Danilo Gallinari, un italiano protagonista nei playoff NBA

La NBA-roller ball, per la pesantezza del gioco (una gomitata alla nuca di McGee ha praticamente messo fine alle speranza di Kevin Love di lottare per il titolo MVP,  e  si trova sotto stretta osservazione da parte dei medici, poi c’è stata la gomitata-killer di Artest al capo di Harden), la falcidia degli infortuni e anche tante malattie psicosomatiche, come i frequenti  mal di stomaco, gli esaurimenti.

La short-season per il lock out è stata un vero flagello,  ha avuto riflessi sul gioco, molte squadre con 3-4 impegni settimanali hanno spesso giocato incomplete, e la panchina è risultata decisiva, vedi appunto il 50-16 dei Bulls col dentro e fuori di Derrick Rose, MVP dello scorso anno, e gli ultimi successi di San Antonio che senza Parker hanno avuto più di 60 punti in due gare da parte dell’aborigeno Patty Mills.

Gli infortuni hanno condizionato la stagione di Gallinari e Bargnani che avevano iniziato alla grande. Dopo 3 stop per il problema al polpaccio sinistro, una spada di Damocle sul futuro del Mago, Bargnani ha dovuto arrendersi, troppo importante la prossima stagione con l’arrivo del lituano Valanciunas.

Gallinari per ben due volte si è dovuto fermare, ma ha saputo essere determinante nella cavalcata finale di Denver con 8 successi nelle ultime 10 gare, e i 137 punti di Minnesota, e  diventa il primo italiano a giocare i playoff, è una gara aperta quella con i Lakers che inizia domenica allo Steaple Center perché  la squadra di Kobe Bryant mancherà dello squalificato Artest per tutta la serie.

Nba, steccano Bargnani e Belinelli, Chicago e Miami ko

Marco BelinelliAndrea Bargnani: la regular season Nba del 26 marzo 2012 non ha riservato gioie alla piccola pattuglia azzurra d’oltre oceano, visto che tanto i New Orleans Hornets quanto i Toronto Raptors rimediano due sconfitte contro i Los Angeles Clippers e gli Orlando Magic. Corsari i Denver Nuggets che, senza Danilo Gallinari, espugnano Chicago.

Con ordine. Solo 8 punti per Bargnani nella sfida casalinga contro Orlando. Lo score del Mago, stavolta, non è dei più entusiasmanti: in 23’11” di gioco, otto punti in tabellone con 3/11 al tiro (0/1 da 3 punti) e 3 rimbalzi. Ai canadesi, privi di DeMar DeRozan, non basta la serata positiva di Gary Forbes, che chiude con 21 punti all’attivo mentre ai Magic servono come il pane i 28 punti di un fenomenale Ryan Anderson che chiude con 8/13 da tre punti. Bene anche Dwight Howard che chiude con 23 punti e 10 rimbalzi. Le parole del Mago, a fine gara, fotografano in maniera chiara il match:

Belinelli affonda i Clippers, Del Negro sotto accusa

Ben 19 errori nel tiro da 3 negli ultimi 19 tentativi, un raggelante 5/27 in totale (18,3%), 11 punti di vantaggio gettati alle ortiche nel quarto tempo: questa la cronaca di  vero harakiri dei Clippers che per la prima volta perdono tre partite consecutive e sentono arrivare aria di bufera.

Il ritorno di Paul a New Orleans è stata una camminata sui carboni ardenti, 16 punti, 9 assist ma 5/14 al tiro, con 1/5 dall’arco esattamente l’1/5 di Young e  Butler mentre  Foye ha fatto ancora di peggio (1/8). Per quanto riguarda gli Hornets,  Kaman (20 punti) ha fatto la partita dell’ex e Marco Belinelli sempre starter  ha dato un grosso contributo  al successo con una gara quasi perfetta (15 punti, 5/7, 1/1 da fuori, 4/5 ai liberi, 5 rimbalzi e 4 assist.

