Olimpiadi di Londra con più Africa

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Dopo la Tunisia, anche la Nigeria targata Usa ai Giochi. Bocciate le squadre balcaniche Grecia e Macedonia e sudamericane, premiate la Russia, la più forte e la regolarissima Lituania negli ultimi 20 anni fa il 3° e 4° posto. Riparte l’Italia dopo Londra.

Bocciate le squadre balcaniche. Sono loro le grandi deluse delle qualificazioni olimpiche, forse ancor più – anche se si giocava a Caracas – delle  tre sudamericane Venezuela, Repubblica Dominicana e Portorico forti di giocatori NBA: i vari Greivis Vasquez degli Hornets, Al Horford e Francisco Garcia degli Hawks e dei Kins di Sacramento, Josè Barea ex campione con Dallas ceduto a Minnesota. Pollice verso per la Grecia, squadra di grande tradizione e vincitrice quest’anno dell’Euroleague grazie al ceppo nazionale, e  la Macedonia-Fyrom che ha sciupato l’opzione di Bo McCalebb. Grande sorpresa degli ultimi europei, non si è ripetuta perché i gemelli Stojanovski e Cegeski sono stati la brutta copia di se stessi  e l’ex senese Vlado Ilievski e Pero Antic, pilastro dell’Olympiacos vincitore dell’Euroleague, hanno pagato in un colpo solo lo stress di una stagione pesantissima. Da qui le deludenti prestazioni di tiro di una squadra che fonda soprattutto la sua forza sul tiro pesante. Stavolta il rischio ha avuto il suo prezzo perché il tiro dall’arco è un boomerangm, e la Macedonia ha pagato pedaggio ai rimbalzi e fin dalla prima gara persa con l’Angola è stata in difficoltà.

La Grecia della non brillantissima gestione biennale di Ilias Zouros mancava di Diamantidis, atipico  play di 2 metri artefice dei grandi successi del Panathinaikos,   Nikos Zisis non è stato all’altezza nella gara decisiva con gli africani , sbagliato  portare a Caracas come naturalizzato la guardia Bramos (lanciato dalla Miami University, Ohio) alla torre Kostas Koufos più volte starter dei Denver Nuggets. Si è visto poco Fotsis, ha terminato con prove migliori di quelle di Milano Ioannis Bouroussis che dovrebbe giocare col Panathinaikos.

Nella Macedonia Bo McCalebb ha giocato da marziano, top scorer con 26,3 punti (e  son sono bastati i 35 nella gara decisiva con i dominicani). Ipermotivato dovendosi separare da Siena (gli altri due anni di contrattano non sono più sostenibili con l’austerity  che Siena dovrà affrontare) e deciso a  strappare un contratto multimilionario (Barcellona?),  magari con la speranza di  convincere la NBA ad ammettere l’errore per averlo dimenticato ai draft.

Per la Russia e  Lituania si tratta di  un ritorno alle Olimpiadi dalla porta maggiore  avendo trovato  trovato la strada sbarrata agli europei da Spagna e Francia. Alla fine della fiera, il maggior risultato anche in un’ottica di livellamento del basket riguarda la doppia qualificazione dell’Africa, la prima della  Nigeria, il paese di Akeem Olajuwon, uno dei grandi della NBA. Nelle qualificazioni africane un anno fa la squadra di  Ayo Bakare, un coach idolatrato in patria, era arrivata dietro la Tunisia e l’Angola. La nazione dominatrice per anni con i suoi eroi Mingas e Cipriano  è stata comunque brava, ha lottato anche a Caracas battendo all’esordio i macedoni e finendo il torneo solo per aver dovuto fare i conti con la squadra più forte, la Russia.

Ai Giochi di Londra ci sarà più Africa.  Spiccano i nomi di altre star africane, come Luol Deng, sudanese dei Bulls  con passaporto britannico, Sergi Ibaka, congolese  di Oklahoma con passaporto spagnola, e la Nigeria vi mette piede con una formazione targata Usa. Ben  9 delle 12 Tigri (Tigers)  della nazione  musulmana e del petrolio sono nate in vari stati americani. E’ come se l’Italia  andasse ai Giochi con 9 argentini o 9 passaportati, ma questo risultato vale ugualmente  quanto una festa nazionale. Inoltre avendo  battuto Lituania e Grecia sarà  una squadra rispettabile, da prendere con le molle a Londra,  con talenti come Ike Diogu o i due fratelli Al Farouq (21enne ala degli Hornets) e Alade   Aminu (Elan Chalon), o i vari Skinn-Oludewa, il losangelino Ade Dagunduro o il texano Derrick Obasohan  che veste la maglia della Joventut Badalona. Ha destato grande impressione il barbuto  Ike Diogu, 2,08, ala-centro, una specie di copia dei Bronzi di Riace, il quale ha concluso con una esclusiva  doppia-doppia (14,5 punti e 11 rimbalzi di media) firmando tutte le azioni decisive nel finale del match decisivo con i  dominicani.

