Nba la ripresa si tinge d’azzurro, 26 per il Gallo

Calato il sipario sull’All Star Game “West oriented” di Houston (vittoria nella gara maggiore e nelle matricole, MVP Chris Paul e Kenneth Faried) il Barnum è ripartito per l’ultima tranche della stagione, a 25 gare dalla fine San Antonio  rafforza il suo primato vincendo a Sacramento , i Brooklyn Nets schivano la sconfitta grazie a Joe Johnson che segna da 3 per il pareggio e nel supplementare, il quinto tie-break vincente,  segna il jump della vittoria allo scadere con Milwaukee.

Chicago che per ora mostra Derrick Rose solo nel riscaldamento passa a New Orleans con 9 punti di Belinbelli  e avvicina Indiana per il primato della Central Division. Toronto vince a Washington tradita da Wall (1 su 14) e con la quinta vittoria consecutiva vive l’era Gay e col nuovo ruolo di Bargnani sesto uomo da 11 milioni di dollari,  perché a 24 ore dalla chiusura del mercato non si vede uno straccio di acquirente per il n. del draft 2006.  Comunque finisce con 9 punti e poco altro,  giocatore tutto da ricostruire ma deve lavorare duro.

Vicario di Malagò il prof.Chimenti il più votato

Giovanni Malagò, 54 anni, laurea in economia e commercio, già nei “giochi” al CONI quattro anni fa ed eletto in Giunta, presidente del Circolo Aniene dal ’97 dopo aver dovuto fare uno slalom fra diversi paletti sull’eliggibilità, è il 15° presidente del CONI  moderno. Con un successo personale significativo  (49 voti, il più votato in assoluto) che si collega al risultato  di quattro anni fa il professor Franco Chimenti, presidente del golf,  è l’artefice del ticket vincente e sarà il vicepresidente vicario.

L’altro vice è il vicepresidente Giorgio Scarso presidente della Federscherma. La squadra dei 7  comprende Paolo Barelli nuoto,  Luciano Buonfiglio,  in quota atleti Alessandra Sensini e l’inglese Fiona May (che faceva parte con Yuri Chechi, ritiratosi prima della  votazione,della squadra di Pagnozzi),  Giancarlo Abete (calcio) ultimo degli eletti (33) col  puntello di Agnelli, e Sergio Anesi e Fabio Pigozzi, Fuori per un voto (32) Di Rocco, brutta notizia per la Toscana che deve organizzare il mondiale di Ciclo.

Elezioni CONI Malagò nuovo presidente

Grande sorpresa, dicono Tv e radio, la vittoria di Giovanni Malagò che nel contest con Raffaele Pagnozzi, era dato sfavorito anche dopo le due cene in maschera della vigilia nei rispettivi fortini,  ma ha vinto con 40-35, un voto più del quorum.

Considero questa carica la più importante nel nostro Paese, farò di tutto per onorarla. Nello sport è difficile vincere, ma anche a perdere. Un abbraccio a Pagnozzi”,

questa la dichiarazione con lacrime di gioia  dell’imprenditore romano baciando le figlie accanto. Si era presentato senza proclami o vendette, ma con  un programma ardito, facendo innanzitutto pollice verso al calcio e avendo contro per partito preso  anche le altre due maggiori federazioni, il ciclismo e il volley. Un blocco ritenuto quasi insuperabile al quale si è aggiunto il no di Pancalli all’invito di Malagò per  ricoprire la carica di segretario generale.

Nba torna Gallinari nella rivincita contro Boston

Calato il sipario di uno degli All Star Game più belli, poche ore dopo la lunga notte di Houston  quando a Los Angeles mancavano 5 minuti alla nuova alba di lunedì 18 febbraio, aggredito da molti mesi da un tumore, a 80 anni  Jerry Buss se n’è andato in una stanza del Cedar Sinai Hospital. E questo ha smorzato gli entusiasmi, per il resto ci ha pensato Michael Jordan.

Nell’intervista speciale concessa  a Acb.com, dopo tre settimane di voci riguardanti il suo possibile ritorno, alimentate anche da racconti di allenamenti strepitosi  e incoraggiato dalla sparata di Magic Johnson, disposto a puntare sull’amico in una sfida 1 contro 1  per LeBron perdente, Micheal Jordan ha annunciato ufficialmente  che non tornerà a giocare come  promise il giorno dell’ingresso nella Hall Of Fame. “E’ un passo che non mi sento di fare, questione di tempo, di età, di peso anche se nella mia testa continuerò a credere sempre di essere ancora un giocatore”. Storia finita.

Se n’è andato Jerry Buss il papà dei Lakers

Se n’è andato, a 80 anni, il papà dell’epopea dei Lakers, l’unica squadra ad avere tifosi in tutto il pianeta. Jerry Buss è stato il Gianni Agnelli del basket, e il suo capolavoro. i  Lakers, vengono considerati  la squadra più popolare al mondo con 10 titoli, grandi personaggi come Jabbar, Magic, Bryant, Shaquille,  Worthy , Gasol, Howard, Nash e allenatori quali Riley e Jackson. E  anche il  gioco spettacolare parte del marchio di successo  è entrato nella leggenda del basket come “Showtime”.

