Virtus Roma: dal rilancio al rischio concreto di scomparire

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Una notizia che ha raggelato le migliaia di tifosi capitolini che hanno tante volte seguito la pallacanestro con un amore che non conosce i confini. A Roma, la Virtus rischia seriamente di scomparire. Il motivo è rappresentato certamente dalla decisione di Claudio Toti di fare un passo indietro e di vendere la società: una scelta estremamente sofferte, ma inevitabilmente dettata dalla volontà di stare al fianco dell’azienda di famiglia per dare il maggiore supporto possibile durante questo grave periodo di emergenza sanitaria.

La Virtus Roma, attualmente, almeno dal punto di vista formale, non ha alcun proprietario e rischia di essere smantellata e fallire. Il motivo deriva anche dal fatto che, nel corso di tutti questi anni, la struttura organizzativa non ha saputo fare alcun tipo di passo in avanti. Non è stato, giusto per fare un esempio, realizzato alcun tipo di impianto polifunzionale che potesse ospitare sia gli allenamenti che le varie attività amministrative.

La Virtus Roma e il pericolo di dire addio al basket italiano ad alti livelli

Il problema è che nel roster, al momento, l’unico che ha un contratto garantito per la prossima stagione è Tommaso Baldasso. Sembrano lontanissimi i primi anni Duemila, quando i tifosi della Virtus avevano la possibilità di ammirare sul parquet dei campionissimi come Dejan Bodiroga e Carlton Myers. Nel 2008 e nel 2013 arrivarono pure due finali scudetto, anche se in fin dei conti la bacheca delle coppe ha visto l’aggiunta esclusivamente di una Supercoppa italiana nel 2000.

Adesso, l’addio di Toti si può considerare come uno dei segnali più brutti degli ultimi decenni per le sorti del basket romano. Non è una questione, infatti, legata unicamente alla società Virtus, ma più in generale pure per l’intera città, che ama alla follia il calcio, ma che si è appassionata negli anni anche della palla a spicchi. Ed è un grave problema anche per Lega Basket Serie A, che da diversi anni ha mostrato una grande attenzione per provare a rilanciare una delle più grandi città in tutta Europa e la capitale italiana. Roma, infatti, potrebbe rappresentare un polo importante anche per la rinascita del basket italiano, eppure ancora una volta tutte queste ambizioni sono state deluse.

La proposta di un campionato senza retrocessioni avrebbe portato il livello ad abbassarsi ancora e l’ovvia rinuncia di puntare su tale progetto ha messo in evidenza per l’ennesima volta quanto sia ampia la differenza di pensieri e vedute tra gli interessi dei club e la dirigenza della pallacanestro tricolore.

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