Lo stacco sul portiere e il finlandese

UN REGISTA IN REGIAEcco i segreti per salvarsi quando si perde un’azione o la partita è scontata…

  • … Spiego : il primo nasce da una disabitudine registica nata nelle riprese del calcio. Quando c’è un tiro in porta e il cameramen, il regista  e spesso anche lo stesso commentatore non sanno chi lo ha fatto, arriva l’inquadratura e il relativo stacco in onda del portiere. E’ uno dei protagonisti, si muove di meno (e quindi è più facile da inquadrare ) e comunque va bene e ti permette di prendere tempo per  cercare il vero protagonista .  L’equivalente nel basket è lo stacco sull’allenatore: è (non sempre) quasi fermo nel suo spazio, comunque se sei fortunato qualcosa fa… e ti permette di evitare uno stacco sul giocatore sbagliato. In tutti due i casi viene fatto  per poca attenzione o conoscenza del gioco e delle sue regole.
  • Tutto ciò  perché? Perché sia a Cantù sabato che il giorno dopo a Sassari si sono visti allenatori in tutte le salse: mentre a Eric Valsecchi è andata meglio perché con Trinchieri e Dalmonte sei quasi sicuro di “pescare” buone immagini con reazioni (a volte eccessive  vedi il coach di Cantù con bestemmione sanzionato da tecnico). Altrettanto non si può dire con Dario Barone sulla Rai (ricordate cosa ho scritto qualche settimana fa sulla rotazione registi Rai? E’ cominciata!). Sicuramente più propositivo del suo predecessore ma comunque in evidente disagio a raccontare una partita che di storie al suo interno ne aveva enne: dal pubblico sassarese, forse unico nel suo genere , che dopo  aver preso quasi trenta punti dalla squadra avversaria applaude sia quest’ultima che la propria fino alla fine. Poi  tutte le storie incrociate sul Gallo: la sua premiazione nell’NBA Day creato in suo onore, l’incontro/scontro con suo cugino Jack Devecchi, il cambio di testimone nel suo ruolo dal bimbo Melli. Vogliamo continuare? Sacchetti padre e figlio e il piccolissimo (d’età e di statura) playmaker 16enne Spissu fatto entrare da coach Meo per parecchi minuti e così via raccontando.

Daniel Hackett quarta star del basket italiano

IL PUNTO – Il play azzurro ispira la rimonta che prende di sorpresa la capolista Cantù, assomiglia sempre più a Carlton Myers e guarda alla NBA

  • Il campionato va, il volo di Cantù è brevissimo,  dura meno di una settimana e dopo virato alla terza giornata al comando in solitario a 30 anni di distanza perde la testa in diretta Tv, compreso il suo allenatore punito con un tecnico per un  bel“bestemmione” tondo tondo (repetita non juvant…) contro una Scavolini che sta giocando un’ottima pallacanestro nel festival del “casino organizzato” (ovvero il pick ad roll imperante).
  •  Altri tempi rispetto a 30 anni fa, altra squadra, altro basket antropologicamente made in Italy e non la porta girevole di un Barnum che manca di uno stile  proprio e ha preso la scorciatoia  perché, come diceva Machiavelli, il fine giustifica i mezzi. Siena ha fatto scuola costruendo la sua fortuna grazie anche alle italianizzazioni  (ma quelle per matrimonio) di Stonerook e Eze, oggi i modesti Diogene del basket italiano vanno alla ricerca del lanternino del giocatore comunitario, c’è un fiorente mercato  nato all’Est, ti danno un passaporto e qualche decina di migliaia di euro ed eccoti trasformato in  un cittadino della generosa Comunità Europea.
  • L’ultimo in ordine di tempo è Andre Collins che dopo aver giocato a Ferrara e Bologna oggi è l’ispiratore dei successi di Caserta, unica squadra imbattuta fra le prime 6 che guidano la classifica. Come già altri connazionali, Ibrahim Jaaber e Jeff Rowland,  il cecchino americano, uno dei tanti errori della Virtus Bologna,  giocherà per la Bulgaria che, guarda caso, ha come presidente un ex casertano quel Georgi Glouckov  che portava legna ai trempi di Oscar e  ha voluto fare un regalo alla formazione che gli ha dato la possibilità di fare una bella carriera quando un giocatore bulgaro era considerato un manovale del basket,  con tanti bravi americani in circolazione.