Quando acquistò per 68 milioni il club-faro  che secondo Forbes oggi vale 1 milione di dollari (idem i Knicks)  un biglietto costava 15 dollari, oggi un abbonamento di prima fila vale  migliaia di dollari. Giocava al Felt Forum e aveva già vinto 6 titoli, Buss li ha raddoppiati  e  lo Staples Center è una succursale di Hollywood, con Jack Nicholson primo fra i molti tifosi e le squinzie illustri.

Passano dal basket i giochi del presidente CONI, Malagò o Pagnozzi?

Lo sport italiano fa valere il suo passo atletico  anticipando di qualche giorno  il voto politico fingendo autonomia anche se così non è perché anche nel mondo degli stadi delle pedane e del parquet e dello street  ma non della scuola, è la politica che tira i fili, almeno all’80 per cento in questo caso. Al CONI si  sceglie oggi a Roma il successore di Gianni Petrucci che, ineleggibile, dopo una brillante carriera di più mandati si è rifugiato nuovamente nell’amato basket che molti anni fa è stato il suo trampolino di lancio. O meglio: il tappeto elastico che gli potrebbe consentire altre cariche, perché è uomo di punta dal partito di Casini che gli ha affidato la poltrona di sindaco di uno dei posti più belli della costa italiana, San Felice al Circeo. E conserva anche l’incarico amministrativo di presidente di CONI Servizi, in pratica il Consiglio di Amministratore che non prevede utili, specie dopo il crack delle sponsorizzazioni.

Nba All Star Game Houston fiction di successo, il genio di Paul trascina l’Ovest

Forse Jordan  aveva ragione nel ritenere Kobe più forte di LeBron, fatto sta che due spettacolari e sorprendenti  stoppate nel finale di Black Mamba  sul  n.1 della NBA,  la prima addirittura su un jump in area, hanno segnato il risultato del  62° All Star Game di Houston terminato con un trionfo personale di Chris Paul, MVP a furor di popolo con 15 assist, 20 punti, 4 triple su 5, 4 assist. Miglior marcatore Kevin Durant con 30 punti, miglior marcatore dell’Est Carmelo Anthony più 12 rimbalzi. LeBron non più infallibile e irretito da Kobe.

Fra i volti nuovi Paul George e Kyrie Irving due grandi acquisti per la NBA della seconda decade del millennio, in particolare attenti a Indiana col ritorno di Granger, perché Paul può essere il vero anti-Lebron. Il migliore fra i tre afro-europei è stato, manco a pensarci, il francese Tony Parker, vergogna che Mister Europa sia stato premiato Kirilenko nella stagione in cui ha perso la Coppa dei Campioni facendosi rimontare 19 punti .  Partita  purtroppo d’addio senza i giusti toni per due big,  Kevin Garnett (2 minuti e 26 secondi, nessun tiro) considerato anni fa uno dei 100 personaggi più influenti degli Stati Uniti e Tim Duncan.

Terrence Ross e Kyrie Irving re della schiacciata e del tiro da 3

I re della schiacciata e della tripla sono Terrence Ross e Kyrie Irving, giovani campioni della NBA che stanno bruciando rapidamente le tappe. Soprattutto Terrence Ross era sconosciuto fino a giugno quando il ragazzo dell’Oregon uscito da Washington State prova con i Toronto Raptors alla Summer League e stupisce tutti come 2° marcatore con 14,4 punti e 27 minuti. Segna 21 punti al suo debutto come professionista con la maglia dei Raptors a luglio, si fa subito notare quando iniziata la stagione Dwane Casey lo manda in campo. Soprattutto in contropiede dimostra di essere un missile terra aria, e la sua schiacciata in velocità, ricorda quella di Michael Jordan, come scrivo appena l’ho visto all’opera.

Rocket-Ross vince lo Sprite Slun Dunk Contest al Toyota Center, quest’anno senza particolari coreografie , all’insegna  della schiacciata secca, killer,  col  numero più applaudito, passandosi la palla dietro la schiena in arrampicata e chiudendo  la prodezza  in reverse a due mani.

Schiacciate stellari a Houston, c’è anche l’italiano James White

A mio avviso il Rising Star Challenge è il sotto-clou, in  chiave tecnica e promozionale, più interessante, fa spettacolo a sé lo show della partita delle Stelle che per i giocatori è un traguardo ambito, specie da quando con 30 squadre la concorrenza è aumentata e hai una fascia almeno di 30 papabili, e qualcuno viene sacrificato. Per uno straniero non è più tabù, quest’anno ad esempio ci sono, a parte Duncan delle Isole Vergini, i francesi Tony Parker e Joaquin Noah (che per la verità ha anche passaporto svedese e americano essendo nato nella Grande Mela), l’anglo sudanese Luol Deng e se vogliamo anche Kyrie Irvin nato in Australia quando il padre allenava da quelle parti rifiutando alla vigilia di Londra la maglia degli aussies (“aspetterò il mio turno alle prossime Olimpiadi, mi sento americano”). Però credo che se Il Gallo si fosse chiamato Cook, forse i giurati l’avrebbero inserito fra le riserve. Sarà per un’altra volta, l’azzurro se lo vedrà da casa in attesa del trittico di ferro  post-Houston  per i Denver che dopo aver perso 3 gare devono vincerne 3 se vogliono arrivare fra le prime 4 dell’Ovest.

