I grandi del basket: Drazen Petrovic

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Drazen Petrovic grande lo era davvero, forse il più grande cestista europeo di tutti i tempi. Mito lo diventò il 7 giugno del 1993, quando un destino tragico lo attendeva sulla via del ritorno a casa dopo una gara con la nazionale, quando la sua auto rimase coinvolta in un incidente stradale, spezzando i suoi sogni di ventinovenne.

Amarcord dolce-amaro quello dedicato al cestista croato, il Mozart dei canestri come lo chiamavano tifosi e commentatori dell’epoca, che ad ogni tocco di palla restavano estasiati da quelle mani calde e precise.

Sin dagli esordi con il Sibenik Petrovic riuscì a dimostrare la propria grandezza, tanto che a soli 20 anni il Cibona Zagabria – campione di Jugoslavia – fece di tutto per assicurarsene le prestazioni. La squadra guidata da Mirko Novosel era tanto forte in patria quanto “cenerentola” in campo europeo, ma con l’arrivo del campioncino croato il vento cambiò in maniera repentina.

Negli anni a seguire il Cibona riuscì a mettere in bacheca 4 titoli nazionali, 2 Coppe dei Campioni, 1 European Cup e 3 Coppe di Jugoslavia grazie alla grande vena realizzativa del suo campione (una media di 43,3 punti a partita). Quattro anni di successi per il ragazzino slavo che non poteva non entrare nelle mire di uno dei club più blasonati d’Europa, il Real Madrid, che gli offrì un contratto di 4 milioni di dollari l’anno pur di convincerlo a cambiare casacca.

Con i blancos Petrovic conquistò una Coppa delle Coppe, battendo in finale la Snaidero Caserta, al termine di una gara che farà storia nel basket continentale, visto che il giovane croato riuscì a siglare qualcosa come 62 punti.

Ormai Petrovic era più di una promessa e decise di tentare l’avventura della NBA, accettando l’offerta dei Portland T. Blazers. Al primo anno fu subito finale (persa poi contro Detroit), ma arrivò anche l’addio immediato alla squadra, a causa dei cattivi rapporti con alcuni compagni.

E venne la chiamata dei New Jersey Nets, squadra che segnò la sua consacrazione nel basket a stelle e strisce. Medie impressionanti per lui, specie per quanto riguarda i tiri da tre, divenuti ormai la sua specialità. Due stagioni da fenomeno con la maglia dei Nets e poi la decisione di cambiare casacca per tentare di vincere almeno un titolo NBA in carriera. Ma i suoi sogni si spezzarono dopo una gara della sua Croazia. I compagni salirono su un aereo che li riportava in patria, mentre lui scelse di fare il viaggio di ritorno in automobile con la sua fidanzata. Ma il destino beffardo lo attendeva dietro l’angolo ed il campione perse la sua partita più importante.

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