Capobianco e la classifica degli arbitri, è tutto uno scherzo?

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IL CASO DEL GIORNO – Il coach azzurro si ritrova ad essere allenatore di Avellino a sua insaputa, ultimo atto del CIA il parto di una graduatoria caratterizzata da un rinnovamento che non convinceSi doveva vedere anche questa nel Basket Spaghetti in cui fallita la pianificazione e il concetto del collettivo o del consorzio, spettante a Legabasket di volta in volta invece incline al dettato (se non a compiacere la politica del potentato di turno…),  si scrivono  frequentemente storie da “Scherzi a Parte”. L’ultima  sceneggiatura è firmata da Avellino.Il sito della S.S.Scandone ha pubblicato un comunicato ripreso dal sito dei club di A che recita così: “ il Cda odierno ha individuato come allenatore adatto al progetto tecnico della società Andrea Capobianco, attuale assistente allenatore della Nazionale Maggiore. Nei prossimi giorni la società provvederà a verificare la fattibilità di questa operazione con coach Capobianco e la Federazione Italiana Pallacanestro”.

Le cose stanno così:   coach Capobianco  responsabile organizzativo del Settore Squadre Nazionali da pochi mesi, un lavoro difficile che gli ha riservato delle critiche,  è stato ufficializzato coach  della Sidigas “a sua insaputa”…Non bastano dieci punti interrogativi e altrettanto esclamativi per commentare questa investitura pubblica, ma la cosa sconcertante è che il  parto è opera (o comunque è stato sottoscritto da un comunicato…) dai vertici di un club salvato da manager  con esperienza di  pubblica impresa. Se le cose vanno così nel mondo imprenditoriale italiano, difficilmente usciremo da questa crisi economica…

“Negli ultimi  30 anni di basket, questa ancora  ci  mancava…:  un CdA  – ci  fa notare un lettore – che decide di prendere un allenatore, lo annuncia pubblicamente e successivamente “provvederà a verificare la fattibilità di questa operazione…”.Ora, pensiamo bene a una cosa: se l’operazione non sarà fattibile, con quale credibilità il nuovo prescelto andrà ad Avellino?. Ma questi signori del basket  una ne fanno e cento ne pensano..”.

Magari adesso ci spiegheranno che si tratta di marketing e comunicazione creativa. Il mercato langue,  qualche nome bisogna pur farlo per ravvivare l’interesse della piazza,  Capobianco è Molisano di Vanafro,  vicino all’avellinese e fa quindi gioco spendere il suo nome…In fondo potrei  anch’io, a pensarci bene,  fare un comunicato per dire che uscirò a cena con Nicole Kidman (e magari ipotizzare anche il dopo…)  e “provvederò  a verificare la fattibilità di questa operazione”.

Il comunicato del club  farebbe inoltre supporre che ci siano stati dei contatti, della avances, ma Capobianco irritatissimo  e fuori italia con la nazionale sperimentale avrebbe chiamato dalla Francia  la Fip, il suo datore di lavoro, per smentire la benché minima ipotesi di trattativa e di contatto. E nessuno, per chiarezza, ha fatto una chiamata alla Fip come  preannunciato, seguiranno almeno le scuse?

Altra storiella amena il parto estenuante della classifica arbitrale di fine stagione”by Tiziano Zancanella”. Si era sparsa la voce che il segretario della Fip avesse deciso di lunedì di congelare l’uscita del comunicato, una cautela dovuta  in relazione  alla richiesta rivolta al presidente del CIA di trasferire dalla propria abitazione alla sede istituzionale i verbali degli osservatori e superosservatori. Invece si trattava solamente  di una verifica burocratica, nessun giallo, tipo la bocciatura del lavoro, ma per un’unica ragione: si creerebbe un polverone inaudito, con reclami, ricorsi, polemiche azioni giudiziarie.

Il sito della Fip pubblicherà dunque domani questa classifica figlia, come costume,  di molti padri e interessi, con situazioni simile a quelle di Baskettopoli, e che si cercherà di spacciare come un rinnovamento. In realtà si è voluto compiacere la Fip e cercato un pubblico consenso e approvazione. La Fip non ne aveva bisogno, si è voluta procurarle solo imbarazzo e ha ragione Gianni Petrucci quando dice che l’autogestione è finita e bisogna riprendere il controllo del carrozzone.

Intento lodevole il rinnovamento, siamo i primi a sostenerlo, ma andava meglio gestito e non realizzato in chiave di bassa politica. Adesso si parlerà infatti fatalmente, vedendo i 7 neo-promossi, di  un premio per la lobby tosco-laziale, e così via.  Resta l’impressione invece di un lavoro chirurgico e non di merito,  di aver creato carriere-lampo (arbitrini che passano direttamente dai dilettanti ai professionisti) e  altrettante cadute e risalite… ardite. E di una incoerenza di fondo come nel “caso Martolini”, il promettente arbitro internazionale. Retrocesso l’anno scorso ingiustamente,  a norma di regolamento avrebbe dovuto scontare due anni di purgatorio. Torna invece subito in A-1, è giusto, viene ripagato di un torto. Ma come mai, ci si chiede, l’anno scorso questo CIA non è intervenuto a bloccare una retrocessione determinata dal lavoro punitivo dei designatori, e stavolta l’ha agevolato?.  Per la Fip, invece, il provvedimento è tecnicamente ineccepibile. Meglio così…

Il commissariamento del CIA è largamente scontato, questione di ore. Ma a chi spetterà l’ingrato compito?. Ci sono troppi interessi geopolitici, la figura ideale sarebbe il Procuratore  che ha seguito i numerosi casi di questi tre anni, ritirato le carte di Baskettopoli e aperto varie inchieste. Avrebbe bisogno però di uno o due sub-commissari tecnici.

Il problema non è comunque solo  la figura del suo presidente che chiaramente non ha avuto le mani legate, doveva rispondere ai suoi elettori vari, e  anche nella prima fase è venuto a patti coi designatori dopo avergli dato i voti decisivi  l’hanno poi contestato.  Zancanella inoltre non ha avuto il giusto contrappeso da un consiglio che ha peccato di  poca neutralità e  competenza  e pur lacerato ha voluto congedarsi con questo atto sperando di ricavare qualcosa di utile  alla vigilia dell’assemblea elettiva.

Il CIA deve poter contare su consiglieri esperti, liberi intellettualmente,  laici, rappresentativi,  non ex arbitri freschi dell’ambiente,  ancora legali alle varie conventicole o  alle ambizioni di dirigenti periferici  – altra sciagura –che cercano voti  e consensi utili alla carriera accontentando questo e quello, a scapito di altri. Inoltre a che serve un  quintetto squinternato di consiglieri, alcuni bruciati da precedenti vicende: è  sufficiente una terna qualificata e competente, così si risparmia anche sulle spese, niente più viaggi e merende, si può lavorare in videoconferenza, ne guadagna la coesione e l’operatività, si riducono i grassi nel sangue,  si guadagna in salute. E tutti sono più sereni.

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