Perkins tradisce Oklahoma, brutto stop ad Atlanta

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Prosegue il turn over per le leadership della NBA,  la sesta squadra della Eastern Conference, Atlanta,  impedisce a Oklahoma di raggiungere le 30 vittorie e torna al comando Chicago seguita da Miami col trio  nuovamente sotto l’80 per cento.

Non bastano 60 punti del formidabile duo dei Thundercity (35 per Durant ma appena 3 su 10 dall’arco) e i 25 di Westbrook e i 10 di James Harden e di Sergi Ibaka, perché l’impalcatura soffre per un problema che la squadra si porta sempre appresso, quello di Kendrick Perkins, un centro non all’altezza delle ambizioni  di questa formazione. “Cedro” commette 6 falli in 15’, con 1/3 al tiro, 5 rimbalzi, medie insufficienti (4,6 punti e 6,4 rimbalzi) per consentire alla franchigia dell’Ovest di succedere ai Dallas nell’albo d’oro.

La squadra di Lerry Drew, ex giocatore Scavolini, vince grazie allo show di Josh Smith, ala forte conosciuto per l’impatto forte, come dimostra nell’ultimo quarto segnando 13 dei 15 punti più 7 rimbalzi, mentre anche Zacha Pachulia in questa settimana magica per i georgiani con Markoishvili della Bennet MVP della settimana in Euroleague, affonda la lama per la pochezza sotto canestro di Perkins catturando 14 rimbalzi, top della giornata, più 10 punti.

Solo due vittorie esterne nel turno di sabato notte, alla sua terza trasferta Minnesota dimentica le sconfitte coi Lakers e i Phoenix e si rimette in carreggiata  segnando 122 punti a Portland, con Kevin Love mattatore:  42 punti (15/27, 7/8 tl, 5 bombe su 8) e 10 rimbalzi per la double-double machine.  Love non stava tirando bene, solo il 29% nelle ultime 5 gare, 1/6 a Phoenix la notte precedente mentre aveva saltato la gara di Los Angeles per la febbre. Gli ha fatto bene l’aria di casa, quella dell’Oregon, e così è stato anche per un ex di Portland spesso malaticcio, quel Martell Webster scelto al 6° giro nel draft  2005 dai Blazer, un ragazzino di 19 anni appena uscito dalla Seattle Prep High School allevato dal nonno e diventato padre giovanissimo visto come l’erede di Sam Bowie.

Webster è una guardia di grande talento, ha segnato 21 punti (7/10, 3/5, 8 rimbalzi, 34 minuti) prezioso acquisto che passato l’anno passato potrà dare consistenza alla crescita della squadra di Adelmann che ha già superato a metà della regular season le vittorie dell’ultima stagione. Minnesota ha messo sulla bilancia le percentuali favolose nel tiro da fuori, grazie ai martelli Love e Webster, e anche i 12 assist di Ricky Rubio che continua a tirare malissimo (1/8, 0/2 da 3) e la solidità di Nikola Pekovic, il gigante montenegrino che si fa rispettare anche contro i grandi centri.

Indiana ha vinto a New Orleans e vanta adesso la miglior striscia (6/0)  della Eastern Conference e non ha avuto bisogno di Roy Hibbert per portarsi via i due punti in una gara di routine per Marco Belinelli, con 15 punti, 6/16 al tiro, nessun canestro pesante in 37 minuti. Risultato non di poco conto essere titolare, anche se occupa il posto di Eric Gordon, uno dei 20 del Dream team,  che ha giocato solo 2 gare per problemi alle ginocchia.

Risultati sabato 3 marzo: Washington-Cleveland 101-98, Atlanta-Oklahoma 97-90,  Orlando-Milwaukee 114-98, Memphis-Detroit 100-83, New Orleans-Indiana 84-102, Dallas-Utah 102-96, Portland-Minnesota 110-122

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