Lottomatica Roma, Tanjevic: “Dobbiamo lottare contro lo strapotere di Siena”

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Boscia Tankevic, direttore tecnico della Lottomatica Roma che quest’anno fatica a decollare ferma all’undicesimo posto con soli 14 punti, ha voluto commentare così l’inizio non certo esaltante della squadra capitolina:

“Mi trovo a Istanbul, per finire le mie terapie e purtroppo non potrò assistere domenica alla partita contro la Scavolini Siviglia.

Sarò di ritorno a Roma i primi di febbraio”, racconta senza reticenze, a proposito della sua malattia.

Ma la tempra del grande santone slavo è forte e altrettanto lo sono le sue motivazioni:

“Tornare in Italia è stato naturale, da voi mi sento a casa. Non mi sembrava nemmeno che fossero passati sei anni. Come ho trovato il livello della pallacanestro italiana? A me sembra ancora molto buono, le squadre sono preparate, però c’è un problema fondamentale: manca un’opposizione forte allo strapotere di Siena e questo finisce per togliere interesse al movimento, è come se tutti fossero rassegnati ad arrivare dietro di loro. Dobbiamo lavorare per eliminare questa sensazione sgradevole”.

INTANTO la Lottomatica, che pure avrebbe i mezzi per provare ad essere all’altezza, stenta nel mucchio di centro classifica. Cosa c’è che non funziona ancora, Tanjevic?

“Ci manca il centesimo per fare la lira, come si diceva una volta. Intanto ci mancano tre giocatori importanti come Vitali, Giachetti e Gigli. Credo che Gigli, da solo, possa elevare le prestazioni di questa squadra almeno del 30% — afferma Boscia — è un lungo di talento. Non siamo mai stati al completo, abbiamo cambiato molto, ma due-tre giovani di valore li abbiamo: in sostanza direi che la costruzione della squadra procede bene ma i risultati non l’accompagnano di pari passo. Conquistare comunque le Top 16 di Eurolega mi sembra un bel traguardo, in campionato ne abbiamo perse tante negli ultimi minuti, dobbiamo imparare a essere più continui. Ma la sesta posizione è alla nostra portata”.

COME vanno le cose col nuovo coach?

Filipovski deve finire di immagazzinare informazioni su una realtà per lui nuova, ma vedo che la squadra lo segue. Anche perché dopo aver fatto fuori un allenatore, c’è più rigore da parte dei giocatori — dice un pò seccato perché Boniciolli era il suo pupillo —. Filipovski è un duro, rigido nelle regole. E ha trovato in Gordic, un giovane con la testa di un veterano, una buona guida per i compagni: io lo paragono a un Jasikevicius giovane, ma più esplosivo ancora. Poi ho visto Datome fare passi da gigante, ora è consistente, ha aggiunto qualcos’altro al suo talento. Mentre lavoriamo sul presente, cerchiamo di mettere le basi per il futuro, in modo che sia più facile ricostruire per l’anno venturo: sapere da chi ripartire è importante”.

Della Pesaro attuale cosa sa?

“Che Valter Scavolini e la sua famiglia continuano ad essere il grande riferimento del vostro basket. Pesaro è ancora, e profondamente, una città del basket. Per questo non morirà mai”.

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