March Madness, così il basket onora la scuola americana

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A volte un’immagine parla più di mille parole ed il video del Presidente USA Barack Obama mentre analizza , commenta e pronostica – con dovizia di particolari e padronanza tecnica – insieme con il giornalista Andy Katz della top tv sport ESPN il tabellone (The Presidential Bracket) con le 64 squadre che si stanno affrontando nella “March Madness” per il titolo di campione universitario NCAA di basket 2012 (North Carolina TAR HEELS, ndr) rende perfettamente l’idea di cosa sia lo sport americano nel suo insieme e di quanto sia forte, presente e radicato nella struttura societaria ed istituzionale del paese più sviluppato al mondo.

Opinione autorevole di uno che ha frequentato la più grande scuola non statale (3760 studenti) , la più “verde” e con il miglior programma sportivo (fonte Sport Illustrated) degli USA: La Punahou High School a Honolulu – Hawaii.

Lo sport negli USA è un fondamento della società e non potrebbe vivere al di fuori del binomio scuola-famiglia; l’obbligo scolastico arriva fino a 18 anni, con questa suddivisione: Elementary School (6-10), Middle and High School (11-18) University (over 18). Con le lezioni che iniziano la mattina alle 7.30 e terminano alle 14:30 (pausa pranzo compresa e con un intervallo di 6 minuti tra una lezione e l’altra per permettere lo spostamento degli studenti da una classe all’altra). Gli studenti hanno tutto il pomeriggio per le loro libere attività, dallo studio alla partecipazione alle varie attività sportive. Ricordiamo che la settimana scolastica è di 5 giorni e termina il venerdì.

La scuola americana punta molto alla socializzazione tra gli studenti e sull’organizzazione dei servizi e dei corsi per i ragazzi, e lo sport è una delle leve principali.

Per uno sport di squadra come il basket significa avere la possibilità (specie per le High School) di allenarsi tutti i pomeriggi e poi di giocare le partite, in casa o fuori casa, il venerdì sera o al massimo il sabato, lasciando comunque libera la domenica da “qualsiasi” impegno per dedicarsi esclusivamente alla propria famiglia e alla religione.

Questa organizzazione (escludendo a priori che si possa giocare le partite infrasettimanalmente) permette che alle partite possano venire più spettatori e genitori possibili , per dare e cementare un senso di appartenenza e di identità alla scuola, all’istituzione, ai colori della squadra, al nickname (i Tigers di Clemson, i Blue Devils di Duke, gli Owl di Temple, gli Orangemen di Syracuse, etc). Siamo dentro in  un senso di patriottismo che parte ogni giorno alle 7:30 quando tutti gli alunni e professori recitano il pledge of allegiance” il giuramento di fedeltà alla bandiera degli Stati Uniti.

La scuola inizia di solito alla fine di agosto o ai primi di settembre e questo significa che i campionati scolastici liceali iniziano molto presto, ai primi di ottobre, perché già alla fine del mese di gennaio cominciano i PlayOff  (Districts e Regionals) per arrivare a marzo – finalmente – ai Playoff per il titolo statale, come è capitato pochi giorni orsono nello Stato di New York con la squadra del Liceo Mount Vernon che si è aggiudicata il titolo in un gremitissimo palazzo dello sport come il Glenn Falls Civic Center di New York contro il Liceo Aquinas per 61 a 57.

Pensate che emozione per questi ragazzi minorenni, vestiti con le loro splendide divise (rigorosamente senza sponsor !!!! ) trovarsi di fronte a migliaia di spettatori, alle majorettes, alle bande musicali, ai cori e agli incitamenti “civili” del pubblico che mai si permetterebbe di insultare un giocatore della squadra avversaria…

Un campionato che finisce a marzo e che consacra i vincitori senza umiliare gli sconfitti, e che permette poi di concentrarsi negli studi perché la scuola finisce alla fine di maggio, senza impegni ulteriori che possano distogliere l’attenzione dei ragazzi. Tutto ciò si chiama Timing, perfezione nei tempi tra un avvenimento e l’altro per enfatizzare al massimo la partecipazione e l’attenzione di tutti e giova ricordare che per la massima competizione – la elezione del Presidente degli States – dal 1776 ad oggi sono stati sempre rispettati i 4 anni canonici tra una e l’altra, nonostante una Guerra di Indipendenza, una Guerra di Secessione, 2 Guerre Mondiali e decine di altri conflitti più o meno grandi.

Ed ora sotto con la NCAA

Matteo Cardinali – Università di Perugia, studioso di storia dello sport Usa

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