Deron Williams (31 punti) e il cacciatore di rimbalzi Reggie Evans che ne ha presi 22 e nel ranking della specialità è arrivati molto in alto.

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Risultati turno  martedì 20 marzo: Charlotte-Toronto 107-101 /25 Mullens, tl 8/12, 12 Mcroberts + 12 r; 25 Gay, 8/18, T3 2/5, 7/7 tl, 8 r, 18 Valanciunas, 6/11, 8 r); New York-Orlando 106-96 (22 JR Smith, 21 C,Anthony, 3/5, 8 r; 14 Harris, 12 O’Quinn +14 r; rimbalzi 34-42, ng T.Chandler, Vucevic); Cleveland-Miami 95-98 (20 Ellington, 12 T.Zeller + 11 r, ng Irving; 25 L.James + 12 r, 10 a, 3 rec, 8/22, T3 3/7, tl 6/8, 17 Chalmers; rimbalzi 42-34); Atlanta-Milwaukee 98-90 (27 J.teague + 11 a, T3 4/5, 26 Horford + 15 r, 12 J.Smith + 16 r; 21 Jannings, 19 Sanders + 14 r); Memphis-Oklahoma 90-89 dts (24 M.Conley, T3 1/5, 20 Bayless, T3 4/6, tl 6/6, 15 Z.Randolph + 15 r, 6/23, 14 M.Gasol + 15 r; 32 Durant, T3 ¼, tl 9/10, 8 r, 20 Westbrook, 7/25, T3 0/6,2 falli tecnici, tiro 3 2/18, 11%; rimbalzi 54-46); New Orleans-Boston 87-86 (21 R.Anderson, 5 r,; 28 Pierce, 20 Garnett, rimbalzi 45-28);  Houston-Utah 100-93 (27 Hayward, T3 ¾, tl 6/8, 8 r, 18 A.Jefferson + 11 r; 24 Harden, 5/14, tl 17/18, 24 Lin, 9 Asik + 12 r); Dallas-Brooklyn 96-113 (16 Nowitzky, 14 Kaman; 38 B.Lopez, 15/22, tl 8/10 + 11 r, 31 Der.Williams, 4 R.Evans + 22 r, rimbalzi 34-45); San Antonio-Golden State 104-93 (25 Duncan + 13 r, 4 st, 17 Splitter, 10 De Colo 5/6, 0 C.Joseph; 24 S.Curry, 8/20, T3 4/8, 10 D.Lee + 12 r); Phoenix-Washington 79-88 (18 G.Dragic + 11 a, tl 9/10, 18 W.Johnson, 10 P.Tucker + 10 r, T3 3/15, 20%; 19 Wall, 8 a, 17 Nenè 9/12 tl, 6 beal, ng Okafor); LA Clippers-Filadelfia  101-72 (19 Paul, tl 8/10, 9 a, 14 C.Butler; 16 S.Hawes, 7 r, 2 Holiday, 1/8, 6 a)

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