Nba Gallinari non basta, Denver stop a New Orleans dopo 15 vittorie

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Nonostante la partita bella di Gallinari (24 punti, 5/12, 4/6 da 3, 10 liberi su 10 in 32 minuti) si ferma a 15 vittorie  a New Orleans (110-86, 27-18, 32-20, 27-30, 24-18) la striscia record della squadra di George Karl il quale non fa drammi. “Siamo esseri umani, abbiamo giocato al limite delle nostre possibilità nelle ultime gare”.

Manca per la terza gara consecutiva il play-cecchino, Ty Lawson per una tallonite, Andre Miller paga la stanchezza come regista titolare, pochi assist, 9 punti e 6 falli. Winston Chandler ha problemi alla spalla, e  Corey Brewer(4-12)  non offre i soliti guizzi, panchina poco reattiva e produttiva, e per quanto riguarda sfasati Koufos (3 punti), Iguodala (6 punti) , si salva  Faried (13 punti e 7 rimbalzi), ed è persino sorprendente il livello del gioco confermato dai 39 liberi contro 15 degli Hornets che hanno dominato ai rimbalzi (45-33),segnato da sotto  e doppiato i rivali negli assist (30-14) grazie a un giocatore scoperto dai campionati europei.

Ben 7 giocatori in doppia cifra, 24 punti di differenza  sono un solco profondo fra New Orleans e la squadra di Gallinari che adesso mercoledì va a San Antonio per il primo dei due match diretti e venerdì ospita Brooklyn e poi mercoledì sarà a Utah, tre gare chiave  in 8 giorni per  vendere cara la pelle e non perdere il  3° posto, piazzamento strategico nella griglia dei playoff che naturalmente  fa gola anche ai più quotati Clippers e ai Grizzlies che però hanno perso Marc Gasol per uno stiramento agli addominali, un problema che affligge anche Belinelli e l’ha costretto in panchina nell’ultima gara dei Bulls.

Gli Hornets (25-46), penultima squadra della  Western Conference,  temeva il peggio per l’assenza delle guardie titolari  Eric Gorden e Greivis Vasquez ma ha puntato sule tre matricole e questa è stata la svolta. Darius Miller ha segnato 6 canestri su 7 con 16 punti, 14 punti e 6 rimbalzi per Anthony Davis, n.1 del draft 2012 e oro olimpico, e – incredibile ma veri – ben 18 assist di Brian Roberts, un debuttante classe ’85 che aveva giocato in Europa,prima con la squadra israeliana del Galil Elyon e poi 3 stagioni nel Brose Bamberg con tre titoli tedeschi e grandi progressi. Tentata due volte la fortuna, scartato da Sacramento è riuscito a strappare un contratto agli Hornets e lunedì notte è arrivato il suo momento, dopo aver segnato 6,4 punti di media. Ha giocato ben 41 minuti, con 5/10, ¼ da 3, 5 rimbalzi e i 18 assist lo mettono fra i grandi di questa specialità. Altri europei si sono messi in luce in questa stagione, come Alan Anderson (Raptors), Copeland (Knicks), Cartier Martin (Washington) e Jeremy Pargo (Cleveland e Sixers).

Grande spavento finale per Indiana e Golden State che hanno gettato al vento un largo vantaggio nell’ultimo tempo,  Atlanta si giocava il quarto posto mentre i Lakers si giocano nuovamente la faccia  dopo questa sconfitta con i sorprenti Warrtiors di questa stagione (eccellente Curry che ha giocato con una caviglia dolorante) e non sono stati sufficienti i 36 punti di Bryant  e 9 rimbalzi il quale però ha sbagliato 8 triple su 10. Ormai Utah che ha vinto con i Sixers e Dallas sono nei paraggi per l’8° posto e il calendario per la squadra di D’Antoni è tutto in salita e il ritorno di Pau Gasol non ha cambiato di una virgola le cose, anzi forse le ha peggiorate.

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Risultati lunedì 24 marzo: Indiana-Atlanta 100-94 (19 G.Green, 17 Hibbert + 13 r, 12 T.Hansbrough + 11 r; 20 J.Smith, 13 Horford); New Orleans-Denver 110-86 (23 R.Anderson, 9 r, 16 D.Miller 6/7, 4/5 da 3, 14 A.Davis, 13 B.Robert + 18 a, 5/10, 5 r ); Utah-Filadelfia 107-91 (17 Foye, 13 Favors + 13 r, 15 Hayward; 19 D.Wright, 7 Holiday, 2/8, 1 a, 4 pe); Golden State-LA Lakers 109-103 (25 Curry + 10 a, 7 r, 23 D.Lee + 12 r, 22 K.Thompson; 36 K.Bryant, 11/27, T3 2/10, tl 12/16, 8 r, 21 Nash, 9 r, 7 a, 11 D.Howard + 15 a)

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