Gaffe di Shaq dopo la tripla-doppia di Rubio: “E’ il Pete Maravich italiano…”

Martedì 12 marzo San Antonio senza Duncan, Parker e Khawi Leonard ha perso il 1° posto del ranking con un netto  ko a  Minneapolis (107-83)  grazie alla prima tripla-doppia in carriera di Ricky Rubio e a un ritocco della striscia vincente di Miami arrivata a  19 vittorie col 98-81 con Atlanta. Gli Heat sono 48-14 (77,4%) e gli Spurs 49-16 (75,4%), hanno perso anche i Thundercity e la per la prima volta i campioni fanno l’andatura trascinati dal solito LeBron che ha annunciato il matrimonio per settembre con la compagna di sempre con la quale ha avuto due figli.

Un record in carriera anche per Dwinght Howard al suo ritorno a Orlando, con 39 tiri liberi tentati, 25 realizzati, 39 punti (7/13, 16 rimbalzi). Questa stagione aveva già superato 2 volte i 20 liberi, 21 contro Orlando e 22 con Cleveland, era 28 anni che un giocatore non superava i 30 tiri liberi dal 19 su 31 di Shaquille O’Neal dell’85 in maglia Lakers contro i Bulls.

Bryant quinto marcatore Nba fa pace con Shaq

I 28 punti messi a referto da Kobe Bryant nel corso della sfida persa dai Los Angeles Lakers contro Philadelphia, sebbene non siano serviti a regalare il successo alla franchigia californiana sono bastati affinché il 24 di Los Angeles diventasse il quinto marcatore nella storia Nba. Nel dettaglio, Bryant ha raggiunto il traguardo dei 28.601 punti e superato nella graduatoria di tutti i tempi l’ex compagno Shaquille O’Neal (28.596). Allo stato attuale, davanti a Kobe ci sono solo Wilt Chamberlain (31.419), Michael Jordan (32.292), Karl Malone (36.928) e Karim Abdul-Jabbar (38.387). Immediate le parole del record man a fine gara:

“È tanto basket. Sono stato fortunatissimo per la carriera che ho avuto”.

Non solo: giungono forse un po’ inattese – ma giungono – anche le dichiarazioni di Shaquille O’Neal: tra i due, soprattutto negli ultimi anni, pare non corresse buon sangue tant’è che lo stesso O’Neal lasciò i Lakers proprio per divergenze e inconciliabilità con Bryant. Dice l’ex campione a Espn:

I grandi del basket, Kobe Bryant

Nella rubrica dedicata ai grandi del basket difficilmente ci occupiamo di giocatori in attività, ma l’eccezione è d’obbligo, di fronte alle immense qualità di Kobe Bryant, uno dei più forti cestisti della pallacanestro a stelle e strisce di tutti i tempi.

Tecnica straordinaria, capacità di “leggere” la gara con pochi eguali nella storia dell’NBA, ottimo tiro da qualunque posizione ed un’abilità particolare nel rubare palloni sia in fase d’attacco che in difesa. Questo e molto di più è Kobe Bryant. che già ai tempi del liceo si metteva in mostra tra i coetanei, quando trascinava la Lower Merion High School alla conquista del titolo statale, polverizzando un record dietro l’altro.

Li-Ning Shaq Zone con i colori degli Orlando Magic

Li-Ning

Shaq si è ritirato a giugno ma l’atleta è ancora sotto contratto con l’azienda cinese Li-Ning ed anzi, è forse il testimonial principale della società. Per questo Li-Ning ha appena rilasciato in Cina le Shaq Zone, un nuovo paio di scarpe dedicato proprio a Shaquille.

Le Li-Ning Shaq Zone sono disponibili solo nella colorazione bianca ed azzurra, un tributo alla prima squadra del campione NBA, gli Orlando Magic.

Li-Ning Shamrock, le ultime scarpe di Shaquille O’Neal

Li-Ning Shaquille O'Neal

Dopo 19 anni Shaquille O’Neal ha deciso di appendere le scarpe al chiodo, per ricordare degnamente l’ultima stagione del campione, la cinese Li-Ning ha creato una versione speciale delle Shamrock, modello esclusivo realizzato per Shaq, personalizzato con i colori ed il logo dei Boston Celtics.

Le scarpe saranno in vendita, negli USA, a partire da luglio, al prezzo suggerito di 70 dollari (poco più di 50 euro), è possibile prenotarle e acquistarle sullo shop online di Li-Ning, per i fan di Shaquille queste scarpe sono un vero pezzo da collezione.

Shaquille O’Neal si ritira

Trentanove anni suonati, metà dei quali trascorsi a correre e sudare su un parquet, a recuperare rimbalzi sotto canestro, ad infilare punti pesanti in faccia all’avversario di turno, dall’alto dei suoi 216 centimetri di altezza.

Ma ora il gigante è stanco e sa che non può più reggere ai ritmi del basket professionistico: Shaquille O’Neal si ritira e con lui se ne va una delle leggende della palla a spicchi. Ad annunciare l’addio al basket giocato è lo stesso Shaq dalla sua pagina Twitter:

E’ fatta. Diciannove anni. Voglio ringraziarvi tanto, questo perché voglio dire a voi per primi che sto per ritirarmi. Grazie, ci sentiamo presto.

Un comunicato scarno, che troverà seguito probabilmente in una conferenza stampa con il meglio dei giornalisti di mezzo mondo, perché uno come Shaquille O’Neal è sempre stato abituato ad attirare su di sé l’attenzione generale, sin da quando esordiva nel basket professionistico con la canotta degli Orlando Magic.

I grandi del basket: Shaquille O’ Neal

Duecentosedici centimetri di altezza, 147 chili e passa di peso, numero di scarpe corrispondente al nostro 57! Parliamo di Shaquille O’Neal, non un gigante, ma una vera e propria montagna sul parquet, che ha fatto della potenza fisica e dell’esplosività le armi migliori del suo successo.

Imponente, dominante, maestoso, per anni ed anni ha dettato legge sotto canestro ed ancora oggi continua a correre e sudare sui campi di mezza America, nonostante i 39 anni suonati.

Sin dagli anni del college si intuì che quella montagna di muscoli avrebbe avuto grosse possibilità di sfondare nel basket professionistico, tanto che nel Draft del ’92 gli Orlando Magic se lo assicurarono come prima scelta assoluta.

Nei quattro anni ad Orlando Shaq conquistò l’accesso in finale una sola volta, cedendo però le armi di fronte agli Houston Rockets. Intanto però la fama di quel centro possente aveva varcato ogni confine, tanto che un paio di anni più tardi i Los Angeles Lakers gli offrirono un contratto da 122 milioni in sette anni pur di assicurarsi le sue prestazioni.

Belinelli e Hornets ko, Boston si risveglia

Undici vinte e due perse: la seconda sconfitta per i New Orleans Hornets di Marco Belinelli giunge – forse inattesa – sul parquet di Los Angeles e di fronte a una compagine – quella dei Clippers – che ha saputo difendere bene e ripartire anche meglio: finisce 99-95 dopo 40′ di grande agonismo e incertezza.

L’italiano ex Warriors e Raptors non incanta ma nei 14 punti messi a referto si conferma in fase di crescita con 2/9 da tre punti e un assist in 39’22”. Meglio di lui, il compagno di squadra David West, autore di 30 punti e dieci rimbalzi complessivi.

Inevitabile la presa d’atto che vede i Clippers finalmente fuori da una storia recente che raccontava di 9 sconfitte consecutive. Per i padroni di casa, 27 punti di Gordon.