Schiacciate stellari a Houston, c’è anche l’italiano James White

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A mio avviso il Rising Star Challenge è il sotto-clou, in  chiave tecnica e promozionale, più interessante, fa spettacolo a sé lo show della partita delle Stelle che per i giocatori è un traguardo ambito, specie da quando con 30 squadre la concorrenza è aumentata e hai una fascia almeno di 30 papabili, e qualcuno viene sacrificato. Per uno straniero non è più tabù, quest’anno ad esempio ci sono, a parte Duncan delle Isole Vergini, i francesi Tony Parker e Joaquin Noah (che per la verità ha anche passaporto svedese e americano essendo nato nella Grande Mela), l’anglo sudanese Luol Deng e se vogliamo anche Kyrie Irvin nato in Australia quando il padre allenava da quelle parti rifiutando alla vigilia di Londra la maglia degli aussies (“aspetterò il mio turno alle prossime Olimpiadi, mi sento americano”). Però credo che se Il Gallo si fosse chiamato Cook, forse i giurati l’avrebbero inserito fra le riserve. Sarà per un’altra volta, l’azzurro se lo vedrà da casa in attesa del trittico di ferro  post-Houston  per i Denver che dopo aver perso 3 gare devono vincerne 3 se vogliono arrivare fra le prime 4 dell’Ovest.

Comunque stanotte è la giornata dei concorsi, e il dunk contest è il piatto forte rispetto alla sfida dei 3 punti. Ricordo che dovendo scrivere molti anni fa per casa Rcs l’Enciclopedia del Basket, uscita in due edizioni in epoche diverse, volli inserire la schiacciata (dunk)  fra i fondamentali, come palleggio, tiro, passaggio perché stava diventando sempre più popolare e non entri nella NBA se non sai schiacciare, regola che vale anche per i piccoletti. Proprio in Texas vidi trionfare un piccoletto, Spud Webb, che oggi passa il testimonial a Eric Bledsoe con suo 1,85 che è uno dei favoriti e delle ragioni della grande stagione dei Clipper. Spesso segna anche come rimorchio, cioè segue il contropiede e se il compagno sbaglia il tiro, lui si arrampica in aria puff, ecco la schiacciata spettacolare. Jeremy Evans di Utah mette in palio  il titolo conquistato l’anno passato a Orlando e che non gli ha portato fortuna perché Utah lo utilizza poco. A Orlando vinse schiacciando due palloni riuscendo con una perfetta esecuzione  a fermare la legge di gravità. Budinger, un po’ goffo, eseguì il suo numero con una benda lanciando un bel messaggio ai non vedenti, Derrick Williams (Minnesota) saltò dopo aver superato come ostacolo un’Harley Davidson parcheggiata sotto il canestro mentre un pericoloso concorrente fu Paul George prendendo slancio per arrivare alla partita delle Stelle di Houston con una schiacciata eseguita dopo aver saltato due compagni di squadra fermi a un metro dal canestro.

Quest’anno è forte la curiosità per le figure acrobatiche che vengono comunicate alla giuria prima della gara, per evitare plagi e aumentare la curiosità. Ma tutto i partecipanti sono professori del dunk, anche se giovanissimi come Terrence Ross dei Raptors, l’unica matricola fra i 6 concorrenti, il quale schiaccia in velocità arrivando dall’alto, come faceva Michael Jordan. La schiacciata dell’aquila quando si getta sulla preda… Gerald Green, uno dei 5 Mr. Green della Lega, il collo lungo come quello di una giraffa, fa parte del futuro di Indiana, la sua schiacciata è un colpo di maglio secco, e difatti appena discende contrae la mascella e si guarda attorno, come a dire: “non vi chiedete da dove vengo?”.

Un personaggio minore, con i suoi 31 anni, è James William White IV, ex cadetto dell’esercito che finita l’Università (Cincinnati) ha provato  senza successo fra il 2006 e 2008 di farsi notare nella NBA, ma dopo sole 10 partite  fra San Antonio e Houston, un trade con Denver sfortunato senza giocare,  tanta D-League ha preferito l’Europa giocando in Turchia e  Russia fino all’affermazione in Italia con Sassari e Pesaro, certamente uno dei Top10 della Spaghetti League degli ultimi 10 anni. Questa stagione è stato uno dei 3 giocatori ingaggiati in Europa, riuscendo a entrare in squadra per  34 partite e per 6 volte essere starter, più degli triplo delle due precedenti esperienze. Col suo fisico elastico è nato per divulgare questa azione, ma quasi nessuno lo conosce. Sono invece aumentate le quotazioni di Kenneth Faried dopo lo show del Rising Stars e l’occasione per farsi notare e far capire che lui meritava anche la partita più attesa.

Questa la schedina dei 6 concorrenti:

Eric Bledsoe (LA Clippers, Kentucky Un, ’89, 1,85, guardia, 3° anno, 9,6 p, 3,3 rimbalzi, 3,3 ha giocato starter con l’assenza di Paul George, compito improbo ma svolto al meglio come starter.

Jeremy Evans (Utah Jazz, ’87, 2,06, Western Kentucky, 3° anno, poco utilizzato, 7,9 minuti, 1,4 punti, 1,2 rimbalzi ) è il campione uscente.

Kenneth Faried (Denver Nuggets,.Morehead St., ’89, 2,03, starter, 12,2, 2° anno, MVP de Rising Star con 40 punti e 10 rimbalzi, p.12,3, 9,7 r, da sotto è una belva)

Gerald Greens (Indiana Pacers, Gulf Short AC Texas, 6° anno, ’86, 2,03 p.6,6, 2,5 r, 0,7 assist)

Terrence Ross (Toronto Raptors, ’91, 1,98, Washington Un,  matricola, mai starter,  6,4 p, 2,1 r, 0,7 a)

James White (New York Knicks, Cincinnati Un, 6 volte starter, ’30 anni, 2,01, p.1,8, 0,8 r, 0,3 ,7’ miniti; 3 ° anno, ha giocato a Sassari e Pesaro).

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