Belinelli-Gallinari 12-9, ma gli Hornet non si ripetono

C’era anche il derby italiano  di venerdì notte 9 marzo in Colorado fra Gallinari e Belinelli in gara 3 fra Denver e Hornets con una vittoria per parte, entrambe in trasferta, l’ultima delle quali il 9 gennaio a favore di New Orleans (94-81).

Denver si è rilanciata (23/18)  dopo l’All Star Game e col ritorno del Gallo ha vinto 5 delle ultime 6 gare e superato in classifica  Dallas al 6° posto  approfittando delle ultime delusioni dei campioni in carica  e adesso è attesa da un trittico casalingo con squadre ambiziose e in forma, e questo col recupero di Mozgov e Koufos  potrebbe proiettarla nuovamente fra le protagoniste. Precisamente affronta domenica Memphis, martedì Atlanta e mercoledì Oklahoma, la miglior squadra della sua conference.

Match pari, senza però particolari guizzi per i due azzurri. Il Gallo, entrato come 7° giocatore, stenta a trovare il ritmo e la sicurezza nel tiro dopo il serio infortunio alla caviglia e il mese d’assenza, e dopo aver sbagliato addirittura i primi 6 canestri si è rimboccato le maniche e  ha chiuso con 3/10, 1/5 da 3, 9 punti e un contributo prezioso per la squadra (difesa, 3 rimbalzi e 2 assist).

Belinelli scrive 14, Dallas ko con gli Hornets

Nel testa a testa fra Chicago e Miami, i Bulls  dopo San Antonio vincono anche a Cleveland approfittando dell’influenza di Kyle Irving e dell’assenza del centro Varejao e col 5° successo consecutivo tornando al comando nella Eastern Conference. Sono i primi a toccare la boa delle 30 vittorie, mentre i lanciatissimi Heat (28/8) non riescono a raggiungere le 10  vittorie consecutive. Hanno infatti pagato  l’assenza di Chris Bosh (lutto famigliare) perdendo per un punto a Salt Lake City dopo averne recuperati 18 ed essere stati avanti di 3 (97-94) nell’ultimo minuto.

Non sono bastati 66 punti del duo James (35) e Wade (31) e le 6 bombe di Shane Battier (19 punti), il contributo della panchina è stato ridicolo (14 punti totali per 8 giocatori!),  l’assenza di Bosh  è stata marcata da  un handicap di ben 18 rimbalzi (32-50) e ne hanno approfittato per mettersi  in luce i due centri dei Jazz, il titolare Al Jefferson (20 punti) e la matricola Eneas Kanter, il turco n.3 dell’ultimo draft, decisivo con 11 punti e 6 rimbalzi entrando nella galleria dei nuovi gioielli della NBA.

Serata no di Belinelli, Chicago ne approfitta

Archiviato l’All Star Game di Orlando, un altro grande spettacolo che si riflette direttamente sulle Olimpiadi di Londra visto l’impegno dei big del Dream Team, la Regular Season è ripresa con Andrea Bargnani ancora fermo da fine gennaio (ha giocato in tutto solo 13 partite causa uno strappo al polpaccio) e Gallinari che con la sua squadra in leggera caduta  sta preparandosi al rientro fra una decina di giorni per l’infortunio alla caviglia  sinistra, frattura complessa  perché  ha rivelato una precedente microfrattura. Fra gli italiani in campo solo Marco Belinelli tradito dal tiro da 3 (3/7 totali, 0/3 dall’arco), per cui New Orleans ha pagato dazio con i Bulls di Derrick Rose (32 punti) in una partita molto equilibrata nella quale Kaman ha vinto il duello sotto canestro contro Joaquin Noah ma Chicago ha tagliato per prima il traguardo delle 28 vittorie, anche rimane sempre al 3° posto dietro Miami e Oklahoma.

Nella notte magica di Lin ecco Marco Belinelli bum-bum

Nella Lin-mania, diventato in pochi giorni un  prodotto di largo consumo, ormai assurto quasi a gloria nazionale, tanto che il presidente Obama, anch’esso un  illustre meticcio,  gli ha mandato i complimenti dopo aver visto in Tv il suo canestro della vittoria a Toronto a mezzo secondo dalla fine, c’è una serata di gloria anche per Marco Belinelli.