VIDEO A1 Cantù – Pesaro 66-71: Dalmonte e le due partite

Luca Dalmonte, coach della Scavolini Pesaro, analizza la gara vinta dai suoi contro una Bennet Cantù che ha saputo mettere all’angolo i marchigiani solo nel corso dei primi dieci minuti di gioco. L’esordio del tecnico è significativo: nel 66-71 finale ci sono due partite. Quella che è durata 10′ – e nel corso della quale Pesaro ha fatto solo fatica e figuracce – e l’altra.

L’altra che è persistita la bellezza dei 30′ successivi. E lì. Alla Scavolini è riuscito di affinare una zona perfetta. In difesa non scappava niente, in attacco le percentuali al tiro sono cominciate a salire fino a lasciare nel dimenticatoio quelle scialbe prestazioni con cui gli ospiti si erano presentati al cospetto dei capoclassifica. L’intervista a Dalmonte è un resoconto sincero di quanto visto su parquet:

“Fossi un altro – dice il coach nei primissimi istanti del suo intervento – vi direi che la pausa ci ha danneggiato. Cazzate: la veriità è che nella prima parte, Cantù ci ha messo in enorme difficoltà. Ma poi…”.

Basket A1 4a / Pesaro, che Cavaliero: lezione a Cantù

Basket serie A1 quarta giornata:
Bennet Cantù-Scavolini Siviglia Pesaro 66-71
(23-13; 37-27; 50-47).

Cantù issa bandiera bianca di fronte a una Scavolini che bella così – forse forse – nessuno si aspettava. Eppure la Bennet, che chiude con un ultimo quarto da dimenticare – aveva iniziato nella maniera più congeniale: il 66-71 con cui i marchigiani di Dal Monte hanno sbancato la Lombardia, nei primi dieci minuti di gioco, era difficilmente preventivabile.

Infatti, pronti via e gli ospiti paiono uno sparring partenr assai diverso da quello che aveva messo ko l’Armani Milano: il meno 8 immediato che i canturini rifilano a Hickman e compagni non pare altro che la dimostrazione di forza di una squadra determinata a conservare la vetta solitaria della graduatoria. E Pesaro, va detto, ci mette del suo: per una retroguardia inguardabile, per una percentuale al tiro che non arriva al venti per cento (3/13 da tre e 1/6 da due), per una qualità di gioco che in cinque minuti consente a Cantù di portarsi avanti di +10 (12-2).  Micov e Markosishvili (chiudono entrambi con 12 a referto) sfondano a piacere, per Pesaro il solo Cavaliero (7 punti in 10′) è uno scudo ovviamente poco funzionale alla causa.

Una NBA con 82 partite non serve a nessuno!

Lo dice il Commissioner David Stern dopo una nuova rottura nella trattativa accusando il legale del Sindacato dei Giocatori.

Non è ormai più possibile offrire una stagione completa. Non ci può essere ormai una stagione degna di una vera NBA, mancano i presupposti. Ci scusiamo con i lavoratori, i tifosi e gli imprenditori colpiti “.

Il giorno di Halloween, la tradizionale vigilia dell’inizio del campionato professionistico che cade il 1° novembre, David Stern non poteva essere più esplicito  dopo il fallimento dell’ultimo incontro tra i proprietari e il sindacato giocatori per cercare di chiudere la vertenza per il rinnovo del contratto che va avanti dal 1° luglio. Quattro mesi di lotta sindacale aspra e che nemmeno l’intervento di  Barack Obama, grande appassionato di questo sport, è riuscito a sbloccare anche se la cima sarebbe vicina perché l’accordo balla su un 2% cento che sembra più, a questo punto, una questione di principio più che di sostanza.
Preoccupatissimo, il Commissioner della NBA  ha accusato  Billy Hunter, il legale del sindacato giocatori, per la nuova rottura:

Billy è uscito dalla stanza e se n’è andato dicendo  che non scenderà di un centesimo sotto il  52%. Abbiamo provato a fare un’ultima offerta ma ci ha risposto  che ormai era finita“.

Fip e Lega, segnali di riconciliazione

Lega Basket e Federazione italiana pallacanestro – la Fip – pare comincino a lanciarsi segnali di riavvicinamento. Il comunicato che giunge dal Consiglio Federale della Fip è in tal senso inequivocabile:

“Accolta favorevolmente la decisione della Lega Serie A di rinunciare alle minacciate iniziative legali nei confronti della Fip, si è conferito mandato al Presidente di riavviare il tavolo di confronto per il rinnovo della convenzione. Il primo incontro fra le parti è previsto successivamente al 20 novembre, dopo che il Presidente avrà partecipato alle riunioni con Fiba e FibaEurope”.

Le date previste per il prossimo Consiglio sono quelle del 16-17 dicembre 2011.

