Lituania parking lussoso di Milano e Siena?

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L’OPINIONEArmani manda in prestito Leon Radosevic nel paese baltico come fece Siena l’anno passato con Milovan Rakovic: un sacrificio economico che  si poteva evitare investendo più, come gioco e attenzione, sulle qualità dei due buoni giocatori slavi. Confermata dunque la notizia di  Leon Radosevic al Lietuvos Rytas di Vilnius, il club della capitale della Lituania che perde Jonas Valanciunas, vicino alla firma coi Raptors,  ma torna  in Euroleague con una squadra interessante di giovani fra i quali spiccano anche Romualdas Seibutis, il top scorer della scorsa stagione e “Primo Quintetto” Eurocup, il bulgaro Dejan Ivanov pilastro delle salvezze di Montegranaro e il serbo Nemanja Nedovic, play classe ’91 della Stella Rossa nei “magnifici 15” europei  candidati al draft.

Si marcano, si litigano e si copiano i due club della Lega Spaghetti. Al tempo  in cui i “grandi muri”della storia,  sono crollati loro sono riusciti,  mattone dopo mattone, a erigere due poli  guerreggianti. Una guerricciola in verità fra due club che quest’anno non sono arrivate  alle Final Four europee, traguardo minimo in rapporto agli investimenti e al blasone. Una guerricciola  anti-promozionale che torna come un boomerang sul campo dei Ponzio Pilato  del nostro basket, che si dovrebbe impedire, specie dopo il “teatrino Tv” del dopo-scudetto senese. Ci si aspettava purtroppo  da questi illustri  club un remake in  chiave sportiva dei famosi spareggi Milano-Varese “Anni Settannta”.

Attesa vana,  e lo dimostrano gli ascolti Tv  della finale.  In assoluto insufficienti  per diventare lo spot di un movimento, e inferiori a quelli della prima parte di stagione. E quando una finale gode di minore attenzione della regular season, qualcosa non va.  O il confronto ha stancato, o le squadre non piacciono, o – terza via – chi gestisce il  basket è riuscito nell’ultimo decennio a non impedire una sciagurata politica di delocalizzazione. Meglio primi nel proprio feudo che secondi a Roma. Un discorso che vale anche per la stampa che manca della “massa critica” qualificata.

La cosa più sconcertante è prendere atto che  Legabasket imposta questa stagione del rilancio sulla televisione in chiaro, senza pensare di mettere per prima attorno a  un tavolo Siena-Milano. Se vogliamo fare gli struzzi, continuiamo a ignorare questo nodo gordiano. E chiediamoci, tento per cominciare un percorso di autocritica,  come mai fino ad oggi  i dati Tv della finale  non sono stati pubblicati,   né dopo ciascuna gara né come riassunto della serie.. Non si può sbandierare, con studi improbabile, di nessun valore di mercato se non per  giustificare un proprio lavoro, un merito che un basket deve rendicontare con le cifre. Altrimenti, si sconta un effetto-boomerang uguale e contrario, quello di seminare chiacchiere e miraggi.

Purtroppo non sempre nuovi i tempi migliori. Lo dico purtroppo da evoluzionista convinto, perchè il basket del’ultimo decennio è una restaurazione di poca cultura sportiva, senza i valori veri degli anni della sua conquista. Il basket è stato cloroformizzato, non solo per il gioco. orbo della dialettica costruttiva tipica degli anni del boom. Primo fine, non il risultato ma prendere il passaportato per arrivare al successo. E alla fine certe operazioni sbagliate, comprensibili nello sport dove si opera su materia selezionata ma sempre umana, i giocatori, gli allenatori, gli arbitri e i dirigenti (e la classe di oggi purtroppo non è di estrazione sportiva…)  riescono  anche a passare  inosservate  – dunque impunite –  confuse  fra il via vai di passaportati veri e finti. Nel calcio invece  episodi simili agli errori del basket farebbero versare fiumi d’inchiostro.

Nessuno, dopo la finale, ad esempio, si è preso la briga di chiedere  perché non ha giocato o quanto è costata l’operazione di Justin Dentmon, MVP della D-League,  visto fugacemente  nella NBA con la maglia dei Raptors e San Antonio

Veniamo ad approfondire la notizia del giorno. Su un altro sito, quando Scariolo firmò Leon Radosevic l’anno passato,  scrissi che se  ben gestito questo giocatore di talento, dalla struttura fisica invidiabile, avrebbe potuto essere la chiave per lo scudetto. E molto migliore di certi giocatori usurati. Non è stato così, salvo il riferimento ai giocatori usurati,  complice un infortunio del croato (una delle rivelazioni dell’Euroleague 2010-2011 con la maglia del Cibona), il deludente campionato delle guardie, Nicholas e Cook, la gestione spiccia del giocatore, e soprattutto l’operazione-Gallinari. Chiariamo quest’ultimo punto: si doveva comunque fare e  oltre all’impatto tecnico e di marketing del giocatore, c’erano fondate probabilità che la stagione NBA saltasse. E che quindi Danilo, al quale va ascritta l’unica autentica vittoria di Milano su Siena nell’anno, potesse restare a Milano.

