Legabasket sceglie l’11 dicembre a Bologna il candidato per la squadra della Fip, Minucci avrà come concorrente il veneziano Brugnaro?
Vertice di Legabasket domani mattina, 11 dicembre, a Bologna per decidere il candidato che rappresenterà i 16 club della serie A. E sarà il favorito di Petrucci. La riforma dei criteri di eleggibilità prevede solo 10 posti nella squadra del Re Sole dello sport italiano che uscirà dall’urna il 12 gennaio a Roma e non più la presenza automatica dei presidenti delle Leghe. Il proprio rappresentante deve essere infatti stavolta votato dai rispettivi organismi anche se vedendo il caso scellerato di Lnp non sarebbe così, considerata l’”opa ostile” portata dalla Toscana (ma quale, se è lecito?) che cerca – col beneplacito della Fip? – l’ultimo strapuntino nell’esecutivo del prossimo quadriennio.
Fra i motivi ispiratori di questo “bizantisimo” spacciato per novità non sono esclusi i puntuali siparietti dei consigli federali del pre-commissariamento Zancanella quando il presidente dei club invece di parlare di piani di sviluppo, di risorse, di progetti di cooperazione con la nazionale censurava l’opera del presidente degli arbriti. Il quale un merito ce l’ha avuto, tentare di recuperare alla Fip, come è successo, il settore designazione svenduto alla Legabasket contro il costo di 60 mila euro per un Superdesignatore che mi sembra oggi nessuno rimpiange, e nessuno ricorderebbe più se non fosse un possibile macigno nel de relato di Baskettopoli, anche se i tempi del Processo fanno ormai pensare alla prescrizione. Triste esito di una vicenda che invece di chiarire molte cose ha ingarbugliato la matassa.
Comunque, nei giorni scorsi abbiamo dato conto dello scenario che si prospetta, e che si vuol presentare – a torto – come l’”esame finestra” del potere (e lo grado dello stesso, alla luce delle ultime vicende correlate alla vicenda di Mps) di Ferdinando Minucci presidente-azionista di Mens Sana SpA e direttore generale della stessa. Se è vero che attraverso il suo fidato Cancelliere, il presidente del CONI avrebbe espresso il desiderio di avere in consiglio uno dei 3-4 bigs, forse per favorite una cooperazione e scoraggiare una contrapposizione che riguarda le formulae, la richiesta del blocco delle retrocessioni, la Convenzione-fantasma e soprattutto la nazionale, è chiaro che Minucci è favorito.
E’ più dentro degli altri nel sistema-basket, è arrivato prima, si occupa di questo sport nelle sue varie espressioni, vanta anche un posto anche nel board dell’Euroleague. E a parte una (finta?) scaramuccia, il rapporto fra i due, per bocca dei rispettivi interessati, è ottimo. Sono felice di questo rapòporto, perché fui io a fare le rispettive conoscenze quasi 20 anni fa quando Siena organizzò un’amichevole con la Cecoslovacchia. In seguito il potere dei due è cresciuto, Petrucci ha fatto da tramite fra il manager senese e il suo (del Gianni Nazionale) amico manager del calcio Mezzaroma ai tempi in cui si prospettava l’edificazione di una Cittadella dello Sport senese con lo stadio di calcio, il Palasport da 12 mila posti e la Piscina in Val d’Arbia. Petrucci aveva giustamente a cuore il problema dei nuovi impianti, e vedeva quindi di buon occhio questo progetto, utile al futuro della Mens Sana ma anche per la candidatura ai mondiali 2014 sostenuta dalla Fip che prevedeva un girone di qualificazione (e anche i quarti?) nella città del Palio, tanto che la Fondazione del MPS ha contribuito a co-finanziare il comitato organizzatore che aveva per presidente il dott.Massimo Cilli, scioltosi con la sconfitta di strettissima misura contro la Spagna.
Minucci ha dato col suo peso in Siena il suo contributo in questa operazione, è chiaro che merita un riconoscimento, soprattutto se è vero che gli altri bigs non sarebbero interessati al ruolo di favorito, per altri impegni, come avrebbero fatto sapere . Nella fattispecie la dottoressa Cremascoli (Pall.Cantù) e il dott.Proli (Pall.Olimpia Milano) a chi aveva bussatoi alla loro porta. Come sempre si paventa un regolamento di conti, e poi finisce a tarallucci e vicino. Meglio così.
Subito rinfoderata la sortita del presidente (stipendiato) di Lega che, raccontano, sembra avesse in mente un avvocato MisterX rimasto tale, dal Colle dello sport è partito il messaggio che indicava uno dei bigs.
Proprio alla vigilia si è materializzata la disponibilità del biellese Atripaldi, considerato anti-Minucci, con tutto il rispetto per il dirigente pare più un’autocandidatura tipo “bolla di sapone”. Non si sa quanti oggi voterebbero per Siena, ma nessuno andrebbe mai contro Petrucci che ha speso carinerie anche nei confronti del vulcanico Sabatini, e benedetto la nascita della Fondazione Virtus. Sabatini era (siamo sicuri?) un alleato di ferro di Minucci, adesso dicono (siamo nsicuri?) che abbia cambiato cavallo e creato un polo di ferro con Milano e la Reyer che potrebbe aggregare consensi. Tempo fa Sabatini che oggi si proclama gerente della Virtus e quindi forse ha passato lke sue azioni a una nuova maggioranza dichiarò alla Gazzetta, parlando di Minucci, che “la volpe deve stare attenta a non finire su un collo di pelliccia”. Penso fosse una battuta scherzosa, non un avvertimento.
Nessuno osa negare che suona bene la rima “Petrucci & Minucci” e che forse è un desgno del destino, ma si è lavorato molto dietro le quinte e sotto traccia per questa “battaglia”. Tuttavia credo si possa uscire per il bene e l’interesse comune valutando una pregiudiziale, e cioè che debba avere la priorità, se possibile, la nomination di un presidente che spende del proprio. E che si adoperi in tempi di depressione economica per ricucire le disomogeneità, e dia un valore alto al “mezzo” nel senso della tesi buddista ripresa dai latini col “in media stat virtus” e pensi a ricucire anche rapporti deteriorati nel tempo.
Per questo l’outsider potrebbe essere Mister Reyer, il veneziano Brugnaro che oltre alle credenziali nel mondo del lavoro e imprenditoriale, ha avuto la più bella idea promozionale degli ultimi 20 anni, regalare per ogni nuova nascita ai genitori un basket-kit, come forma di battesimo sportivo. Era un’idea che andava cavalcata da tutte le altre società, ma sono in maggioranza nel basket quelli che corrono sull’oggi e sanno perfettamente come diceva il Magnifico, del doman non v’è certezza.