Meneghin congedo amaro: “Non so se mi vedrete ancora sui campi da basket”

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Il suo ultimo consiglio federale  con un velo di commozione, ha ringraziato i collaboratori dicendo che il pullam del basket avrà un guidatore di assoluto spessore, senza citare Petrucci.

Si è commosso il presideente  Dino Meneghin nel suo ultimo consiglio federale.

Sono stati quattro anni estremamente difficili – e il compito di tutti noi era di far funzionare al meglio la macchina. Spesso, e a torto, la Fip viene vista come un organismo che chiede senza dare nulla in cambio: non è così! Molto si fa e molto è stato fatto in tutti i settori, dalle squadre Nazionali al Minibasket e questa estate qualche sorriso lo abbiamo fatto. Spero vivamente che arrivino sempre migliori risultati e che questi facciano da traino”.

Sono sicuro – ha concluso alludendo alla nuova guida di Gianni Petrucci, non citato personalmente  –  che chiunque rimarrà a lavorare per il prossimo Consiglio Federale avrà la forza dell’esperienza fatta in questi quattro anni. Non so cosa farò nel futuro e non so se mi vedrete ancora sui campi di pallacanestro. So però che alla guida del pullman che partirà il 12 gennaio prossimo ci sarà una persona di assoluto valore e spessore. Non so chi di voi sarà su questo pullman ma chiunque ci sia potrà far tesoro dell’esperienza vissuta in questi quattro anni. Avrete sempre la mia stima e gratitudine”.

Un Meneghin che mette un punto interrogativo sul suo futuro, anche come spettatore di basket. Petrucci aveva preannunciato un incarico da Ministro degli esteri, ma l’anno scorso Meneghin aveva detto, ho 62 anni, devo continuare a lavorare, e quindi il suo futuro in Fip prevede un accordo economico.  Rimane in Fip per ora, fino a giugno, il responsabile marketing  Tolomei  che è stato il suo socio in un’attività che Dino ha detto di aver ceduto quando vennero pubblicate le visure camerali che facevano capire un conflitto d’interessi. Un colpo basso che non si meritava, e che forse l’ha condizionato. Forse la verità si saprà più avanti, Dino è una persona, corretta, tanto che nel suo libro mi raccontano che abbia ammesso che ai tempi della monetina di Pesaro aveva un po’ caricato la cosa. C’est la vie?. Non c’est l’Italie

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