Lockout Nba, non si gioca fino al 30 novembre

Nba ancora in alto mare: il lockout non si ferma e la Lega americana cancella iulteriori due settimane di regular season, visto che – è ufficiale – non si giocherà almeno fino al 30 novembre. Il che equivale a dire addio ad almeno un altro dato: le 82 partite che normalmente danno vita alla fase regolare nonle si potrà giocare tutte.

Altro niet dopo tre giorni consecutivi di trattative: lo scoglio insormontabile, tra giocatori e proprietari, è sempre quello, la ripartizione delle risorse, altrimenti noto come Basketball Related Income (BRI). I primi non scendono oltre il 52% (dal 57% precedente) degli introiti, i secondi puntano al 50-50.

Il passaggio eventuale dal 57% al 52% comporterebbe per i cestisti oltre 1,5 miliardi di dollari di perdite in 6 anni; dall’altro lato, i proprietari affermano che la divisione a metà porterebbe alle franchigie di recuperare una parte consistente (280 dei 300 milioni) delle perdite accumulate nell’annata passata. David Stern, commissioner Nba, ha affermato:

Scarpe Basket: Nike Kobe 6 Lakers Gradient

Lakers GradientNike ha rilasciato l’ennesima colorazione delle Kobe 6, questa volta la scarpa è dedicata interamente alla squadra del campionissimo. I colori sono quelli dei Lakers, giallo e viola, un modello imperdibile per i fan sfegatati del team di Los Angeles.

Le Nike Kobe 6 Lakers Gradient arriveranno nei negozi durante le prossime settimane, sicuramente entro la fine dell’anno. Tenete d’occhio il vostro sneaker store di fiducia.

 

Lavrinovic tiene Siena fra le grandi di Euroleague

Bilancio negativo per le squadre italiane: vince solo la Mps con il debutto di Rakocevic sotto la sufficienza, prima sconfitta per Cantù e Milano che però ritrova Drew Nicholas.

  • Nel match clou della giornata, il Real Madrid si è dimostrato più forte dell’Armani in una gara aperta decisa dai cecchini della squadra di Pablo Laso, il nuovo coach ancor imbattuto, ovvero Rudy Fernandez e Jaycee Carrol (ex Teramo) che hanno segnato in 2 quasi la metà dei punti. Gallinari all’altezza della situazione (12 punti, 12 di valutazione, pericoloso con 7 falli subiti), miglior gara di Nicholas Drew da quando è al’Armani, mentre Bourouis e l’ex Fotsis non riescono a tradurre sul campo il presunto vantaggio nei rimbalzi, tutto da rifare perché il Real vola, una delle 6 squadre a punteggio pieno dopo due turni. Fra le quali c’è anche la Mps Siena ha non ha avuto bisogno di Igor Rakovic, zero punti, 2 tiri sbagliati da 3 in 7 minuti per venire a capo della rinnovata (e indebolita) Olimpia Lubiana grazie al ritorno di Kristof Lavrinovic, una sicurezza, i 17 punti di McCalebb e una partita nel segno del pentimento di David Moss scagionato dall’accusa di stupro dal tribunale di Firenze, e quindi deciso a evitare il taglio anche se si parla dell’arrivo di Oscar Thomas, altro personaggio che ha goduto del generoso “Refugium Peccatorum” italiano e dopo la vicenda del passaporto falso potrebbe venire a sciacquare i suoi panni a Siena.
  • Dopo la tripletta del primo turno, l’unica vittoria è quella di Siena che per incisivo non ha fatto giocare De Juan Summers (e chi può permettersi di lasciare fuori in italia, un giocatore della NBA?), l’Armani ha contenuto la sconfitta a Madrid e non è un particolare da poco perché il suo è un girone di ferro e alla fine potrebbe contare il quoziente canestri. Onorevolissima sconfitta della Bennet sul campo del Caja laboral, una delle Top Ten della competizione.

Scariolo: “Il Real Madrid ha più classe di Milano”

La grande impresa non c’è stata, l’Armani Jeans Milano è tornata con le pive nel sacco dalla trasferta di Madrid, anche se l’amarezza è grande per aver sfiorato il colpaccio. Parla, primo tra tutti, il capitano Rocca:

“Abbiamo giocato una buona partita per tre quarti, conquistando anche un buon margine di vantaggio. Purtroppo il Real ci ha rimontato quasi subito e noi non siamo riusciti a portare a casa la partita. Non siamo certamente contenti per come è andata, ma credo che questa sconfitta ci servirà per capire in cosa dobbiamo ancora migliorare per vincere partite come quella di oggi”.

