Pianigiani & c. il part-time è un freno al Settore Azzurro giovanile?

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Assegnato di diritto il titolo juniores alla Croazia di Sario Saric, domenica a Debrecen (Ungheria) si chiude con gli europei Under20  dove non ci siamo. Per noi, la situazione è definita,  è già ora dei primi bilanci.

Le 5 medaglie d’oro sono state conquistate nel maschile dalla Lituania (U20, Lubiana), Croazia (U18, Vilnius)  Turchia (U16, Vilnius) e nel femminile da Francia (U18, Bucarest) e  Spagna (U16, Miskolc). Hanno vinto l’argento nel maschile Francia (U20 e U16) e  Lituania (U18) e nel femminile Russia (U18) e Italia (U16). Per il bronzo, nel maschile Spagna (U20) e Serbia (U18 e U16) e nel femminile Serbia (U18) e Russia (U16).

L’anno scorso la Spagna fece la parte del leone vincendo 4 ori e 2 bronzi,  en-plein storico,  una medaglia per ciascuno dei 6 europei. Nel maschile oro alla Spagna (U20, U18) e Croazia (U16), argento a Italia (U20), Serbia (U18) e Rep.Ceka (U16), bronzo a Francia (U20), Turchia (U18) e Spagna (U16). Nel femminile oro alla Spagna (U20 e U16) e Belgio (U18), argento a Russia (U20), Francia (U18), Belgio (U16), bronzo a Polonia (U20), Spagna (U18), Italia (U16).

Il bilancio dell’Italia fu quindi di un argento (Bilbao, U20  sconfitta con la Spagna 70-82), un bronzo (Cagliari, U16F con la Turchia 82-48) e un 4° posto (Polonia, U18 –Turchia 65-69).

E’ finita al 7° posto e ha perso la qualificazione per il mondiale la  Under18 maschile,  girone di riclassificazione per la Under20 femminile.  Nelle nude cifre bilancio inferiore a quello del 2011: un argento (maschile)  e un bronzo (femminile) contro un argento (femminile) e una finale per il bronzo persa (maschile). Sempre due finali medaglia, ma una in meno. Migliorata solo la Under16, passata dal bronzo di Cagliari all’argento di Miskolc in trasferta, e che dovrebbe darci molte soddisfazioni proseguendo nella crescita.

Nella sostanza, nel maschile la Under20 ha chiuso con un bilancio di 4/4, la Juniores di 4/5 (unica in rosso), la Under16 di 7/2, contro il 6/3, 4,5 , 3/5 dello scorso anno. Totale 15 vittorie e 11 sconfitte,  contro 13 e 13, quindi una miglior percentuale  di vittorie ma abbassamento della media dei risultati. Vale a dire, attorno l’anno scorso al 5° posto, quest’anno al 7°, una discesa di due gradini.   Nel femminile  nel 2011,  5/4 per la Under20, 2/6 per la Under18, 6/3 per la Under16,  totale 13/13, ad oggi Under18 e Under16 hanno chiuso con 3/6 e 7/2, totale 10/8, rimane aperto il capitolo Under20 a Debrecen, ma con 3 sconfitte siamo andati per la prima volta alla classificazione, sarà stata anche la sfortuna ma siamo anche qui due passi indietro

Riguardo al “borsino allenatori”, nella maschile “Up” Antonio Bocchino (dal 7° al 4°, Under16),  “Down” Sacripanti  (dal 2° posto al 10° ), che non porta medaglie,  e il coordinatore del Settore Azzurro Andrea Capobianco (U18, 4/5)  sconfitto ai quarti contro il 4° posto  (4/5)  di Stefano Bizzozi da precario: venne scelto in attesa di Capobianco il quale disse no a Meneghin e  andò meglio di quest’anno. Vuoi vedere che era meglio confermarlo?

Nella femminile discorso chiuso  per Nino Molino: 7° posto e 5/4 nel 2011, 2/3 ad oggi, quindi Down. Per quanto riguarda i nuovi ingressi “Up” Roberto Riccardi (U16, dal bronzo casalingo di Renato Nani con 6/3 all’argento di Miskolc e 7/2)  e  “Up” lady Stella Campobasso (8° posto, 3/6 nella Under 20,  dal 10° di Guido Cantamesse, 2/6).

Balza all’occhio la criticità delle formazioni juniores. Questa è  la categoria che  godono di maggior prestigio, momento alto  per la scoperta e il lancio di giocatori di talento. La maschile ha pensato di rafforzarsi con l’head coach  del settore azzurro, siamo andati indietro,  stavolta niente giro medaglie  nonostante Imbrò e Tessitori con un anno in più di esperienza (ma la gestione del play del suo club è stata suicida…), un jolly da 2,11 (Candussi) e un cecchino  vero come Turel che non si è visto.

Anche la femminile  ai quarti ci è arrivata per prendere poi la sua brava legnata finendo con 3 sconfitte. Non fatemi parlare. Posso ricordare che due anni fa, perfetta sconosciuta, Azzurrina  trionfava imbattuta, 9 vittorie su 9 gare, regalandoci dopo 20 anni  con la medaglia d’oro anche la prima qualificazione ai mondiali Under19. Eppure il coach, Giovanni Lucchesi, figura solare che alla ribalta preferisce il lavoro in palestra,  in precedenza già medagliato (Under 16),  non figura nell’organigramma. I risultati sono lì da vedere. Non è sufficiente creare il College Azzurra, se non si scelgono le persone giuste, soprattutto se si hanno i tappi di cera nelle orecchie.

