Nba la macchina Lebron si inceppa dopo 54 gare, stop anche per i Knicks

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Miami non ha il passo dell’anno scorso quando LeBron vinse il suo primo titolo. Sono finiti – come per New York – i favori del calendario, in trasferta i campioni sono più vulnerabili e dopo la sconfitta col minimo stagionale (77 punti) hanno perso anche a Portand, una delle piacevoli sorprese della stagione, per una bomba di Wesley Matthews a 29” dal termine per avendo guidato per 13 punti (52-39) e avere ancora 3 punti (87-84) con 1’53” ancora da giocare.

La notte in cui si è  interrotta la serie di ben 54 partite segnando almeno 20 punti, LeBron ha sfiorato la tripla-doppia (15 punti, 10 rimbalzi, 9 assist) e non gli si può mettere certo addosso la croce della sconfitta in un finale da infarto, perché i Blazers svegliati da Nicolas Batum nel momento peggiore ci hanno sempre creduto sotto la guida della matricola dell’anno, quel Damien Lillard che ha numeri che rimandano a Iverson (75 tiri da 3 nelle prime 35 gare)  ma  meno esplosivo atleticamente dell’idolo dei Sixers,   e un quintetto fortissimo comprendente oltre all’ala francese anche i lunghi Aldridge e JJ Hickson e una guardia come Matthews che non sbaglia una partita, non forza e quando la squadra ha bisogno risolve in prima persona.

LeBron ha tirato male su tutta la linea, 6/16, 1/5 nelle triple, che non sono la sua specialità, 2/5 dal tiro libero con 4 perse, impreciso anche Wade (6/18), mentre Bosh è stato al Rose Bowl il migliore del tridente (29 punti, 4 stoppate) degli Heat che non avevano Shane Battier e non  hanno mandato in campo Jarvis Varnado, ex Acea Roma, al quale hanno offerto un decadale dopo  che Boston l’aveva scartato.  Il problema maggiore è in questo momento il secondo lungo, perché Haslem è il punto critico e non ha segnato nemmeno un canestro, una delle ragioni della quinta sconfitta nelle ultime 8 gare che non è da squadra da titolo. Per questo si parla dell’arrivo di Greg Ogden, ex Portland.

Dallas ha vinto nel supplementare grazie a un parziale di 33-23 nell’ultimo quarto, occasione sciupata per Sacramento  che vive ore di apprensione perchè rischia di perdere la sua squadra: la famiglia Maloof, proprietaria dei  Kings, starebbe per vendere ad una cordata di Seattle guidata da Chris Hansen, boss degli  hedge-fund, e Steve Ballmer, presidente della Microsoft,che avrebbe già indicato come allenatore George Karl, che ha lasciato un ottimo ricordo dei tempi dei Sonics.

Intanto voci di mercato danno Tyreke Evan ai Lakers, perché Nash non è un play che porta il contropiede.

New York ha scontato con una nuova sconfitta la squalifica per un turno di Melo Anthony, la solita testa calda da ragazzo cresciuto sui marciapiedi di Brooklyn. Dopo la partita persa con Boston, non pago del duello da wrestler con Kevin Garnett, ha cercato di raggiungerlo nello spogliatoio e sul pullman della squadra ed è scattata la squalifica di un turno senza paga, come rituale del giudice della NBA che non è il solito azzeccagarbugli che porta nello sport la burocrazia dei tribunali ma un ex giocatore. Senza Melo, giocatoire da 30-40 punti al quale la bravata costerà 176 mila dollari, una goccia rispetto ai 19,4 milioni di salario,  New York si è fermata a 76, un pianto il quintetto  con Copeland  (3/9) e il redivivo Camby mezzo arrugginito e prossimo ai 40, un Jason Kidd impreciso (3/10) , Ronnie Brewer (0 punti) inutile e il solo Tyson Chandler a tirare la carretta.

Il rientro di Stoudemire, giocatore da quintetto ma orai come stile anche lui ormai superato e dai nervi pronti a scattare pericolosamente come un serramanico, non ha portato risultati, non mi meraviglierei se fra  un mese  i geronto-Knicks  perdessero anche  l’incanto della  luna di miele determinata, dopo tanti anni di delusioni, dagli show di Melo, i canestri di JR Smith e la continuità di Tyson Chandler, il giocatore che aveva dato il titolo ai Mavs di…Nowitkzi. E il suo coach, ex vice di D’Antoni, è tanto imponente quanto in balìa degli umori dei suoi giocatori, alcuni troppo avanti con l’età,  e del gm che l’ha messo lì in quanto amico dai tempi dell’università.

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Risultati giovedì 10 gennaio: Indiana-New York 81-76 (24 P.George + 11 r, 13 Mahimni; 25 JR Smith, 10/29, 12 T.Chandler + 15 r); Sacramento-Dallas 112-117 OT (29 Cousins, 11/17 tl, 20 T.Evans, 2 T.Robinson + 10 r, 24 Mayo + 10 r, 23 V.Carter, 13/16 tl, 19 Marion, 18 Nowitzki); Portland-Miami 92-90 28 Batum, 9/11 tl, 20 Aldridge, 8/10 tl, 15 r, 18 W.Matthews, 8 JJ Hickson + 10 r, 10 Lillard , 8 a; 29 Bosh, st st, 15 L.James + 10 r, 9 as, 18 Wade).

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