Nba Gallinari 26 punti, Utah paga dazio a Denver

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Contro Utah priva di Mo Williams (operazione al pollice) e del gigante turco Eneas Kanter, Denver sfoga la rabbia per la  brusca sconfitta casalinga con Minnesota e riposato sugli allori  dell’impresa con i  Clippers  arrivati a High Mile City con 17 vittorie consecutive. Il primo quarto riserva qualche difficoltà ma  bastano quelli centrali per chiudere con le seconde linee  a + 19, con 39 liberi a favore,  e la differenza in pratica sono i punti del  Gallo che supera per la decima volta il traguardo dei 20 punti.

D’accordo che Lebron e Anthony sopra i 20 ci stanno tutte le sere e hanno  ingaggiando una sfida per vedere chi arriva più lontano (a Orlando è stato il turno di Melo con 40 punti)  ma è un dato eccezionale per un tuttofare d’oro, uno che  non è nato come tiratore, un’ala dal fisico meno dotato dei grandi mori che non riuscirà ad avere i voti necessari per l’All Star Game del 17 febbraio a Houston ma ci mette intelligenza, cattiveria, coraggio, senso di sfida fuori dal comune, è il prezioso collante della sua squadra  e  quando non riesce a mettere la pezza giusta in regia, in difesa, in attacco, nel tiro da fuori  la sua formazione paga pedaggio perché l’asse play-centro (Lawon-Koufos)  è fra le meno dotate e la star, Iguodala, non è eccelsa, un centauro che galoppa a testa bassa e ha un bisogno quasi fisico di schiacciare.

Ovviamente Denver ha anche altre virtù, come Andre Miller, il relais che può cambiare di colpo una gara e Kenneth Faried, energia pura dentro un corpo umano che con Utah ha messo a segno la 15esima doppia-doppia della stagione in una serata in cui aveva problemi di stomaco.

Gallinari questa stagione ha toccato i 39 punti a Dallas ed è stato sopra i 20 in trasferta anche a Memphis (26), Minneapolis (24), Orlando (23), New York (21) e Golden State, mentre in casa haq scritto 28 con San Antonio, 26 con Utah e  21 e 20 nelle altre due partite con i Warriors. Insomma, quando fa bottino i Nuggets hanno buone probabilità di vincere, e di segnare più di 100 punti. Questo traguardo, dicono le statistiche, è considerata una specie di soglia del Paradiso per la squadra di George Karl che ha vinto in casa ben 31 volte consecutivamente.

Questo perché il segreto è semplice: la difesa  ha raggiunto uno standard eccellente, e se l’attacco funziona Denver diventa la principale gustafeste e siccome non è facile mettere assieme un budget per sostenere l’ambizione di un club fra le Montagne Rocciose, lontane geograficamente, ecco che la rappresentazione umana del suo marchio, le picozze incrociate dei cercatori d’oro è proprio quella dei suoi cestisti e per questo  il Gallo, pioniere arrivato da Lodi, incarna lo spirito di chi arrivava nel ‘700-800 nel Colorado.

Ma c’è un piccolo cercatore d’oro amatissimo anche nella babele di Los Angeles e che cerca di portare la seconda squadra, i Clippers, al titolo e che nel giro di un anno e mezzo ha portato nella città degli oscar e delle star del cinema un clima di rivalità sportiva simile a quello che si respira nel calcio a Milano e Roma. Il piccolo cercatore d’oro che potrebbe giocare dalla prima all’ultima palla riuscendo sempre a trovare il modo di fare canestro, in acrobazia, con un tiro arcobaleno, procurandosi un fallo predica invece la difesa da quando è arrivato, e ha dato una formidabile mano al suo coah di primo pelo, Vinnie Del Negro, del quale non si sapeva la vocazione per questo mestiere quando giocava a Treviso un ventennio fa.