Rifiniremo questa analisi a freddo, a prima vista il Settore Tecnico che punta  sul vice-presidente Gaetano Laguardia quale responsabile, presenza occhiuta di conoscenza e diplomazia, dovrà rivedere ruoli, progetti, incarichi. Non si tratta di un’operazione chimica o algebrica, ma di  una miglior valutazione delle persone, della loro disponibilità, le loro aspirazioni, i budget,  le esigenze. Il Settore Giovanile, attenti bene, è più strategico, al limite, delle nazionali maggiori dove si vede  intanto un primo risultato, la qualificazione agli europei del nuovo staff di coach Ricchini, anche lui part-time. Per questo sono in  molti a ritenere che la delega debba essere acquisita interamente dal vertice della Fip, e non lasciata a chi ha ottenuto un voto politico nella propria Regione. Il comparto Attività Giovanile va ricostruito da cima a fondo, deve rispondere solo al presidente o al suo vice. Oggi è solo un centro di potere e di spesa.

Considerato che Gianni Petrucci è già attivo, come  aveva annunciato alle Olimpiadi, non possiamo che augurargli buon lavoro e aspettarci un intervento diretto, a cominciare dal part time della nazionale che ha una ricaduta su altre squadre. Niente doppi ruoli e incompatibilità. Il settore deve darsi un suo plafond alto come progettualità e autorevolezza, e capacità di dialogo ad ogni livello. Oggi l’impressione richiama a una struttura di “clan generazionalista” con la pretesa di essere il nuovo, senza  relazionarsi con  esperienze precedenti. Succedeva la stessa cosa quando poco più che trentenni,15/18 anni fa Messina e Scariolo avviavano la “cinica” rivoluzione culturale che, si è visto, alla fine ha premiato principalmente il rispettivo (e rispettabilissimo) palmares.

Non è possibile ignorare, oggi, la lievitazione del “caso Pianigiani”. Ricordo che finito lil campionato ha sciolto con un anno di anticipo il contratto con la Montepaschi Siena dichiarando pubblicamente che ormai non era più in grado di più reggere lo stress. Ok, bel gesto, se non fosse che poi  decide  di cavalcare addirittura la tigre Ulker. D’accordo, l’Ulker lo copre d’oro,  gli mette fra le mani la squadra più forte dell’Euroleague leggendo delle operazioni di mercato da 15-20 milioni di euro (come minimo) per McCalebb, Andersen, Batiste,Sato e Karaman. L’attesa è enorme, altro che Siena dove aveva un formidabile scudo. Mister 93 % (la percentuale delle sue vittorie, ma non in azzurro)  vivrà sul tentacolare Bosforo, non potrà seguire i giocatori azzurri, se non attraverso Skype. Basterà  la spola di un suo vice fra Via Vitorchiano e l’Ulker Arena dove si poterà anche DalMonte?.

Mi dicono che il club avrebbe anche alle spalle alcuni milioni di tifosi, possibile che tutto questo scenario  possa guarire lo stress che, come raccontò,  l’aveva portato al limite del collasso?. Le motivazioni addotte per chiudere con  Siena (o Siena ha lasciato lui?), non sembrano collimare con la coerenza del “personaggio”, e fanno ritenere il Settore Azzurro  ancora succedaneo all’incarico in Turchia. Poteva passare questo sacrificio per Siena, ma dobbiamo pagare questo prezzo anche alla maggior gloria di un club turco?. Perciò  Petrucci e Laguardia dovranno fare valutazioni realistiche, i compromessi come si è visto nella faccenda Recalcati-Meneghin, non sono che  un ibrido rischioso.

Lo stesso discorso vale per la struttura tecnica del settore  voluta da Pianigiani. Se Andrea Capobianco aveva già dato la parola ad Avellino, era uscito  un comunicato, e  dopo la retromarcia (pretesa dalla Fip?) il club ha rilasciato una nota per confermare un assenso verbale, bisogna accontentarlo. Si capisce che mentre Panigiani e DalMonte vanno in Turchia, lui sarà col cerino in mano.  E’ giusto non sacrificarlo,  ricorderò – a proposito-  il commento che feci dopo che Teramo l’aveva scaricato: “Capobianco è un ottimo allenatore, anche quando perde“.

Il Settore Azzurro deve essere anche l’Università dell’entusiasmo, della missione, e quindi adesso la patata bollente passa al  “Petrucci2 il ritorno”. Primo nodo da sciogliere, l’incarico di Dino Meneghin. Dino vorrà  o potrà restare avendo dichiarato che alla sua età deve ancora lavorare?. Non  potrebbe essere direttamente lui il coordinatore tecnico delle Nazionali, scegliere gli allenatori, gestirli,  anche se – potrei sbagliare –  si pensa di affidargli un ruolo di Ministro degli Esteri senza portafogli?.

Errore continuare a considerare Superdino una figura da parata, da anni svolge  un ruolo di manager nel campo delle organizzazioni e del marketing, ha delle aziende da mandare avanti. Bisognerebbe chiedergli il ruolo a lui più confacente. Prendere o lasciare.. Il problema vero, analizzando la sua presidenza,  non è lui ma ormai la non-sostenibilità dell’invadenza di una coop di comitati regionali. Pesati i voti, approfittando del post-commissariamento hanno scoperto di avere delle affinità infilandosi  in tutti i settori: Cia, nazionale, attività giovanile, e così via. E senza dare conto invece, visti i risultati, del loro lavoro nelle rispettive zone di influenza. Ormai infilatisi dappertutto e come farà, Gianni Petrucci, per neutralizzarli  essendo gli stessi che gli hanno offerto la presidenza Fip?.

Negli scacchi, si tratta della  mossa del cavallo per dare scacco al re. In questo caso lo spariglio ha creato altre lacerazioni, altre ipocrisie, altre grottesche incompatibilità.

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