Con 22 punti e 6 bombe, un solo errore dall’arco in tutta la gara, a Milwaukee la guardia bolognese  riporta al successo gli Hornets dopo oltre un mese di sconfitte (ultima vittoria il 9 gennaio) mentre sono ancora fuori  gli altri due azzzurri. Bargnani ha giocato solo 13 partite su 31 per lo stiramento al polpaccio e poteva far comodo sia contro i Knicks  che per arrestare mercoledì notte la marcia dei San Antonio (9° successo consecutivo firmato manco a dirlo da Tony Parker, 34 punti con 12/12 dalla lunetta e 14 assist). Il  Galli tornerà invece  fra 20-25 giorni per il problema della caviglia, è molto dura  l’assenza del suo giocatore-collante per Denver che ha fuori anche Nenè e Mozogov e segnato solo 84 punti a Dallas. La squadra di Nowitzky  inanella successi su successi anche se davanti ha San Antonio che adesso vince anche fuori pareggiando  il bilancio on the road (8/8), e toccando per la prima volta il 70% di successi  passa al 4° posto mentre Oklahoma (33 di Durant) battuta di un punto dalla mina vagante Houston (96-95) perde il 1° posto che torna ad essere Chicago (24/7, 77,4%, nonostante i guai alla schiena di Derrick Rose)  e Miami (23/7, 76,7) è seconda ma in serie positiva.

Nba, Denver di Gallinari ferma la corsa di Miami

Undici gare di regular season nel corso dell’Nba del 13 gennaio 2012: i Denver Nuggets di Danilo Gallinari fermano i Miami Heat e vanno a 8/4, Marco Belinelli migliora il suo record (20 punti) ma non basta contro i Minnesota di Ricky Rubio. Andrea Bargnani fermo per uno stiramento. Chicago raggiunge le 11 vittorie, Kobe Bryant fa 42 punti, 130 in 3 gare: è lui il n.1 dei marcatori.

Andrea Bargnani marca visita (stiramento al polpaccio sinistro) e senza i 22,8 punti di media dell’8° marcatore della Nba Toronto perde con Indiana l’ennesima partita casalinga, Marco Belinelli migliora il suo high (20 punti con 8/14 e 3/7 da 3, precedente 19 a Denver) ma non basta a New Orleans per fermare Minnesota che vince mettendo Ricky Rubio in quintetto (12 punti e 9 assist), Gallinari è fondamentale (14 punti con 3-5 da 3 e 5 rimbalzi) per fermare i Miami di LeBron (35 punti) e va 8/4 esattamente come i vice-campioni che perdono terreno mentre Chicago è la prima ad arrivare alle 11 vittorie vincendo il derby a Boston.

NBA, salgono le quotazioni di Belinelli

New Orleans stende i Boston Celtics grazie al contributo di Marco Belinelli: il bolognese ha portato 6 rimbalzi agli Hornets che hanno fatto il bis, come i Nuggets di Danilo Gallinari. Primo stop di Toronto nonostante i 21 punti di Andrea Bargnani. Volano Miami e Oklahoma.

Denver e gli Hornets fanno il bis e sono fra le 5 squadre a punteggio pieno dell’Ovest dove è in fuga Oklahoma (3/0)  di Kevin Durant che ha vinto a Memphis, mentre a Est  Toronto di Bargnani  non è riuscito a ripetersi e dopo aver battuto Cleveland ha perso nella propria arena contro la sorprendente Indiana.

Vola anche Miami  che  ha vinto a Charlotte per un solo punto ma facendo spettacolo con una delle più belle partite di LeBron James, 35 punti (e nel suo show un assist di 25 metri in volo su una palla vagante che raggiunge un compagno smarcato, una stoppata sopra l’anello e un’entrata con schiacciata  in rovesciata) e un partitone  (25 punti) anche di Chris Bosh (terrificante entrata con dunk mancino!) in piena crescita, mentre una parte minore ha avuto Wade.