Nba, Bargnani saluta il 2011 con 30 punti

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Le partite della Nba del 30 dicembre hanno detto che, nonostante l’ottima gara a Dallas, Toronto perde terreno sebbene Andrea Bargnani saluti il 2011 con 30 punti all’attivo mentre i Suns vincono a New Orleans e Marco Belinelli cattura 10 rimbalzi. LeBron e Howard trascinano Miami e Orlando. Gallinari in campo a San Silvestro. Kirilenko resta al Cska?

Penultimo turno NBA del 2011 agrodolce per Andrea Bargnani e Marco Belinelli, con la seconda sconfitta per Toronto (1-2) e la prima degli Hornets anche se in casa,  pesante (20 punti) e se Phoenix non è certo una big. Il Mago è stato con 30 punti  il miglior marcatore della serata a Dallas, ha segnato più di Dirk Nowitzki (18 punti) ma i campioni uscenti dopo 3 sconfitte hanno rotto il ghiaccio grazie alla panchina, ai 17 punti di Terry, i 10 di Vince Carter e  in particolare hanno pescato il jolly  con le sembianze della montagna di muscoli Ian Mahinmi.

Si tratta del  moro francese di Rouen, ex Pau Orthez visto in Euroleague, padre del Benin e madre giamaicana, top scorer della sua squadra con 19 punti (6 su 6, 7/11 dalla lunetta, 5 rimbalzi). Nel ko casalingo di New Orleans che ha raffreddato nascenti entusiasmi contro i Suns di Steve Nash e il polacco Marin Gortat, “Beli” non è riuscito ad aprire la difesa dei Mavs (8 punti, 3/13 totali e 2/6  da 3 in 35’) meritandosi però la fiducia del suo coach con ben 10 rimbalzi, davvero un dato sorprendente che certifica la sua crescita tecnica.

Nelle 11 gare oltre ai Suns hanno vinto in trasferta Orlando (a Charlotte), Miami (a Minnesota) e Chicago che nel raid californiano acquista credito e successi e dopo aver battuto i Lakers  ridimensiona i Los Angeles Clippers con l’ennesima  partita super di Derrick Rose, n.1 di maglia e di fatto con 29 punti, 16 assist, ben spalleggiato dall’inglese-sudanese Louol Deng  e il francese Joaquin Noah (per entrambi curiosamente 18 punti e 9 rimbalzi).

Nottata promozionale indimenticabile firmata dalle superstar, e oltre allo  show di Rose nella serata successiva a quella dei 35 punti di Durant, col canestro finale da 3 a Dallas, i tifosi del basket sono andati in solluchero  con i numeri di  LeBron (34 punti, 16/26, 8 rimbalzi e 10 assist) il quale  sta riacquistando lentamente simpatie col suo gioco spaziale e ha portato Miami in testa alla Eastern Conference con 4 successi.

Applausometro alle stelle anche grazie a  Dwight Howard gigantesco ventilatore e radar di Orlando, 24 rimbalzi, 4 stoppate e 20 punti che sarebbero stati molto di più senza gli errori nei liberi (6/14), il suo punto debole. Ciliegina sulla torta, nessun fallo contro Minnesota di Kevin Love che nonostante le sconfitte sta giocando bene, paga l’assenza del centro Pekovic, e registra la bella sorpresa del  piccolo spagnolo Ricky Rubio che ha servito ben 12 assist (uno su entrata, arresto e passaggio mancino al volo) più 12 punti. Sta giocando meglio rispetto all’ultima stagione con Barcellona e la sua nazionale, e è stato soprannominato “ridicolous”, e cioè divertente  nel senso migliore del vocabolo.

All’Est dunque Miami tira il gruppo, anche Indiana e Atlanta fanno sul serio (3/0), è rinato il feeling fra Howard e Orlando, 3/1 come Chicago che raccolti consensi e successi in California lancia la sfida alle due franchigie della Florida. Ha rotto il ghiaccio Boston (3/1), ultime con 3 sconfitte su 3 Minnesota, Detroit e Washington, Toronto è certamente migliorato con Andrea Bargnani spostata all’ala per motivarlo come rimbalzista (7 a Dallas) ma a parte il brasiliano Barbosa in panchina non ha molto.

A Ovest Dallas è partita malissimo, ai Lakers non bastano Kobe e Pau Gasol è orfana di Chris Paul e del sogno Howard, la possibile novità dei  Clippers sembra già essersi dissolta, la sorpresa per ora è Portland con 3 vittorie. Prima vittoria degli Utah Jazz, il giovane gigante turco Kanter trova meglio spazio mentre non ci sono segnali per un ritorno di Andrei Kirilenko che rimarrà col Cska Mosca. Da segnalare che Jeremy Pargo, con Doron Perkins il segreto del Maccabi vice-campione d’Europa,  che sperava di andare a San Antonio è stato promosso a starter di Memphis contro Oklahoma e si è meritato il posto con 15 punti e 7 assist. Alto m,188, 25 anni, terminata l’università (Gonzaga) trascurato dal draft si è affermato in Europa, scelto l’anno scorso nel Secondo Quintetto.

E’ destinato a far meglio di Jennero, il fratello maggiore (32 anni,1,82,) che ha rischiato di rimanere a spasso trovando lavoro ad Atlanta. Nella classifica delle matricole è sceso al 7° posto il n.1 del draft Kyrie Irving, preceduto da Tristan Thompson, il compagno dei Cleveland Cavaliers al n.3. Il n.1 è Kemba Walker di Charlotte che ha segnato i liberi della vittoria contro Milwaukee. Al n.8, unico europeo fra i Top Ten, Ricky Rubio che dopo la sera dei 12 assist probabilmente salirà, anche se il suo sogno è diventare titolare dei Lupi del Minnesota.

La giornata di San Silvestro  nella NBA avrà  un “taglio” californiano:  si apre alle 3 e mezzo del pomeriggio con Lakers-Denver prova del 9 della consistenza delle ambizioni dei Nuggets di Danilo Gallinari reduci dalla prima sconfitta. Si giocano 7 gare, i Kicks cercano il riscatto a Sacramento,   alle 21  l’ultimo match Golden-State-Filadelfia precede la fatidica mezzanotte. Il piatto forte dell’ultimo turno dell’anno  sarà comunque Oklahoma-Phoenix con la squadra di Kevin Durant in caccia del 5° successo e capofila dell’Ovest.

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