Un anno dopo che  i plurititolati hanno deciso di spedire Milovan Rakovic in Lituania, Milano ha fatto altrettanto con Leon Radosevic. Con Rakovic, centro atletico, muscoloso, vero uomo-squadra e  perno del rinnovamento sbandierato dal club, Siena ha conquistato il 5° scudetto e le Final Four, dato per scontato il resto (Supercoppa e Coppa Italia).  Ma Siena vuole vincere a tutti i costi la Coppa dei Campioni, la crisi economica riguarda gli altri,  ingaggia Dejuan Summers e fa tornare David Andersen, operazioni complessive  fra i 2,3-2,4 milioni di euro contro i 400-500 mila euro del granatiere Rakovic. Invece di capitalizzare la buona stagione, il carattere semplice e l’agonismo,   Siena prende due bigs, e i risultati dimostrano quanto è grande questa squadra che non deve scontare nemmeno i suoi errori.

Un  Summers intristito dal…famoso paesaggio dipinto dal Lorenzetti  fa le valigie dopo leprimisse gare, torna nella NBA dove dimostra un “bidone”, messo fuori squadra definitivamente prima del termine della stagione. E sì che gioca per gli Hornets, la penultima delle 30 formazioni. Errore numero due, cedere un pivot vero, figura sempre più rara, e per utilizzare un’ala forte con più punti nelle mani e più esperienza in quella posizione. Per vincere l’Euroleague, si ragiona così nel sancta sanctourm senese,  l’australiano val bene una messa, ovvero biennale da quasi 3 milioni di euro fra annessi e connessi, si dice nel giro degli agenti. Perchè  ha lasciato un buon ricordo nella precedente esperienza, ma soprattutto vanta un passaporto danese, è un comunitario. Sfido chiunque a sostenere che abbia giocato una grandissima stagione. In Europa ha avuto 10,1 punti di media col 44% e 22% da 3  e 6,3 rimbalzi nella regular season,  è calato nelle Top 16, 10,8 punti col 42% e 5,3 rimbalzi, lo 0/6 contro Bilbao. Ha iniziato bene playoff, anche i 28 punti  in gara uno non hanno dato il successo l’Olyampiacos, ma la sintesi dell’operazione-canguro,  ha lasciato l’amaro in bocca. Nella finale scudetto è quasi sparito. E se non ci fosse stato Stonerook a sostenere la baracca, e Milano avesse offerto solo un gioco approssimativo, da squadra incompiuta, contro la formazione più organizzata della Spaghetti League,  la storia del confronto avrebbe prego una piega diversa.

Siena riconosce onestamente l’errore di Summers, lo trasforma in un fattore motivazionale in più, mentre il costo dell’operazione-Andersen,  un giocatore ripreso dopo un’esperienza NBA deludente, quindi tutto da ricostruire, soprattutto non più abituato a giocare centro,  fortunatamente verrà scaricato (totalmente, parzialmente, o magari ci diranno anche che c’è stato un utile?) sul Real Madrid o al Cska, che lo stanno trattando. Questa è la storia di un’operazione emblematica, che ci fa capire quale sia il grado di attenzione fra economia reale e risultato, anche se c’è sempre tempo per cospargersi il capo di cenere perché il sito più informato d’Europa, curato da scout professionisti, ha infilato nei giorni scorsi anche il nome di Rakovic nella rosa di Siena. Intanto Radosevic non è riuscito a confermare a Milano la sua ottima stagione di due anni fa, ha smarrito la sua identità di giocare in grado di giocare fuori e sotto, ha perso fisicità e convenzione e anche il treno per il draft, dato che all’inizio dell’anno figurava nei pronostici come un sicuro “seconda scelta”. Come quella del passaportato, speriamo che il comodo  parcheggio lituano non diventi un’altra moda. Ai tempi in cui Cantù vinceva gli scudetti e la Coppa dei Campioni, ricordo che Valerio Bianchini vinse il titolo con uno dei suoi tagli creativi. Arrivato con entusiasmo a discutere il rinnovo del suo contratto con Aldo Allievi, venne trattato bruscamente dal mitico presidente che aveva conservato nella gestione della società la sua storia di buon cassiere di una grande azienda: “Valerio sei stato bravo, ma la prossima volta se tagli un giocatore il costo lo scaliamo dal tuo stipendio”. Altro che parking lituano….

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