Fermata bruscamente la sua squadra da Gallinari, ha ripreso in mano la situazione firmando il derby e il definitivo sorpasso sui i Lakers, per ora favolosi solo per il costo ma non per i risultati, e rimandando a casa  24 ore dopo, in una gara che poteva essere spinosa per la fatica e l’assenza di Crawford c,on  29 punti, 10/12, 5/6 da 3, nessuna palla persa   i  sorprendenti Warriors di  questa stagione . Come si sa, la squadra di San Francisco  è  riuscita a vincere la bellezza di   22  gare nonostante il centro titolare, Andrew Bogut,  non abbia praticamente giocato per un problema al piede e perdere di 26 punti, con 63 punti incassati nel primo tempo è un richiamo ala realtà, anche se è un miracolo riuscire a essere mel giro dei playoff con  un centro inesperto  come il giovane nigeriano Festus Ezeli, 23 anni, 211cm, probabilmente un parente dell’Eze senese, che non raggiunge i 3 punti e va oltre i 4 rimbalzi. Il che la dice lunga sulla bella favola di questa formazione che ha tirato malissimo, tranne che in Klay Thompson, perché Paul ha voluto una difesa di muscoli per dimostrare  di essere importante come LeBron, Durant e Anthony.

Fra le 10 gare di sabato notte, Boston è andato a vincere ad Atlanta con una tripla-doppia di Rondo, New York all’inizio ha faticato sotto i colpi di Afflalo e Jameer Nelson e i 18 rimbalzi di Vucevic che assicura anche 2-3 blocchi per ogni azione contro le difese schierate, Harden è in corsa per il titolo di MVP ed è impressionante quanto raccolga punti dalla charity-stripe (14/15 a Cleveland) mentre Minnesota, con Kevin Love infortunato, ha perso in casa con Portland di Batum e Wesley Matthews (e di coach Terry Stotts, ex straniero di Cantù ai tempi di Valerio Bianchini) che si propone come un’altra squadra.guastafeste.

Alla fine della prima settimana  dell’anno e in vista della  boa della 40 partite, Miami (22/9), New York (23/10) e Indiana (20/14) guidano le tre divisioni dell’Est e Oklahoma (25/7), Los Angeles Clippers (27/8) e San Antonio (27/9) quelle dell’Ovest. La migliore degli italiani è Chicago di Marco Belinelli,che torna sotto esame ,  al 2° posto della Central Division (18/13)  con prospettive di crescita col rientro di Derrick Rose, per Denver 19/16 Denver e 3° posto del Nordwest, la Division  dei Thundercity, la più agguerrita, ma  un calendario favorevole avendo giocato 22 gare 13 volte in casa e 22 in trasferta. Tagliata fuori (12/21) nell’Atlantic Divisione  nonostante le molte soddisfazioni delle ultime tre settimane Toronto che è 8/2 nelle ultime 10 gare avendo però perso 5 volte su 5 contro le formazioni del proprio girone.

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Risultati sabato 5 gennaio: Atlanta-Boston 81-89 (28 Lou Williams, 12 J.Smith + 10;26 Pierce + 9 r, 14 Rondo + 11 r, 10 as; Orlando-New York 106-114 (29 Afflalo, 29 J.Nelson, 11 Vucevic + 18 r; 40 C.Anthony + 6 r, 6 a, 14 T.Chandler + 12 r, 11 Stoudemire) ;Indiana-Milwaukee 95-80 (20 Hibbert + 15 r; 21 M.Ellis, 12 L.Sanders + 12 r); Brooklyn-Sacramento 113-93 (18 Br.Lopez, 7 R.Evans + 12 r,, 15 Blatche + 11 r , 14 Teletovic, 5 r of; 28 Cousins + 11 r); Cleveland-Houston 104-112 (30 Irving, 12 T.Thompson + 12 r; 29 J.Harden, 14/15 tl, 20 Lin, 11 G.Smith n+ 11 r); Minnesota-Portland 97-102 (21 Pekovic + 15 r, 10 D.Cunningham + 12 r; 26 W.Matthews, 5/ da 3, 26 Batum , 5/6 da 3, 2 JJ Hickson + 11 r); Dallas-New Orleans  96-99 OT (20 Nowitzki + 6 r; 25 Vasquez + 9 a, 10 A.Aminu, 16 R.Anderson, 4/7 da 3, 4 A.Divis, 1/3, 12’); San Antonio-Filadelfia 109-86 (20 T.Parker, 12 Splitter + 10 r; 22 S.Hawes, 11 Hiliday + 8 r, 8 as); Denver-Utah 110-91 (26 Gallinari, 11/12 tl,. 15 Faried + 10 r,  8 Koufos + 13 r; 15 Millsap); LA Clippers-Golden State 115-89 (27 Paul, 10/12, 5/6 da 3, 9 as, 20 Griffin; 14 K.Thompson, 3/7 da 3, 11 H.Barnes)

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