NBA, Kobe Bryant invita i giocatori a lottare uniti

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La star dei Los Angeles Lakers, Kobe Bryant, preferisce provare a trovare in tutti i modi una soluzione alla serrata di proprietari dei club della Nba, piuttosto che lasciarsi adulare dalle sirene che provengono da oltreoceano, dove i maggiori club europei lanciano richiami milionari alle stelle del basket americano. Bryant, che in settimana ha anche negato le accuse di aggressione rivoltegli da un uomo dopo un incidente che sarebbe avvenuto in una chiesa di San Diego, è stato infatti uno dei giocatori più attivi nella riunione del sindacato dei giocatori, svoltasi martedì a Los Angeles. Super Kobe ha anche preso la parola davanti ai 75 colleghi presenti (compresi Paul Pierce e Blake Griffin), invitandoli “a rimanere uniti e solidali” nella lotta sindacale contro i proprietari. A quanto trapela, un nuovo capitolo di questa annosa vicenda, potrebbe essere scritto già la prossima settimana, quando i giocatori e la Lega potrebbero tornare ad incontrarsi per la prima volta dopo il primo agosto, data nella quale avvenne il meeting dopo il quale l’Nba ha deciso di fare causa ai giocatori. Il commissioner David Stern, che resterà tranquillamente in vacanza fino alla fine del mese di agosto, ha già fatto sapere che la prossima stagione si potrà salvare senza apportare la minima variazione in calendario, solo in un caso: ovvero con il raggiungimento di un accordo entro il primo weekend di settembre. Le parti però, restano al momento lontanissime: ma già se tornassero ad incontrasi, sarebbe un primo, timido passo avanti.

MA LA CINA DICE NO — Intanto però, una delle leghe con maggiore appela per le stelle della Nba, la Cina, ha deciso di impedire l’arrivo di giocatori dagli Stati Uniti. Come? Semplicemente mpedendo le clausole Nba-out, ovvero quelle che permettono ai giocatori sotto contratto negli Usa dipoter fare ritorno a casa, a lockout finito.

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