In un libro la bella storia di Nando Gentile

Spread the love

E’ uscito  il 1° marzo  per Edizioni Graf  dei Napoli (prezzo 14.90, www.librisuinternet.net/negozio_edizioni_graf/cat043.htm) la biografia di Nando Gentile. Il titolo è “L’uomo dell’ultimo tiro”. Si tratta di un interessante  collage di articoli  che alcune penne, fra cui quelle del basket del suo tempo,  hanno dedicato all’ispiratore della favola della Juve del basket che Sante Roperto “docente laureato in veterinaria” (e mi precisa pure che insegna nella più antica Facoltà dell’Ateneo Federiciano di Napoli) ha raccolto in un libro di contenuti, inediti, che mette al centro il reuccio dello scudetto di Caserta, il primo e unico del sud.

Nando non ha giocato nella NBA come il compagno Vincenzino Esposito, ma oltre a segnare il canestro decisivo dell’impresa  di Milano, una pagina della storia casertana, con sette protagonisti figli della terra di lavoro fra cui il coach Franco Marcelletti, ha raggiunto altre tappe miliari.

Sempre con Tanjevic ha infatti pochi anni dopo firmato l’ultimo scudetto di Milano, e dopo 16 anni il figlio, All Star degli europei Underr 20 e premiato quale “Giocatore più Progredito” da Passignano  si è ripromesso dopo il recente passaggio  dalla Benetton all’Armani si rinverdire la saga di “casa Gentile” (e c’è anche il fratello maggiore che gioca a Casale). Lasciata Milano, Gentile ha vestito la maglia n.4 del Panathinaikos, ha vinto 3 scudetti greci ed era starter nel successo prestigioso in Coppa dei Campioni.

Nel mio raccontino ho ricordato  che ai tempi in cui scrivevo per la Gazzetta dello Sport scatenai una polemica quando Boscia Tanjevic, che ebbe il merito di lanciarlo a 16 anni in Serie A decise di farlo capitano.

“Come può guidare – domandai  al coach bosniaco attizzando la polemica– una squadra di Serie A se non ancora non può  guidare un’auto?”.

Ritrovatici per l’addio al basket di Carlton Myers a Rimini abbiamo riso di gusto con Boscia per quella “pantomina” che contribuì a gettare un fascio di luce su Caserta e il primato del giovane Nando  spiegando anche che fu il grande Oscar, tanto colpito dal carisma giovane compagno,  a volerlo battezzare  capitano.  Nando si travestì da Masaniello per stare al gioco, è stata una polemica ad arte e anche con lui a Passignano ci siamo divertiti a ricordare l’episodio.

“Sono contento di essermi prestato al suo gioco” –

così ho concluso il mio scritto apprezzando un commento in vernacolo che detto da altri non mi avrebbe lasciato indifferente.

Spero che il libro smuova questo basket esterofilo e polveroso, verrà presentato il 5 marzo, lunedì, alle ore 17 nella Sala Consigliare della Provincia di Caserta. Una bella storia la sua, ma un senso di gratitudine mi corre anche nei confronti del cavalier Maggiò, dei figli Gianfranco e Ornella, di Giancarlo Sarti e della sportivissima famiglia Piccolo che tifosa della Juve Calcio volle fosse ma madre nobile della Juve Basket. E proprio Corrado Piccolo, padre di Francesco, uno dei migliori scrittori contemporanei, convinse il cavalier Maggiò, il Borghi del sud, ad accollarsi l’onere di rilevare la squadra di basket e realizzare il Palamaggiò che finita questa bella storia chiuse i battenti fino a quando Nando Gentile lo fece riaprire pagando di tasca sua una bolletta della luce arretrata di 3 milioni. Davvero stupendo Nando, anche nel cuore.

[email protected]

Lascia un commento