Anche il coach, nonché grande ex, Sergio Scariolo analizza la partita:

“E’ stato un incontro particolare, siamo stati in corsa fino all’ultimo quarto poi le cose sono cambiate, ha prevalso la maggiore classe degli spagnoli, e direi anche la loro tenuta atletica. Ad un certo punto quando Milano ha preso il via ottenendo un cospicuo vantaggio, credevo di farcela, poi però Madrid è uscito fuori alla grande e ci ha messo in difficoltà meritando la vittoria”.

Eurolega, Siena supera Lubiana e Milano spaventa il Madrid

Il derby in Eurolega tra Spagna e Italia finisce 2-0 per gli iberici. Dopo la bella figura di Cantù a Vitoria, anche Milano convince contro il Real Madrid. L’85-78 finale è anche severo nei confronti della squadra di Sergio Scariolo, che ha giocato alla pari – anzi a lungo anche meglio – contro la semifinalista dello scorso anno, che ha fatto debuttare anche un giocatore NBA come Serge Ibaka (3’30” per l’ala di Oklahoma City). Milano sogna nel terzo quarto, quando un clamoroso 13-0 tutto di Drew Nicholas (24) nel giro di 55” (tre triple e quattro liberi sui tecnici di Suarez e Llull) segna il 40-53. Ma qui la Caja Magica – dove alcuni tifosi ricordano il pilota Marco Simoncelli – si scalda e il Real rimonta lentamente con le cinque triple in fila di Llull (13), Carroll (21 in 19′) e Rudy Fernandez (17) contro la zona 2-3 di Milano. Un favoloso Hairston (18) e Gallinari (12) tengono comunque in quota Milano, fino al 71-72 di Nicholas. Ma qui arriva un 12-4 con 6 punti di Carroll, e in mezzo c’è pure un antisportivo di Hairston su Fernandez, mentre Milano non segna più su azione negli ultimi 5 minuti.

SIENA IN SCIOLTEZZA – Il 79-57 di Siena su Lubiana si decide già dal primo quarto, in cui il Montepaschi vuole riscattare il ko contro Caserta in campionato ed ottiene un break di 17-0 che vale il 21-4, con Andersen, Kaukenas (11) e Moss (10) che va subito in doppia cifra. Siena esce bene dall’intervallo, ritrovando Andersen leggermente acciacato e con le accelerazioni di McCalebb (17) va dal +7 al +26. Esordio senza punti per Igor Rakocevic: l’ex capocannoniere di Eurolega gioca 7′ in cui sbaglia due tiri da tre punti.

NBA, la stagione da 82 partite può ancora essere salvata. Ma anche a novembre non si giocherà

Piccoli, lenti progressi, in incontri fiume che durano ore ed ore. Ma oggi, forse, tutti possono guardare al futuro con un pò più di fiducia. L‘Nba é arrivata 119 giorni di lockout, ma proprietari e giocatori sono tornati a incontrarsi a poche ore dal duro monito del Presidente Barack Obama, che aveva invitato tutti a “pensare di più ai tifosi“. L’ultima riunione é avvenuta in un hotel di Manhattan per oltre 15 ore (da mezzogiorno a dopo le tre di notte), prima di interrompere la sessione per la notte e riaggiornarsi alle 20 ora italiana. “Ci sono stati dei progressi – ammette Derek Fisher, presidente del sindacato giocatori, con gli occhi arrossati dopo la maratona di trattative -, anche se non possiamo dire che siano stati grandissimi. Ma sono stati abbastanza per tornare ad incontrarsi“. “E’ stata una giornata faticosa ma molto produttiva – gli fa eco poco dopo il commissioner Stern -, speriamo che domani lo sia altrettanto. Non vediamo l’ora di risederci al tavolo“.

Proprietari e giocatori hanno dunque accantonato, almeno per il momento, la divisione del Basketball Related Income (i guadagnati generati dalla lega, di cui ai giocatori spettava il 57% fino alla passata stagione), il tema centrale su cui si erano interrotte le trattative la settimana scorsa, per parlare più in generale del sistema. E i progressi fatti inq quest’ultimo incontro sono stati tali che Billy Hunter, direttore esecutio del sindacato, è tornato a parlare dell’ipotesi di disputare una regular season con tutte le 82 partite in programma. “Se riuscissimo ad arrivare a un accordo entro la settimana sarebbe ancora possibile, ma per farlo serve l’impegno di tutti. Ci siamo tutti resi conto che due settimane di regular season sono già state cancellate e che l’Nba era pronta ad annunciare ulteriori tagli, così abbiamo deciso di rivederci“. Il commissioner Stern è un po’ più cauto: “Non abbiamo scadenze specifiche, e poi ci sono molti fattori che influiscono sulla possibilità di una regular season da 82 partite, a cominciare dall’impegno che possiamo chiedere ai giocatori, a problemi di calendario con le arene, a quello che possiamo chiedere ai fans. Sappiamo però che dobbiamo accordarci al più presto. E, d’accordo coi giocatori, vogliamo disputare quante più partite possibile“.