Ike Diogu MVP  pari merito con Kirilenko il quale certamente lascerà il campionato portoricano per un ricco ingaggio in Europa. Di un soffio sotto McCalebb, ancora meglio dell’europeo, dell’Euroleague e della finale tricolore.  Completano il quintetto ideale Vassilli Spanoulis (Grecia), Linas Kleiza (Lituania).  Secondo quintetto  Barea (Portorico), Vasquez (Venezuela), Garcia (Dominicana), A.F. Aminu (Nigeria), Horford (Dominicana). Il più progredito Alex Shved (Russia), “Sesto Uomo”Jonas Maciulis (Lituania), miglior coach David Blatt. Delusione Grecia

Imbattuta la  Russia dello zar  Andrei Kirilenko (per lui la terza Olimpiade)  tentato di tornare nella NBA dopo la delusione nella finale di Euroleague con i greci e l’emergente Alex Shved, 22 punti nella gara che valeva la qualificazione, l’erede naturale del grande Serghei Belov, uno dei pochi ad aver avuto l’onore di accendere la fiamma olimpica.  Puntuale, come sempre,   il coach americano David Blatt (“l’allenatore più fortunato che io conosca”, ribadisce con la massima stima  Giorgio Buzzavo col quale ha vinto l’ultimo scudetto Benetton) una guida sicura, capace di fondere le individualità con gioco organizzato. Molto migliorato l’ala Fridzon, ha giocato poco Mozgov, centro di Denver, Sasha Kaun, ex campione NCAA con Kansas, ha avuto la sua giornata di gloria.

La Lituania senza i gemelli Lavrinovic e il rientro di Linas Kleiza, cecchino dei Raptors, e di Jonas Maciulis (ex Milano e Siena) assenti agli europei,  ha perso dalla Nigeria ma eliminato il Venezuela, squadra di casa. La squadra di  Kestutis Kemzura, coach di poche parole, che ha il merito di aver creduto nel recupero del 36enne Jasikevicius, una star mondiale, in versione uomo-squadra, molto utile per innescare il gigante Jonas Valanciunas che tanta il salto nella NBA (Toronto) ha giocato bene le gare decisive col suo micidiale pick and roll. L’ultima è stata quella con la Repubblica Dominicana che aveva grandi prospettive e perso poi nettamente anche lo spareggio  con la Nigeria nonostante due star come Al Horford degli Hawks e Francisco Garcia dei Sacramento Kings. Peccato che abbiano deluso nelle gare decisive, vedi  col la Nigeria: 12 punti, 5/10, 7 rimbalzi e 4 falli per il power forward di Atlanta in 29 minuti e 6/15, 1/4 e ben 5/11 da 3  della small forward dei Kings.

Ha fatto piacere il recupero di Jonas Maciulis, prezioso collante e serissimo professionista che Milano non avrebbe dovuto perdere, migliore in campo contro i dominicani. Le virtù dei lituani sono l’intercambiabilità, lo spirito, la panchina, e la regolarità di risultati alle Olimpiadi, e quindi nessuno più dei baltici era sicuro di staccare il pass  in virtù dei piazzamenti degli ultimi 20 anni ai Giochi: ha conquistato il bronzo nel ’92 a Barcellona, i Giochi del Dream Team, e nel ’96 ad Atlanta e nel 2000 a Sydney, e perso la “piccola finale” ottenendo il 4° posto ad Atene 2004 e Pechino 2008.

Il “field” di Londra comprende 5 europee (Gran Bretagna paese organizzatore, Spagna, Francia 1.ae 2.a agli europei, Russia e Lituania qualificate), 3 americane (Stati Uniti campioni uscenti, Argentina campione delle Americhe e Brasile 2.a), 2 africane (Tunisia campione africano e Nigeria qualificata), 1 asiatica (Cina) , 1 Oceania (Australia).  Non si sono qualificate Grecia, Croazia, Germania, Iran e Angola. Le novità sono 3 Francia, Tunisia, Nigeria. Perdono un posto Europa (Francia e Gran Bretagna per Grecia, Croazia, Germania) e Asia (Iran). Questa  la classifica di Pechino: 1 Usa, 2 Spagna, 3 Argentina, 4 Lituania, 5 Grecia, 6 Croazia, 7 Australia, 8 Cina, 9 Russia, 10 Germania, 11 Iran, 12 Angola.

Una rabbia, per l’Italia, essere fuori per le seconda olimpiade, essere ancora al palo di partenza dopo il biennio che prometteva molto di più col CT Pianigiani e il trio NBA e dover ricominciare dalle qualificazioni europee post-Giochi, fra metà agosto e la prima settimana di settembre. Ci sono nuovi chiari di luna, con un CT part-time che va ad allenare in Turchia, e Gallinari unico del trio NBA ad aver risposto sì all’operazione rilancio.

La nazionale si raduna il 16 luglio a Milano. Raggiunta la qualificazione, con la prospettiva del ritorno di Gianni Petrucci alla presidenza, saggezza vuole che il capitolo Settore Tecnico venga ridiscusso opportunamente  sia per gli incarichi e i programmi alla luce delle ultime vicende,  perché dopo Londra potrebbe aprirsi la disponibilità di Sergio Scariolo e Mike D’Antoni e i tifosi azzurri chiederebbero a gran voce le primarie.

Risultato 3° posto: Nigeria-Rep.Dominicana 88-73 (24-18, 23-21, 12-18, 29-16; 25 Diogu, 14 AF Aminu, 11 Obasohan; 17 Garcia, 16 Martinez, 13 Baez)

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