Gli americani in versione Bring Team e gli spagnoli premiati dal “biscotto”

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L’ultima giornata delle qualificazioni ha acceso l’interesse per il torneo di basket che a parte il colpo finale dei russi col Brasile e con la Spagna,  s’era infiammato solo per i 156 punti e i record del Dream team ultima versione. A proposito, siccome questo Dream Team  non ha ancora un nick-name, facciamo una proposta. E dopo il Nightmare Dream Team  di Larry Brown del 2004  cugino di quello  sciagurato del mondiale giapponese 2006, e il Reedim Team  2008 di Pechino, suggerirei un gioco di parole per ribattezzare l’ultima versione. Pedrchè non chiamarlo  Bring Team?. Questa formazione infatti esprime bene  il senso di questo termine che significa fare, prendere, dare, produrre, promuovere. Non vi pare perfetto chiamare  Bring Team un gruppo di grandissimi giocatori venuto alle’Olimpiade col compito di conquistare l’oro, produrre spettacolo, emozioni, marcare la differenza fra due livelli di basket – l’America e gli altri –  che oggi non è possibile colmare,   chiudere un ciclo di 20 anni e farsi a loro  rimpiangere come fu per gli eroi di 5 Olimpiadi fa?

Senza 5 possibili titolari infortunati, la selezione americana di Londra  ha dimostrato di avere il colpo del ko. Impegnandosi due tempi ha  travolto la Nigeria, squadra in fondo di semiamericani, sono stati sufficienti i 10 minuti del 3° quarto per chiudere la partita con un’Argentina sorprendente, pugnace, capace di mettere alla frusta per metà gara e prendere anche il comando, seppur fugacemente, una squadra che si può definire la miglior collezione di giocatori di basket. Che però  quando occorre, sanno anche diventare un collettivo  e porse come gli orchestrali della  miglior rappresentazione degli elementi  fondanti del gioco: l’attacco col tiro da 3 punti, la difesa, i rimbalzi, il ritmo, la potenza fisica, l’intelligenza.

Il Bring Team londinese fino ad oggi  nel bene e nel male ha giocato più che recitare. E’ stata straordinariamente umana. Se poi mettiamo assieme, ad esempio,  le prestazioni nel 3° tempo con gli argentini di LeBron, Durant e Paul,  siamo certamente ai livelli dell’idolatrata formazione di Barcellona. E siccome tre indizi fanno una prova, avendo battuto per 3 volte in 5 giorni il record del punteggio  del DT’92 in un quarto, con 49  e 41 punti con la Nigeria e 42 con l’Argentina,  questa squadra dimostra di avere  il pugno di dinamite.

Se la Nigeria poteva essere ritenuta un’avversaria scarsa, l’Argentina  di lunedì è invece  ancora la formazione che si regge sempre sulla struttura di quella che battè il Nightmare DT in semifinale e vinse l’Olimpiade di Atene e il mondiale 2006. E che ha provveduto a  qualche interessante innesto, come il 21 enne  Facundo Campazzo, il giovane  play che ha tenuto testa agli americani e senza far rimpiangere Prigioni, infortunato, o Leonardo Gutierrez, cecchino micidiale. E’ un’Argentina che  non vuole traslocare nei memorabilia del basket e battendo nei quarti il Brasile, la gara che infiammerà il sudamerica potrebbe ritrovarsi di fronte gli americani in semifinale .

Fuori dai quarti le due africane che tutto sommato non hanno sfigurato. Nigeria ha mostrato un gruppo di giocatori interessanti e Tunisia campione continentale è stata in corsa per 3 tempi contro la Lituania . Fuori anche Gran Bretagna, la squadra di casa, e Cina affidatesi a due allenatori in un certo senso “minori”  della NBA, Chris Fitch e Ben Donwalter. Ma se per gli inglesi  il torneo è stato un piacevole risveglio, i cinesi del dopo-Yao Ming hanno fatto un salto all’indietro di 10 anni finendo a secco.

