La Corte Federale chiude il caso Treviso

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Respinta già tre volte la richiesta della cordata che chiede l’iscrizione della squadra in serie A viene discussa domani dall’ultimo grado di giudizio. Si può chiedere  forse di correre in F1 senza auto e scuderia?

Nessun fatto nuovo è spuntato all’orizzonte, la  Pall.Treviso, una srl con valore legale ma non una società nell’accezione del termine (vissuto, risultati, struttura, giocatori, staff tecnico, dipendenti, etc) , ha già subito tre smash in rapida successione. Sotto di 0/3 dopo il voto di Legabasket, quello del Consiglio Federale e della Giudicante ha fatto ricorso alla Corte Federale che decide domani a Roma.. L’organo di giustizia di terzo grado esamina  – è bene chiarire – le procedure, l’applicazione corretta delle norme, non entra  nel merito. E siccome è chiaro che mancando il “diritto sportivo”, il titolo fondante per iscriversi al campionato, in punto di diritto non ci sono elementi nuovi per ribaltare la situazione. La  mobilitazione di Treviso, simpatica e chiassosa,  ha tenuto viva la fiammella della speranza, addirittura c’è stata  una contestazione colorita di un gruppo di pasdaran  della cordata  che si sono spinti fino a Folgaria per la Trentino Cup  approfittando della visibilità della nazionale. Peccato ci fossero solo una migliaia di spettatori, e Gallinari avesse deciso di non giocare.

L’unico fatto nuovo è la ferma ma tardiva  posizione della Lega che doveva scoraggiare di far partire il trenino delle illusioni. Per bocca del suo presidente ha risposto 48 ore fa  risponde   alle critiche arrivate dai due ex azzurri  trevigiani che  hanno gestito blandamente la fase iniziale, e subito  per primo il clamoroso l’autodafè . Sarà meglio ricordare, in tutta la vicenda, anche una specie di “patacca” in piena regola,  quando  il personaggio centrale nel quale avevano riposto fiducia si è dileguato il giorno prima del passaggio di consegne dalla Benetton al Consorzio Universo Treviso. Al quale si sono aggregati  nei giorni successivi  la nascitura Pall.Treviso srl e a un gruppo di tifosi.

“Innanzi tutto ricordo che la società Treviso Basket Srl –questa la nota di Valentino Renzi sul sito di Legabasket  guarda caso già sparita -è stata costituita il 4/7/2012 ed ha ottenuto l’affiliazione alla FIP solo in data 14/7/2012. Coldebella, che è un uomo di sport, non può confondere quella che lui definisce sdegnosamente “burocrazia” con il rispetto delle vigenti norme federali. Né può affermare che tutti i club di serie A si sarebbero espressi in maniera positiva sul “progetto” della neonata società trevigiana: infatti l’assemblea del 12/7/2012 da un lato ha ratificato il mio operato, dall’altro non ha mai deliberato che nel successivo Consiglio federale del 14/7/2012 avrei dovuto esprimere un voto favorevole all’istanza presentata dalla società di Treviso”.
“Nemmeno un commento – ha concluso Renzi rimpallando le critiche – meritano invece  le offese di Coldebella nei miei confronti; anziché preoccuparsi della gestione della Lega Basket avrebbe fatto meglio ad imparare le norme di Lega e Federazione”

Nulla di personale, è come se come un privato andasse da Ecclestone, volesse correre in Formula Uno a Monza senza avere l’auto,la scuderia, i piloti solo perché dice di voler correre sostenuta dal controcanto dei social Forum e degli stessi politici che, come Coldebella e Pittis, sapevano da due anni che la Benetton aveva deciso di uscire. Un’uscita non da Forche Caudine come è stato per altri gruppi, bensì  per occuparsi di progetti di sport sociale  (Primo Sport per i ragazzini da 0 a 6 anni, con un progetto internazionale di studio per combattere l’obesità infantile) e proseguire l’attività del vivaio. Mica per trasferirsi in una piazza dal maggior potenziale (che avrebbe potuto essere Firenze o Torino), dedicarsi alle corride, o intraprendere attività meno nobili. Si esce dallo sport professionistico corroso e polemico e si entra in quello del futuro, come vorrebbe il ministro competente di Monti.

Errore della  Fip, come per la Lega, è stato quello di non esprimersi chiaramente, e di paventare invece con questa concessione (ripeto: immotivata, inammissibile) un precedente, per cui qualsiasi società  professionistica può magari ripulirsi di situazione debitore uscendo di punto in bianco. Basta una cordata, qualche  ragazzo in carriera e i tam tam di internet per uscire dalla porta xdi servcizio e tornare subito  in Serie A. La  Fip dovrebbe raccontare anche che  è stata rifiutata con sdegno  la sua proposta di concedere l’iscrizione per la A dilettanti (o nella Lega Due, come sembra). Formula perfetta di rientro quale necessario rodaggio per un club tutto da inventare. L’errore di questo gruppo è stato quello di non cavalcare la A-2, sarebbero stati considerati i salvatori della patria.  Voleva forse con l’iscrizione iscrizione, una raccolta di fondi e di firme  anche la garanzia di andare in finale, o quello di vincere lo scudetto?.

“Senza alcuna paura di essere smentito – ha detto Meneghin – da quando sono Presidente della FIP, ho operato, con la collaborazione del Consiglio federale, secondo i dettami dello Statuto e dei Regolamenti. Mi sento di rassicurare gli sportivi trevigiani che in FIP si applicano i regolamenti e che non sono concepibili favoritismi.

Beninteso, se il ricorso viene respinto il verdetto definitivo lo prenderà il tribunale sportivo del CONI con costi, polemiche, fratture quando David Stern avrebbe dato la pratica al suo vice, e in un giorno nessuno avrebbe più avuto niente da ridire.

encampana@alice,it
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3 commenti su “La Corte Federale chiude il caso Treviso”

  1. Sicuramente non si può correre la F1 senza avere la macchina; evidentemente invece è possibile pubblicare articoli senza possedere la necessaria cognizione di causa, ed evidenziando per l’altro una conoscenza della lingua italiana abbastanza discutibile.

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