Dove ripartire per avere successo in Tv

Perché Sanremo é Sanremo. Cosa c’entra ? Ovviamente nulla, peró mi serve per agganciare due cose: la vostra attenzione e il fatto che spesso vengono fatte cose senza senso a tutti i livelli. Parliamo di osservazione dei fatti e valutazione degli stessi.

Siamo al termine di un contratto televisivo per il basket che doveva rimettere in moto, a detta dei critici di allora, un basket “criptato”. Parentesi, visto che sono parte in causa, in quanto regista di quel basket e qualcuno griderà al conflitto d’interessi, invito chi avanza dubbi in merito, a leggere questi due anni di scritti e verificarne l’onestà…

Supershow Faried, anche le matricole europee fanno onore alla NBA

Mezzo guerriero macedone, mezzo centauro, “Animal” Faried  col suo sorrisone e i suoi muscoli è stato la vera scoperta quando gli occhi erano tutti per gli elfi neri, gli Irving, Lillard e Waiters, e anche l’europeo bianco Ricky Rubio che la NBA ha innalzato ad attrazione tanto da godere pure dei favori della pubblicità.

E’ certo che i padroni del basket vengono a cacciare ormai nelle riserve europee,e non solo per i giganti rappresentati in questa occasione da Nikola Vucevic, il 22enne montenegrino di passaporto svizzero che ha preso il posto di Superman Howard nei Magic ed è il suo sfidante nella classifica dei rimbalzisti. Ci poteva stare anche Valanciunas, unica matricola Alex Shved, 22 enne russo, guardia-play come il catalano Ricky suo compagno a Minnesota, che ha firmato una delle azioni più bella del match, una schiacciata in reverse. Quindi anche per i play l’Europa comincia a essere una miniera, come dimostra anche il successo di Calderon e Goran Dragic e naturalmente Tony Parker  star del primo livello.

Eurolega Montepaschi mette almeno i playoff in cassaforte

Punti-sicurezza per Siena, metà gara cercando il ritmo giusto e il punch per l’esplosione del 3° quarto con 26-13 per i vincitori della Coppa Italia prezioso carburante per ottenere il sesto successo, il quarto casalingo al quale contribuisce almeno stavolta anche Benjamin Eze con 10 punti e 6 rimbalzi, inferiore a Maciej Lampe anche se l’inferiorità ai rimbalzi, prevista, è compensata da una serata strepitosa nel tiro da 3, 57% e meglio del 38% in area , con 4 bombe di Janning, 3 su 3 di Moss (contro un orrendo 0/9 da 2) e 2 di Hackett ancora ad alto standard dopo essere stato MVP a Milano in una serata ondulatoria , a volte troppo, di Bobby Brown che si procura 6 falli ed è  generoso negli assist.

Eurolega l’Efes ferma il Real, colpo Olympiacos

Non si dà pace Sasha Obradovic, omonimo serbo del più famoso Zeljko, il vincitore di 8 coppe dei Campioni, al suo debutto in Euroleague come coach di Berlino, dopo una prima esperienza in Ucraina, la squadra nella quale era beniamino fino a poco tempo fa come giocatore-bandiera. “Per la terza volta quest’anno abbiamo perso per un tiro alla fine di Marcus Williams”, dice convinto che l’essere riuscito a tenere fuori dal gioco per tutta la gara l’esplosiva guardia americana gli avrebbe dato il successo per tentare di agganciare il 4° posto nel girone A.

Vittoria  invece della speranza in Germania dell’Unicaja Malaga che ha costruito la squadra all’ultimo momento  regalando parecchie delusioni al coach Repesa, l’artefice dell’unico scudetto Fortitudo, poi a Roma e Treviso,  con l’eliminazione dalla Coppa del Re e troppe sconfitte in campionato coi playoff a rischio.

Matthew White, ex Blazers, pugnalato dalla moglie spagnola

Sgomento in Spagna per l’accusa di presunto omicidio nei confronti della moglie di Matthew White che  dopo aver giocato nella NCAA con Penn University ha vestito la maglia dei Blazer e quindi ha chiuso la carriera in Europa con le squadre di Valladolid, Nautico Tenerife, Granoller e Granada

Il fatto è successo  a Media, Pennsylvania, la donna, la spagnola  Maria Reyes Garcia-Pellon che si trova detenuta nel carcere del Delaware mentre il mentre il marito dormiva si è procurata un coltello e l’ha pugnalato al cuore perché non tollerava che vedesse filmini pornografici con donne giovani.