Nba Belinelli paga la lunga assenza, Bulls sconfitti a Detroit

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L’importanza del sesto uomo…E’ scontato che il trofeo questa stagione  tocchi a JR Smith che anche a Oklahoma ha firmato  il canestro da 3 decisivo per la vittoria n.50  spalleggiando Melo Anthony, 36 punti e 12 rimbalzi, di cui 9 in attacco,  col sostegno di una panchina super (55 punti a 30, ottima gara del 40enne Kidd con 14 punti e 5/8). I  Thunder a loro volta sentono la mancanza del  Sesto Uomo che faceva la differenza, Jeff Harden, e non bastano i 64 punti di  Westbrook e Durant vincitori della battaglia dei punti con i due bomber dei Knicks (58 punti) ma sconfitti nella guerra importantissima per il 1° posto all’Ovest .

Ringrazia infatti  San Antonio che pur in un momento non facile, con l’assenza di Tony Parker,  si è ripresa il primato. Oklahoma deve ridare al più presto un senso alla panchina, Kyle Martin è sceso di tono, il ritorno di  Derek Fisher, ormai alla frutta,  è stata un’inutile spesa,e  riuscire a perdere una gara col 52% nelle triple è quasi un’impresa. Altra spiegazione della sconfitta  il problema del centro, vedi i 5 punti di Perkins contro i 15 di Tyson Chandler, per cui  coach  Scott Brook incline a perdonare la sua squadra stavolta non nasconde la delusione e punta il dito sull’impegno: “Niente difesa, abbiamo regalato troppi rimbalzi”.

Per tutta la stagione a Oklahoma è mancato sempre un centesimo per fare un dollaro, forse è un problema strutturale e la forza di puntare tutto su due giocatori in partite del primo livello può diventare un limite,  e portare a carenze motivazionali del resto della squadra…Ipotesi, non certezze, come invece i Knicks hanno acquisito con la dodicesima vittoria consecutiva che  accende pensieri sopiti da 40 anni. Knicks in corsa per l’anello?. Perché no?. Ma devono battere all’Est i campioni di Miami, compito ingrato. In ogni caso  JR Smith ha assunto un ruolo determinante, pari alla sua classe, lo elogia Mike Woodson : “Sono impressionato dalla sua continuità ed è capace di segnare i canestri importanti”.

L’ex coach dei Knicks Mike D’Antoni  abbandonato dalla sua proverbiale fortuna si ritrova invece a  rivivere i brutti momenti   a Los Angeles dove dopo 28 stagioni all’ombra dei  Lakers  i Clippers hanno perso il primato della Pacific Division , verdetto sancito da una netta vittoria nel derby  col contributo di  Paul e Griffin con due doppie-doppie pesanti  mentre Howard continua a essere il grande incompiuto e nella gara in cui segna a sorpresa i tiri liberi cattura solo 4 rimbalzi.  “Non abbiamo giocato con sufficiente intensità mentale”, si lamenta Mike che paga l’assenza di Steve Nash (e di Artest)  e la mancanza di un terzo playmaker. Bryant con un problema al piede di più non poteva fare, 10 punti e 7 rimbalzi sono il segno del suo massimo impegno, ma da qualche tempo non tira bene, probabilmente gli manca l’appoggio sicuro per  il tiro in sospensione, e la notizia della vittoria di Utah sul campo dei Warriors ha completato l’ennesima giornata amara della squadra più vincente dell’ultimo lustro.

A proposito di occasione perse, Chicago dice addio definitivamente al 4° posto e  non avrà il fattore campo  nei playoff contro Brooklyn al 1° turno . La sconfitta di 14 punti a Detroit non era prevista, rientravano Noah e Belinelli ma è venuto a mancare Luol Deng e quindi il principale attaccante. La stampa ha definito “nofactor”  Belinelli che tornava dopo 8 gare per uno stiramento degli addominali, gara inconsistente senza un solo canestro in 20 minuti quella dell’azzurro che avrà la possibilità di riscattarsi martedì contro Toronto e giovedì contro i lanciatissimi Knicks coi quali questa stagione ha giocato  due fra le migliori gare della sua carriera.

Da segnalare la partita super , 21 punti e 21 rimbalzi del 22enne montenegrino Nikola Vucevic, cresciuto in modo esponenziale al 2° anno, un errore di mercato clamoroso dei Sixers abbagliati dalla prospettiva di contare su Andre Bynum che invece non ha mai messo piede in campo. Lillard, rookie of the year, si ritrova  un pericoloso concorrente in casa, Will Barton, preso da Portland al 2° giro n.40. La giovane guardia dei Tigers di Memphis, dove ha giocato anche il fratello,  ha mitigato la delusione per le “padelle”di Lillard e la sconfitta della sua squadra risultando il top scorer, con 22 punti, 8/9 liberi, 6 assist e ben 13 rimbalzi. Rick Adelman (Minnesota)  è il 4° coach a superare le 1000 vittorie,  per il 3° posto di Denver (53-24) a 5 turni dal termine  non hanno deposto le speranze i  Clippers (51-26) e Memphis (52-25) che grazie a Marc Gasol  hanno vinto di 2 punti sul campo dei Warriors, una delle piacevoli sorprese della stagione.

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Risultati domenica 7 aprile :Oklahoma-New York 120-125 (37 Westbrook + 11 r, 15/27, 8 a, 27 Durant, 7/17, 0/2, yl 13/15, 7 a; 36 Anthony + 12 r, 15/29, 22 JR Smith, 7/18, 2/9, tl 6/8, 7 r; panchina 30-55); LA Clippers-LA Lakers 109-95 (24 Paul + 12 a, 10/18, 3 rec, 24 B.Griffin + 12 r, 5 a,20 Jam.Crawford, 4 Jordan + 13 r; 24 Howard, tl 9/13, 8/14, 4 r, 25  Bryant + 10 a, 6/19, tl 12/14, 7 r, 12 P.Gasol + 13 r, ng Nash); Boston-Washington 107-96 (20 Bass, 15 Pierce 12 Garnett, 6 r; 16 Wall + 10 as, 15 Price, ng Beal); Cleveland-Orlando (19 Gee, 9 Irving + 10 a, 3/15, 1/5; 26 T.Harris + 12 r, 21 Vucevic + 12 r); Sacramento-Memphis 87-89 (22 Cousins, 9 r, 18 I.Thomas, 5/13, tl 7/10, 7 a; 25 Conley, 15 M.Gasol + 10 r, 4/109; Detroit-Chicago 99-85 (20 B.Knight, 17 Jerebko, 7/8, 9 r; 21 Boozer + 10,14 J.Butler, 0 Belinelli, 0/2, 0/1,0/2 tl, 2 a, 2 f, 20,2  minuti); Golden State-Utah 90-97 (22 Curry, 21 D.Lee + 11 r, 20 K.Thompson; 25 Mo Williams, 19 Jefferson + 12 r,  8/17, 12 Favors + 13 r); Phoenix-New Orleans 92-85 (18 Mark.Morris, 17 Scola + 10 r; 20 A.Davis, 17 R.Anderson + 10 r); Portland-Dallas 91-96 (22 W.Barton + 13 r, 18 Aldridge, 15 Lillard, 6/19, 0/5; 26 Kaman + 11 r, 20 Marion)

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