I due Gasol fanno la Spagna, la Francia è solo Parker

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Una bruttissima partita dove si è segnato col contagocce premia il maggior potenziale della squadra di Scariolo che affronta nuovamente venerdì la Russia in semifinale

La Francia è crollata sulle ginocchia, come  fece tanti anni prima dalle parti di Londra il panettiere Dorando Petri,  in realtà qui si tratta di professionisti che giocano 80 partite all’anno, ma il basket è una gara di staffetta  e la Spagna aveva una panchina più lunga, e soprattutto un trio di lunghi che tutte le altre squadre europee si sognano con 3 starter, i due fratelli Gasol e il congolese naturalizzato spagnolo Sergi Ibaka perché la Spagna è potente nelle alte sfere e ottiene tutto quel che vuole.

Anche se non ha fatto abbastanza per cancellare le due sconfitte con Russia e Brasile, la  sconfitta del biscotto col Brasile ha dunque avuto un retrogusto dolce per la Spagna che è riuscita a schivare il Dream Team in semifinale. Il fine giustifica i mezzi e  venerdì si ritrova di fronte la Russia che l’ha battuta, e  a parte le diatribe,  sarà quindi la Nemesi, la signora del fato,  ad aprire squarci di luce sull’infelice sondaggio spagnolo. In una dichiarazione riportata da Marca, Ettore Messina ha detto certamente  che il condizionamento c’è stato, comunque chi vince ha sempre ragione e la squadra spagnola e  la Federazione  sono pulite, anche se questo fatto ha creato irritazione e disorientamento. E  forse i due fallacci nel finale di Turiaf e Batum, non giustificabili, da espulsione su Rudy Fernandez e Navarro, sono stati il segno  che la Francia non ha accettato serenamente tutto quello che è successo.

Nell’ultimo quarto i  soli 6 punti della Francia, un punteggio da primi Anni Novecento quando il gioco arrivava da Springfield, diventano uno spaccato incredibile,  quando è stata superata  sul 57-58 da un contropiede di Llull i francesi  si sono bloccati, non hanno più segnato per quasi sette minuti, salvo il canestro finale ormai beffardo.  La Spagna ha ottenuto il massimo col minimo rischio e fatica,  non è quella della fase finale dell’europeo, assomiglia più a quella delusione mondiale in Turchia, latitante la regia di Calderon e Sergi Rodriguez, si è arroccata a zona, si è aggrappata alla classe e al mestiere dei fratelli Gasol  che in una serata non eccelsa in due hanno portato 24 punti e 19 rimbalzi, quasi la metà dell’intera squadra francese che ha dovuto inventarsi come centro Alì Traore. La Francia  è arrivata sfinita,  tanto di cappello perchè ha fatto anche troppo battendo l’Argentina campione delle America e oro olimpico ad Atene con un Parker rimesso in campo dopo un’operazione delicatissima all’occhio e priva del  suo centro Joaquin Noah che, meglio ricordare, era stato il pilastro della grande regular season dei Chicago Bulls  che col suo infortunio è saltata in aria.  Difficile da battere come il K2 il  muro spagnolo dei fratelli Gasol e Sergi Ibaka,  colonna di Oklahoma vicecampione NBA, tuttavia gli spagnoli non hanno dominato, la Frabcia li ha risparmiati all’inizio quando ha trovato il mondo per chiudere con una difesa tattica gli spazi ai lunghi e la Spagna non  ha saputo fare gioco con i suoi playmaker senza idee e poco coraggio vedendo spesso Calderon palleggiare in traffico e tornare indietro invece di buttarsi dentro l’area che pensava più ai Gasol.

Arbitraggio brutto, che ha badato più a difendersi che a capire il gioco e le  caratteristiche dei giocatori e concedere in egual misura, ma il vero dramma della Francia è stato il volto sofferto, da cireneo, di Tony Parker che ha tentato di organizzare il pick and roll ma senza avere a fianco i compagni di San Antonio, i Ginobili, Faried e Duncan. Questo gioco è un’arma a doppio taglio, la Francia non poteva certo pensare di portare a casa la vittoria col 35 per cento, 15 su 43, inferiore ai rimbalzi, non ha mai fatto un doppio blocco, provato a  cambiare gioco, ha chiesto miracoli a Parker che girava come una trottola tornando al punto di partenza. C’era troppo nervosismo, sono mancati i punti di Batum, e il telecronista della NBA faceva notare, con sottile ironia,  dei 46,5 milioni di dollari che Portland gli ha garantito per i prossimi anni. Per fortuna della Francia, la Spagna ha tirato male da 3 punti (4/20, 22%) e ha messo sul piatto della bilancia i 29 tiri liberi, 29 falli per i francesi e 20 per gli spagnoli alimentano la polemica ma diciamo che la Spagna poteva vincere meglio e ha dato un’immagine sparagnina, utilitaristica, quando da due anni fa corsa sul Dream team per vincere l’oro ritenendosi la più forte. Pur apprezzando lo sforzo fatto per difendere bene, la  Francia non mi ha convinto, la rivincita della finale europea è stata solo più crudele,   svanisce il sogno di tornare a vincere l’argento olimpico come è riuscito ai francesi prima che sulla scena comparisse Parker. La Spagna ringrazia, adesso però si è alienata molte simpatie, alcuni giocatori non sono al meglio, ma non può uscire dall’Olimpiade accontentandosi di una medaglia minore.

Il risultato finale è stato 66-59, con questi parziali: 17-22, 17-15, 15-16,  6-15,  ha vinto insomma senza mai arrivare almeno nei parziali a 20 punti.  I migliori punteggi sono stati 14 Marc Gasol, 12 Navarro, 10 Pau Gasol, e nella Francia 15 Parker, 15 Diaw, 10 Pietrus. Batum non era lui, mentre con quale faccia Decolo si presenterà ai Suns?

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