NBA: New York delusa, D’Antoni rischia

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Intanto una svolta nel turno Nba di giovedì 5 gennaio 2012: settimo successo per Miami che senza Lebron e Wade vince dopo 3 supplementari ad Atalanta, Portland ferma i Lakers grazie a Wallace, Tanto i Lakers quanto Dallas non hanno mai vinto in trasferta.

Sacramento ha licenziato Paul Westphal e New York potrebbe pensare di adottare identico provvedimento con Mike D’Antoni. Il turno più corto, con 4 gare, quello di  giovedì 5 gennaio ha invece detto cose importanti, anche se tutto è relativo con questa NBA post-lock out ripartita frettolosamente. Comunque si sono avute alcune conferme, e cioè:

  1. Grazie al brusco stop di Oklahoma (2 sconfitte consecutive) Miami vince dopo 3 supplementari (e senza LeBron e Wade!) ad Atlanta ed è in questo momento la miglior squadra, c’è forse qualcosa di meglio?
  2. Lakers e Dallas non hanno ancora vinto in trasferta (0/3), idem San Antonio (5 vittorie casalinghe e 2 sconfitte esterne), significa che hanno dei limiti nella lotta per il titolo?
  3. Se i Lakers perdono anche quando Bryant gioca partite super come quella della  Rose Garden (30 punti e 8 rimbalzi), può forse migliorare ancora?
  4. Portland è la squadra rivelazione,  battuti i Lakers  è 5-1 e se  “Rasta-Man”, al secolo Gerald Wallace, segna 31 punti può arrivare lontano?
  5. Milwaukee non può essere competitiva  col solo Jennings (31 punti, 5 recuperi, 6 bomnbe) senza i punti dell’argentino Carlos Delfino  e  il turco Ersan Ilyasova, chiaramente inferiori all’attesa
  6. Mike D’Antoni rischia l’esonero dopo le 2 sconfitte al Madison con due formazioni di secondo piano quali Toronto e Charlotte?

Andiamo con ordine. Miami tocca per prima le 7 vittorie, e vince la quarta partita ad Atlanta, una squadra tosta, dopo 3 supplementari. Una battaglia importante, terminata con 7-0 nell’ultimo quarto, con 33 punti di Chris Bosh  in 47 minuti (+ 14 rimbalzi e 5 assist),  i 29 di Chalmers  e i 14 punti e 46 minuti del panchinaro Udonis Haslem che a stento metteva assieme qualche canestro. Senza James e Wade  e Gladness, tutti con problemi vari ai piedi, i vicecampioni della NBA hanno fatto capire l’importanta di un Chris Bosh, giocatore che si candida al Dream team di Londra.

Punto 2, Bryant è tornato al massimo dopo due partite così così, Bynum è una certezza (21 punti e 12 rimbalzi) e lo spagnolo Pau Gasol può stare a questi livelli (19 punti e 17 rimbalzi) ma Barnes (6 punti) e Derek Fisher non sono giocatori da quintetto per una squadra da titolo, mentre Artest che ha cambiato il suo cognome in Metta World Peace faceva meglio ad accettare le offerte per un reality perché come giocatore in questo momento è la palla al piede, e dopo l’inglorioso 0/11 con Denver a Portland si è ripetuto, 0/6 e 0 punti. Per quanto riguarda i campioni di Dallas, il MVP della finale Dirk Nowitzky ha segnato solo 6 punti a San Antonio nel derby, la squadra ha segnato solo 71 punti e  ne ha beccati ben  22  di scarto, e grazie a Dio gli avversari erano privi di Ginobili e del  canadesino Corey Joseph, la sua prima scelta di questa stagione.

Punto 3, i Lakers si sentono orfani di  Chris Paul mandato ai Clippers dal commissioner, e devono andare sul mercato, con Dwight Howard la situazione cambierebbe, ma forse sarebbe meglio rafforzare la trazione posteriore, possibile non trovare meglio di Barnes?

Punto 4. Portland  senza Oden Johnson e Babbit ha vinto coi Lakers, pensate che  parte in quintetto col  vecchione Marcus Camby  come centro, giocatore di nessuna pericolosità,  ma rispetto alla partita precedente  con Bryant e c. la differenza l’ha fatta Gerald Wallace che aveva largamente deluso mentre ha segnato in casa sua 13 canestri su 19, con 31 punti, 5 rimbalzi, giocate spettacolari, ben spalleggiato da un altro possibile “dreamer”, LaMarcus Aldridge  (28 punti). Non sta giocando bene Nicolas Batum (0/6) che si porta dietro la stanchezza degli europei e le partite giocate con Nancy in Euroleague.

Punto 5. Stagione interlocutoria quella di Milwaukee, anche se Brandon Jenning, ex golden boy di Roma dal cuore gentile, è un giocatore completo (cecchino e specialista da 3 e manolesta nei recujperi) ma non un leader.

Punto 6. Il nostro amato Mike D’Antoni rischia la panchina dopo le due figuracce casalinghe con Toronto e soprattutto Charlotte, invece dei canti natalizi al Madison urlano “deeeeee-deeee..fense”. I giornalisti scrivono che è ora di svegliarsi, che non ha più scuse perché quest’anno ha due star vere (Anthony e Stoudemire) e gli hanno preso anche un forte giocatore come Chandler vincitore del titolo con Dallas l’anno scorso. Il suo contratto di 24 milioni di dollari, un generosissimo regalo, è in scadenza, e se vuole rinnovarlo deve come minimo passare un turno ai playoff, altrimenti rimarrà come GM. Ma sul  “caso D’Antoni” tornerò domani. Intanto Paul Westphal (51/112) è stato licenziato mercoledì sera da Sacramento che perdeva con un meno 20 di scarto ed è tornata alla vittoria con Milwaukee. Italiani in campo nel giorno della Befana.

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