Nell’Olimpiade dell’infelice  polemica del “biscotto” che ha poi trovato, gira e rigira, la traduzione pratica desiderata dalla maggioranza di una… minoranza di aficinados spagnoli coagulatasi attraverso  un sondaggio on line,  la Spagna può trarre vantaggio dalla sconfitta col Brasile maturata con uno ineffabile schianto nel quarto finale. I 15 punti di scarto sono venuti per le prodezze del cecchino Leandro Barbosa, giocatore NBA passato quest’anno dai Raptors ai Pacers e l’agonismo dei brasiliani che non hanno potuto schierare Nenè, infortunato. Ma ha aiutato anche la giornata  tragica dalle guardie spagnole: zero punti per Josè Calderon, già visto sperso nel finale con i russi, e Rudy Fernandez,  2 punti di Sergio Rodriguez, 3 di Sergio Llull, 7 di Juan Carlos Navarro, ago della bilancia della sua squadra, vedi la strepitosa finale con la Francia agli europei. Su cinque guardie,  12 punti totali, 0/1 per Rudy e Calderon, 1/3 per Rodriguez, 1/2 per Lull, 1/6 per Navarro, e un solo canestro su 6 nell’area pitturata.

Assomiglia a una coperta corta questa Spagna alla quale manca sempre qualcosa,  ha dominato in Europa ma non a livello mondiale. Contro la Russia coi suoi giganti s’era dimenticata Ibaka, riattivato il congolese  ecco sparire le guardie.  Adesso Sergio Scariolo deve onorare la fortuna di essere  nel quarto che lui, la sua squadra  e gli aficionados del biscotto avrebbero desiderato. Ma  bisogna stare attenti a credere e vivere di desideri, se un grande scrittore ha detto che “se Dio vuole punire qualcuno esaudisce  i suoi desideri”

Il problema della  Spagna può dipendere dal gioco o dalla stanchezza per la massacrante stagione dei suoi giocatori. Ma possono essere l’una e l’altra cosa assieme, essere effetto e causa al tempo stesso. Nelle ultime tre gare la Spagna è scoppiata nel finale  fisicamente e mentalmente. Contro la Gran Bretagna ha segnato solo nei liberi negli ultimi  minuti, gli inglesi hanno sbagliato un paio di azioni decisive, poi è arrivato il crollo finale contro i russi, una squadra ben più forte,  quello con  i brasiliani. Copione identito: una partenza a razzo e poi il flop dell’ultimo tempo, stavolta ancora peggiore.

Usa-Australia è la semifinale dell’ultima Olimpiade (116-85). Il torneo dei boomers finisce qui mancando il  centro di gravità che avrebbe potuto essere Bogut, ex n.1 del draft, infortunato. Troppo marcate le distanze, anche se l’Australia viene da 2 vittorie e  ha trovato in Matt Dellavedova un giovane  play  oriendo italiano e “stile Steve Nash” e da nni gioca con molta testa e spirito di sacrificio.

LeBron è troppo motivato, questa stagione, per rinunciare ad assurgere a icona planetaria del basket e chiudere ufficialmente l’era di Jordan e Magic. L’unica difesa in grado di fermarlo, in fondo,  è  quando i suoi compagni lo trascurano ogniqualvolta  occorre un’ azione a difesa schierata.

Russia-Lituania è definibile come certe sfide del West. Fra un duello fra una pistola e un coltello, vince sempre la pistola. Troppo leggera, con un Valanciunas ancora tutto da costruire come centro dominante, ma un Jasikeviuc che sarebbe stato il play ideale per l’Armani, la squadra baltica. Primi nel girone, ai russi si presenta la grande occasione di tornare a giocare una finale olimpica.

La Francia è ancor più leggera di quella battuta nettamente quasi un anno fa agli europe dagli spagnoli, è arrivata seconda dietro i dreamers e battuta l’Argentina: reggerà?.   Tanto di cappello, solo un pazzo innamorato della sua squadra e delle grandi sfide  come Tony Parker poteva pensare di essere il campo a un mese dall’operazione per rimuovere una scheggia arrivata a un pelo dal fargli perdere l’occhio. Per vincere deve fidare però su un altro mezzo  regalo della Spagna o tirare almeno al  60 per cento. Se la Spagna usa il pugno duro è spacciata, contro 3 centri non ha ha uno vero, a livello di cambi e di potenza è quella meno attrezzata, anche se in un’Olimpiade mai dare nulla di scontato.

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