Fip e Lega Basket, la polemica continua

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Neppure la diramazione dei calendari della serie A1 di basket hanno saputo essere momento distensivo capace di mettere armonia all’incrinato rapporto che insiste, da qualche tempo a questa parte, tra la Federazione Italiana Pallacanestro e la Lega Basket. Motivo della contesa, l’ammissione della Reyer Umana Venezia al massimo campionato: da lì, niente è stato come prima. E non che prima il movimento della pallacanestro italiana avesse spiccato per lungimiranza e progettualità. Lo si rimarca, tanto per essere chiari, perchè si è fermamente convinti del fatto che meno chiacchiere e più concretezza potrebbe essere una ricetta gustosa e capace di saziare. Altro che ostriche, champagne e sale riunioni. Meditate, gente, mentre mediate. A proposito, a scanso di equivoci: verba volant, si dice… Un inciso e poi vi racconto che accade tra Valentino Renzi e Dino Meneghin.

  • L’inciso: Kobe a Bologna, tutti contenti. Io per primo. Ma sia chiaro: non appena Bryant tornerà (qualora partisse mai) a Los Angeles, qui il movimento tornerà in un vuoto abissale che sarà senza uscita più di prima. Perchè? Io dico: Bryant non è un progetto. Per gli appassionati è un sogno che si realizza, per i capoccia un gran bel palliativo. Un copricapo da favola che va a coprire il nulla. Finchè, poi, in mezzo secondo la bora scoperchierà. Che tristezza. Dov’è il progetto?????

Fatto sta: presentazione dei calendari di A1. Non c’è Meneghin(presidente Fip) ma c’è Renzi (stessa mansione per Lega Basket). Tra Lega Basket e Fip vi è una causa in corso intentata dalla prima alla seconda in merito al caso Venezia. Non potendo esprimersi l’assente – ma già l’assenza, di per sè, era espressione palese e significativa – lo ha fatto Renzi:

“Non voglio entrare nel merito, ma è la riammissione di Venezia in A1 è stato un provvedimento tardivo sotto ogni punto di vista. Ora è qui ma ci ha creato un grande disagio. Piuttosto, mi dispiace che Meneghin non ci sia, gli avrei ricordato che serve una convenzione flessibile rispetto ai tesseramenti dei giocatori stranieri che tenga conto del contesto che stiamo vivendo, nel quale interi stati rischiano di fallire”.

Dinone, ora: dì qualcosa che metta a tacere queste polemiche. Dì qualcosa di costruttivo almeno tu e prova a mettere il basket al centro degli interessi verticistici. O almeno, Dinone, dì semplicemente qualcosa.

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