Di una cosa però il commissioner è certo: anche se venisse siglato un accordo la stagione non inizierà prima di dicembre (con almeno un mese di ritardo rispetto a quanto programmato, visto che la prima palla a due era in calendario il primo novembre): “Non voglio annunciare la cancellazione di altre parite, ma è ovvio che una volta concluso l’accordo avremo bisogno di tempo per far disputare i training camps, giocare qualche match di esibizione e dare il via alla stagione (quantificabile in un mese circa, n.d.r.). Comunque non c’è accordo finché non ci si accorda su tutti i punti sul tavolo“. Quanto basta per tornare ad essere ottimisti. E i tifosi, con il Presidente Obama in testa, tornano ad incrociare le dita.

La Rivoluzione d’ottobre della Montepaschi Siena: dopo Rakocevic é in arrivo lo “scandaloso” Thomas

La Montepaschi Siena prosegue la sua personale rivoluzione d’ottobre con l’arrivo, però non ancora ufficiale, di Omar Thomas. Dopo aver ingaggiato appena martedì scorso il capocannoniere dell’ultima Eurolega Igor Rakocevic, arriva il miglior giocatore dell’ultimo campionato di Serie A, quando indossava la casacca di Avellino. Ma la carriera di Thomas, da tempo nel mirino di Siena, era stata macchiata quest’estate dall’accusa pesante – per cui è stato anche deferito – di aver disputato l’intero campionato scorso con un falso passaporto sloveno. Ma é notizia di ieri che la Commissione Giudicante della Federbasket ha sospeso ogni decisione sulla vicenda, in attesa dell’inchiesta penale della Procura della Repubblica di Civitavecchia, che sino ad ora non ha fatto pervenire alcuna comunicazione al giocatore. Visti i tempi della giustizia italiana, é facile immaginare che non ci saranno sviluppi almeno fino al termine della stagione. Thomas è quindi tesserabile da chiunque, ovviamente non con il passaporto sloveno sotto inchiesta. Per Siena non è però un problema ingaggiarlo da extracomunitario, visto che sul piano tecnico il suo arrivo metterebbe la parola fine al riassetto cominciato con l’arrivo di Rakocevic e la possibile uscita dei due americani DaJuan Summers (“Scommessa persa“, è la valutazione di martedì scorso del presidente Minucci) e David Moss, già offerto dalla agenzia che detiene i suoi servizi ad altre squadre di Serie A. Sulla vicenda del passaporto, Thomas dichiarò durante il suo interrogatorio:  “Sono andato in Slovenia con un agente a ritirare il mio passaporto. A procurarmelo non è stato né Guy Zucker e neanche Dave Gasman, ma un procuratore molto famoso che sarebbe dovuto diventare il mio agente: non potete neanche immaginare come sono andate le cose. Il nome non posso farlo, ma posso dire che poi lui non è diventato il mio procuratore perché ho fatto scelte differenti per la mia carriera“.

PILLOLE DI THOMAS — Ala di 196 centimetri nato a Philadelphia 29 anni fa, Thomas era in Italia dal 2006, giocando a Rimini, Rieti e Brindisi da americano, prima dell’ultima stagione giocata da sloveno trascinando Avellino al quarto posto in regular season e alla semifinale di Coppa Italia con una stagione da 17,5 punti e 6 rimbalzi di media.

Dinamo Sassari, in prova l’NBA Steven Hunter

La Dinamo Sassari Banco di Sardegna guidata da coach Meo Sacchetti ha annunciato l’arrivo del centro americano Steven D. Hunter, classe 1981, un giocatore di grandissima esperienza che ha militato per ben nove anni nell’ Nba fra Orlando Magic, Phoenix Suns, Philadelphia 76ers, Denver Nuggets e Memphis Grizzlies.

Steven svolgerà un periodo di prova due giorni poi si prenderà la decisione se tesserarlo. Sarebbe davvero un colpo grandissimo per la squadra sarda. La sua scheda tecnica recita 213 centimetri di altezza per un peso di 109 chilogrammi.

Se tutto dovesse andare bene Hunter potrebbe anche scendere in campo domenica prossima nel match contro l’Olimpia Milano.