Schiacciate stellari a Houston, c’è anche l’italiano James White

A mio avviso il Rising Star Challenge è il sotto-clou, in  chiave tecnica e promozionale, più interessante, fa spettacolo a sé lo show della partita delle Stelle che per i giocatori è un traguardo ambito, specie da quando con 30 squadre la concorrenza è aumentata e hai una fascia almeno di 30 papabili, e qualcuno viene sacrificato. Per uno straniero non è più tabù, quest’anno ad esempio ci sono, a parte Duncan delle Isole Vergini, i francesi Tony Parker e Joaquin Noah (che per la verità ha anche passaporto svedese e americano essendo nato nella Grande Mela), l’anglo sudanese Luol Deng e se vogliamo anche Kyrie Irvin nato in Australia quando il padre allenava da quelle parti rifiutando alla vigilia di Londra la maglia degli aussies (“aspetterò il mio turno alle prossime Olimpiadi, mi sento americano”). Però credo che se Il Gallo si fosse chiamato Cook, forse i giurati l’avrebbero inserito fra le riserve. Sarà per un’altra volta, l’azzurro se lo vedrà da casa in attesa del trittico di ferro  post-Houston  per i Denver che dopo aver perso 3 gare devono vincerne 3 se vogliono arrivare fra le prime 4 dell’Ovest.

Cantano i galletti azzurri, che succede al Gallo di Milano?

Il diario di bordo del campionato dei Giganti

  • A proposito del deludente europeo, non è un caso:  Hackett, Datome e Gentile decisivi per le vittorie di Pesaro, Roma e Treviso…
  • Sarà forse un campionato  più equilibrato, ma livellato verso l’alto o il basso?  Intanto bastano  due giornate sole  per vedere già in testa  da sole Siena e Cantù. Sono le  protagoniste dell’ultima stagione. Beh, per la verità c’è stata gloria solo da una parte sola avendo  i senesi  battuto 6 volte  su 7  i sorprendenti canturini (tornati al vertice dopo ben 30 anni)  conquistando  la Coppa Italia, lo scudetto n.5 e la Supercoppa.
  • Siamo  quindi al solito  deja-vu, e dopo la scintillate vittoria-spot contro Varese ecco la corazzata milanese perdersi in un banco di nebbia in quel di Pesaro dove Daniel Hackett, il moro romagnolo che ha avuto il coraggio di sfidare (per ora a parole, sulla Rete) Koby Bryant, fa capire che i giocatori italiani non mancano, basta farli giocare.
  • Bocciato da Treviso, il tatuato play che s’è fatto un fisico da wrestler  ha dimostrato le sue capacità l’anno scorso a Pesaro.  Strano che il suo coach essendo l’assistente del CT del disastro europeo in Lituania  non sia riuscito  in quella circostanza a far capire al capo  che era venuta  l’ora di dargli fiducia anche in maglia azzurra,  invece di insistere in quel ruolo con un oriundo che passerà alla storia per non aver segnato un solo canestro in tutto un torneo internazionale.  Ma il coraggio nei nostri dirigenti è scarso. Il problema è che la maggioranza  di loro è ormai di estrazione non cestistico e la valutazione vien fatta attraverso altri parametri, economici e anche a volte di alleanze.

A1 Scavolini, debutto a Pesaro senza White

Tegola per la Scavolini Siviglia Pesaro a una manciata di giorni dall’inizio del campionato di basket A1: la squadra marchigiana esordirà in casa contro l’Angelico Biella ma lo farà senza James White, ala su cui si punta in maniera notevole, costretto allo stop a causa di un infortunio rimediato nella sfida amichevole contro la Fabi Shoes Montegranaro (gar valevole per il Memorial Baldinelli).

L’esito della risonanza ha messo in rilievo un trauma distorsivo al ginocchio destro con stiramento capsulo-legamentoso.

Serie A1, l’arrivo di White accende l’entusiasmo in casa Scavolini

C’è grande entusiasmo tra i tanti tifosi del Pesaro, per l’arrivo in terra marchigiana, del cestista James White che da questa stagione indosserà la maglia Scavolini Siviglia. Basti pensare all’ovazione che gli oltre 350 tifosi presenti gli riservato presso l’Hotel Excelsior, dove hanno potuto salutare per la prima volta da vicino, l’ex cestista dei San Antonio Spurs. “Mai prima d’ora avevo ricevuto un’accoglienza come questa, è emozionante e mi fa venire ancora più voglia di lavorare duro per questa squadra“. A dire il vero, White all’inizio del mercato estivo era stato molto vicino a firmare per il team greco del Panathinaikos come lui stesso ha confermato. Poi, però, la trattativa é andata un pò troppo per le lunghe, qualcosa si é rotto, con la scelta che é ricaduta sulla Scavolini. “Pesaro per me non è stata una scelta facile perché considerando che questa sarebbe stata la mia quarta esperienza in Europa, avrei voluto continuare a viaggiare e magari misurarmi con un team di alto livello europeo per provare l’Eurolega. La trattativa col Panathinaikos però sembrava non prendere mai una direzione, Pesaro era la mia seconda opzione e alla fine ho scelto la città e i tifosi che mi hanno voluto di più“.

RUOLO SUL PARQUET DA DECIDERE – White si é poi soffermato su questioni puramente tattiche, in merito a quello che dovrà essere il suo futuro utilizzo in campo: “Non ho ancora avuto modo di parlare con il coach e di quello che sarà il mio ruolo ma penso che quest’anno avrò la possibilità di giocare meglio rispetto a quello passato per il fatto che avrò il sostegno di una squadra forte, in grado di sfruttare al meglio le attenzioni difensive che potrei attirare. Il gruppo ha talento, è stato ben costruito e possiamo puntare ai primi quattro posti“. La Scavolini oggi ha un “White” in più per sorridere pensando al prossimo futuro.

 

Dinamo Sassari, James White firma con l’Olympiakos

James White, ala americana classe ’82 della Dinamo Sassari, sta per lasciare la Sardegna.

Infatti White, grande protagonista della passata stagione con 34 partite giocate e miglior realizzatore della Serie A1, è vicino alla firma di un nuovo contratto con l’Olympiakos, una delle squadre più titolate in Europa.